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Ieri sera a Reggio si è tenuta la commissione consiliare richiesta dal M5s sul progetto del nuovo impianto per la produzione di Biometano di Gavassa. Una riunione durante la quale hanno trovato conferma i timori della rete dei comitati Salute e ambiente che hanno denunciato l'aumento del traffico nell'area e il conseguente inquinamento atmosferico. Nell'impianto Iren da 54 milioni confluiranno anche da Parma e Piacenza 100.000 tonnnellate anno di rifiuti umidi e 67.000 di sfalci verdi, che, nelle intenzioni, verranno trasformati in 2100 tonnellate di biogas e 53.000 di compost ad uso agricolo.
D'altra parte i Comitati Ambiente e Salute Reggiani sottolineano come 'l’impianto costerebbe quasi 8 volte l’arena al campovolo, produrrebbe un consumo di suolo pari a 4 volte la superficie del Conad Luxemburg e andrebbe incontro a una pressione sulla mobilità nell’ordine di almeno un centinaio di camion al giorno per il conferimento dei rifiuti.
Non solo: quello in uscita da quel tipo di strutture non è compost ma digestato che è rifiuto speciale e che comporta una serie di rischi ambientali e sanitari anche per la filiera agroalimentare. Infine un impianto così produce diverse tonnellate di sostanze pericolose come azoto ammoniacale, formaldeide e parassiti come i clostridi'.
E proprio ieri in Regione è stata depositata una interrogazione dalla consigliere M5S Silvia Piccinini sulla esclusione degli sfalci e delle potature dai materiali che rientrano nella definizione di rifiuto prevista dal “collegato 41” della legge 154/2016. 'Questa esclusione - scrive la Piccinini - sta impattando sui 21 impianti di compostaggio esistenti sul territorio regionale ed influirà sui progetti di compostaggio domestico e di comunità messi in piedi dalla Regione in questi anni.
Non solo questa esclusione apre inevitabilmente e pericolosamente la porta alla possibilità di un loro utilizzo esterno, al di fuori del luogo di produzione e spesso anche molto lontano da esso, senza un tracciamento ed a mezzo di cessione a soggetti terzi. Per questo chiediamo che sfalci e potature vengano riammessi tra i rifiuti organici e venga promosso il loro utilizzo nei piccoli impianti di prossimità piuttosto che nei grandi impianti come quello di Sant’Agata Bolognese'.
IL COMMENTO
'Abbiamo nella nostra Regione 15 siti di compostaggio Aerobio e 6 Anaerobio , contro ad esempio l’Austria che ha 1500 siti aerobi, avremmo quindi necessità di compostaggi di prossimità e cultura del compostaggio domestico, la Regione invece sceglie la tecnologia industriale nel quale il compost viene prodotto in seguito ad una prima fermentazione anaerobia produttrice di quello che viene definito biometano e digestato come residuo da cui ricaverebbe il compost, concentrando in due siti (Gavassa e Sant'Agata) la produzione di tre Provincie (Modena, Reggio e Bologna) e spalancando le porte al traffico veicolare di mezzi pesanti che devono portare le migliaia di tonnellate di rifiuti in due siti - afferma il consigliere M5S di Castelvetro Roberto Monfredini -. Tutto questo quando nello stesso tempo la Regione premia i Comuni virtuosi che realizzano il compostaggio di “prossimità”: ma il limite imposto da questa prossimità in tonnellate spiega poi che potrà essere solo marginale ed ininfluente nel computo totale (1% massimo) ed in concorrenza naturalmente con i mega digestori in progetto. L’inquinamento dell'aria si combatte non solo con le targhe alterne ma si fa finta di non capire questa ovvietà per opportunismo politico o sudditanza. E' logico che se metto migliaia di camion sulla strada per trasportare liquami, forsu (frazione organiche di rifiuto solido urbano) e sfalci inquino e che se faccio delle piazzole comunali e lascio gestire ai cittadini tali materiali non inquino e arricchisco la terra. Le infrastrutture, il trasporto sono alla base dell’inquinamento, le targhe alterne servono come il mi pento e mi dolgo dopo la rapina'.
Redazione Pressa
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