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Vaccino Astrazeneca, la scure di Burioni: 'Non ci metto più la faccia'

'Un’azienda che conta oltre 76mila dipendenti e che ha realizzato nel 2020 molti miliardi (miliardi, non milioni) di utili rimane nel silenzio'
Il virologo Roberto Burioni decide di “non mettere più la faccia” sul vaccino Astrazeneca, nei confronti del quale, dice in un articolo sul suo blog, fa calare “il suo personale silenzio” fino a quando perdurerà quello dell’azienda.
L’immunologo non ha gradito la scelta della multinazionale anglosvedese di tacere dopo le “notizie inquietanti” che si leggono in questi giorni. “La gente si preoccupa e la multinazionale rimane in un religioso silenzio, anzi, per essere precisi, nel momento in cui la Germania ha bloccato il suo vaccino, ha rilasciato questa tranquillizzante e convincente dichiarazione: “La sicurezza del nostro vaccino è stata ampiamente studiata nei trial di Fase 3 e i dati revisionati da esperti confermano che il vaccino è generalmente ben tollerato”. Niente male, direi”, ironizza Burioni.
Ma la situazione “di grande paura e incertezza” da parte della gente, richiederebbe un altro comportamento. “Un’azienda che conta oltre 76mila dipendenti e che ha realizzato nel 2020 molti miliardi (miliardi, non milioni) di utili rimane nel silenzio e non si degna di tranquillizzare le persone che si sono fidate del suo lavoro e sulla base di questa fiducia si sono fatte iniettare un vaccino. Silenzio totale”.
Per Burioni si tratta di “una scelta legittima, ma che io non approvo. Evidentemente, in questo momento le priorità di AstraZeneca (che io non conosco e non riesco a comprendere, visto che stanno assistendo alla distruzione totale e definitiva della loro reputazione mondiale) sono diverse da quelle della salute pubblica, e personalmente – dice Burioni – non ho nessuno strumento che mi consenta di forzarli a parlare e a tranquillizzare la gente”.
Da parte sua si limiterà a fare “una cosa: fino a quando loro rimarranno in silenzio, rimarrò in silenzio anche io. Non parlerò più, né in pubblico né in privato, del loro vaccino. Non vedo perché, nel momento in cui decidono di non metterci la faccia, dovrei metterci la mia. A ognuno le sue responsabilità”.
L’immunologo non ha gradito la scelta della multinazionale anglosvedese di tacere dopo le “notizie inquietanti” che si leggono in questi giorni. “La gente si preoccupa e la multinazionale rimane in un religioso silenzio, anzi, per essere precisi, nel momento in cui la Germania ha bloccato il suo vaccino, ha rilasciato questa tranquillizzante e convincente dichiarazione: “La sicurezza del nostro vaccino è stata ampiamente studiata nei trial di Fase 3 e i dati revisionati da esperti confermano che il vaccino è generalmente ben tollerato”. Niente male, direi”, ironizza Burioni.
Ma la situazione “di grande paura e incertezza” da parte della gente, richiederebbe un altro comportamento. “Un’azienda che conta oltre 76mila dipendenti e che ha realizzato nel 2020 molti miliardi (miliardi, non milioni) di utili rimane nel silenzio e non si degna di tranquillizzare le persone che si sono fidate del suo lavoro e sulla base di questa fiducia si sono fatte iniettare un vaccino. Silenzio totale”.
Per Burioni si tratta di “una scelta legittima, ma che io non approvo. Evidentemente, in questo momento le priorità di AstraZeneca (che io non conosco e non riesco a comprendere, visto che stanno assistendo alla distruzione totale e definitiva della loro reputazione mondiale) sono diverse da quelle della salute pubblica, e personalmente – dice Burioni – non ho nessuno strumento che mi consenta di forzarli a parlare e a tranquillizzare la gente”.
Da parte sua si limiterà a fare “una cosa: fino a quando loro rimarranno in silenzio, rimarrò in silenzio anche io. Non parlerò più, né in pubblico né in privato, del loro vaccino. Non vedo perché, nel momento in cui decidono di non metterci la faccia, dovrei metterci la mia. A ognuno le sue responsabilità”.

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Redazione La Pressa
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