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Una domenica di stacco, in Umbria, per il presidente del Consiglio incaricato Mario Draghi e poi, da oggi pomeriggio, rush finale di due giorni per il secondo giro di consultazioni. Con un bagaglio di indicazioni già ampie. Se confermata l'intenzione di Draghi di procedere ad un governo con il 50% di rappresentanza direttamente politica, pone i maggiori partiti dell'arco parlamentare, da Leu a Salvini, nella condizione da un lato di non porre veti, se non al proprio interno, ma dall'altro e di esserci. Come e con quali ministeri o incarichi di sottogoverno ancora non si sa, ma di esserci. Un prendere o lasciare che ha indotto, non senza mal di pancia, PD, Lega e M5S (Fratelli d'Italia rimarrà all'opposizione e non voterà la fiducia a Draghi), a fare due, tre, quattro passi indietro e ad accettare prospettive che rappresentano in molti aspetti l'esatto contrario dei propri indirizzi e dei propri dictact pre Draghi.
Perché la prospettiva di un governissimo, o nel gergo politicamente corretto e salvifico di unità nazionale, con all'interno anche PD e Lega oltre al M5S senza Conte (l'ex premier ha confermato ieri all'Ansa che non farà parte del governo), a supporto di un esecutivo guidato di fatto da un commissario, e che nei ministeri di peso sarà tecnico, contradditorio lo è. Ma la politica ed i partiti sono all'angolo e grazie anche a questo Draghi, forte del pieno mandato del Presidente Mattarella, continua a mescolare il mazzo e a dare le carte. Quella che sul tavolo potrebbero vedere formarsi una maggioranza che incredibilmente va dal Pd e Leu fino all'inaspettata Lega, così come dal M5s a Forza Italia. Un quadro che si potrebbe consolidare già domani, al termine di questo secondo giro di consultazioni.
Passaggio necessario per poi salire al Quirinale con il puzzle finito e sciogliere la riserva dell'incarico ricevuto il 3 febbraio. Con un nuovo governo che entro venerdì potrebbe essere formato e giurare.
Tra mille mal di pancia che nel caso del PD stanno trasformando il prossimo congresso nazionale in una resa dei conti nei confronti di un Zingaretti sempre più in difficoltà. Diversi sindaci, come quello di Firenze, a diversi governatori, sarebbero già pronti a sostenere Bonaccini in una corsa alla segreteria nazionale.
Il calendario del secondo ed ultimo giro di consultazioni
Oggi Draghi inizia gli incontri alle ore 15. con il Gruppo misto della Camera con le Minoranze linguistiche. Alle 15 e 30 il Maie con il Psi, alle 16 Azione Piu’ Europa e Radicali Italia. Alle 16 e 30 Noi con l’Italia- Usei -Cambiamo!- Alleanza di Centro. Alle 17 Centro democratico e Italiani in Europa, alle 17 e 30 Gruppo per le Autonomie del Senato.
Il secondo giorno di consultazioni dopo la sessione di lunedi’ pomeriggio proseguira’ domani, martedi’ mattina con inizio alle ore 11 con Europeisti-Maie-Cd Senato, alle 11.45 gruppo Leu, alle 12 e 30 Iv e Psi, alle 13 e 15 Fdi, alle 15 il Pd, alle 15.45 Fi e Udc, alle 16.30 Lega, alle 17.15 il M5s.