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Se la trasmissione “Otto e Mezzo” fosse della RAI - pagata da tutti gli italiani, qualunque sia l’orientamento politico - avrei avuto parecchio da dire, poiché un’intervista così di parte nelle posture, nelle smorfie e nelle domande della conduttrice non si poteva immaginare. L’ospite di ieri sera era Matteo Salvini, intervistato da Lilli Gruber, mentre l’emittente era La7, un network privato che vive non di canone ma di pubblicità; si può quindi comprendere che i dipendenti siano scelti in base a come votano e si sentano in dovere di confermare al titolare la loro appartenenza politica. Detto questo, se uno mi parla ancora d’indipendenza dei giornalisti e della loro obiettività, rido di gusto, ma torniamo allo scontro Salvini/Gruber.
Occorre una premessa: la conduttrice bolzanina, ex parlamentare europea per la lista “Uniti per l’Ulivo”, francamente non possiede gli strumenti per mettere in difficoltà qualche politico di lungo corso, un “furbacchione” come il Segretario del Carroccio e, se voleva erodere dei consensi, ha ottenuto l’effetto contrario.
Soprattutto quando ha tentato di fare la spiritosa. Ecco il finale con sorrisi al cianuro:
L.G. «È contento che non deve girare più da ministro dell’Interno in mutande per le spiagge italiane, come ha fatto questa estate?»
M.S. «Perché in mutande? Ero in costume! Ma lei in spiaggia va con lo smoking o in costume?»
L.G. «Un ministro dell’Interno con lo slippino non l’avevamo ancora visto»
M.S. «E... io ho questo difetto: da anni vado in vacanza con mio figlio a Milano Marittima e, guarda un po’, ci mettiamo entrambi in costume da bagno in spiaggia»
L.G. «Ma guardi un po’, anche io! Quando vado al mare, indosso il costume da bagno. Ma non lo farei da ministra dell’Interno»
M.S. «Non vanno in spiaggia i ministri?»
La giornalista incassa il primo goal: non sa cosa rispondere e allora prosegue nella sua crociata.
L.G. «E non farei nemmeno i comizi in spiaggia!»
Il “Capitano” sorride. Lo fa apposta. È una strategia della comunicazione non verbale che viene recepita dall’interlocutore come una domanda accompagnata da un atteggiamento di superiorità, di sufficienza: “Ma devo proprio sparare alla Croce Rossa?”. Fa imbufalire! E infatti la Gruber stiracchia le labbra a canotto.
M.S. «Ma cosa succede di male in spiaggia? La spiaggia non è un luogo di degrado!»
L.G. «È una questione di stile. Sa, la forma è sostanza!»
M.S. «Quando tornerò a fare il Ministro dell’Interno, la deluderò: tornerò in spiaggia a Milano Marittima in costume da bagno»
La Gruber, sempre così attenta al suo look, tenta l’affondo “corporale”, visto che non ce la fa a mettere in difficoltà il capo del Carroccio sul piano dialettico.
L.G. «Sì, ma magari senza la pancia!»
Altro rigore servito su un piatto d’argento, per uno che si propone quale “Capitano del Popolo”, uguale al più umile dei cittadini, in antitesi ai “radical chich” che dissertano di operai indossando completini d’alta moda. Come la Gruber.
M.S. «Omo de panza, omo de sostanza!»
TELA
Ora, ditemi voi: ma è questo il livello d’informazione che si merita l’utente medio italiano? I giovani non trovano lavoro, i padri lo perdono, ovunque ti giri vedi disastri, sempre più s’instaura il giudizio che neppure una rivoluzione riuscirebbe a raddrizzare la barca, e questi parlano di costumi da bagno!
Massimo Carpegna