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La crisi di governo, evocando lo spettro delle elezioni anticipate, ha riportato in auge il tema delle coalizioni elettorali. Si è quindi tornati a parlare della coalizione di centrodestra, quella composta da Forza Italia, Lega e Fratelli d'Italia che alle elezioni del 4 marzo 2018 si presentò come coalizione unitaria di governo. Com'è noto la coalizione si spaccò nel momento in cui Matteo Salvini decise di dare vita a una maggioranza con il Movimento 5 Stelle.
Arriviamo subito al punto. Non esiste alcuna coalizione di centrodestra. Esiste semmai una coalizione di destra. Era lecito parlare di centrodestra fino a quando il partito di Berlusconi era la forza trainante della coalizione. Ma le elezioni del 4 marzo 2018 ci hanno consegnato un fatto tanto significativo quanto dimenticato: il sorpasso della Lega di Matteo Salvini su Forza Italia di Silvio Berlusconi, dal 1994 il motore del centrodestra italiano.
Tale sorpasso ha fatto sì che lo scettro di guida della coalizione passasse nelle mani di Salvini il quale, forte della sua nuova preminenza, ha messo fine, a livello nazionale, alla coalizione, alleandosi con i 5 Stelle.
Nei quattordici mesi successivi alle elezioni politiche del 4 marzo 2018 il distacco tra la Lega e Forza Italia si è ampliato in modo esponenziale. I rapporti di forza tra i due schieramenti politici si specchiano nell'esito delle elezioni europee dello scorso 26 maggio: la Lega ha trionfato con un inedito 34,3 % mentre Forza Italia è sprofondata all'8,8 % con Fratelli d'Italia, che avendo incassato il 6,4 %, è sempre più vicina.
Forza Italia, rappresentante la parte più centrista e moderata della coalizione, è allo sbando. Il crollo dei consensi ha avuto serie ripercussioni all'interno del partito.
Nelle ultime settimane Giovanni Toti, presidente della Regione Liguria, è uscito da Forza Italia e ha dato vita a un nuovo schieramento politico, Cambiamo. Nomi importanti come Paolo Romani e Gaetano Quagliariello hanno lasciato il partito di Berlusconi per unirsi a Toti.
In Forza Italia non si odono i rumori della battaglia per accaparrarsi l'eredità politica di Silvio Berlusconi. Semplicemente perché non c'è alcuna eredità politica da contendersi. Forza Italia si sta sgretolando (“sembra avere più eletti che elettori” per citare Romani) e i pochi rimasti sono oppressi dall'egemonia salviniana, dalla quale non riescono (o non vogliono) differenziarsi in maniera convincente.
Salvini ha egemonizzato tutto ciò che è a destra del Partito Democratico. È lui il leader della destra italiana. La parte più moderata e centrista sembra destinata a soccombere insieme a Forza Italia. Quale sarà il riferimento politico degli elettori moderati di centrodestra? Voteranno Salvini? Oppure auspicano la nascita di un nuovo partito di centro che riunisca ciò che rimane di Forza Italia con i liberali del Partito Democratico?
Per il momento si può solo constatare il fatto che esiste una coalizione di destra populista, nazionalista, xenofoba ed euroscettica composta da Lega e Fratelli d'Italia. Forza Italia, che si sta decomponendo, deve decidere se omologarsi alla retorica salviniana oppure se distinguersi e farsi valere come forza moderata. Nella seconda ipotesi, il partito di Berlusconi rappresenterebbe comunque la componente minoritaria di una coalizione che avrebbe tutto della destra e molto poco del centro. È auspicabile che l'opinione pubblica prenda consapevolezza del fatto che il centrodestra non esiste più. Altrimenti non c'è chiarezza nemmeno sui rapporti di forza tra gli attori politici in campo.
Massimiliano Palladini
Redazione Pressa
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