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Riconosco che il fatto tragico è diventato simbolico. Si può però leggere da vari punti di vista. Sul piano sociale la coppia asimmetrica non reggeva più. Filippo il dominante, non accettava la rottura e perseguitava Giulia la quale intimorita non riusciva a bloccarlo. Gli abbandoni ci fanno paura. Le persone con le quali ha parlato non l'hanno aiutata e tanto meno le forze dell'ordine che non sono intervenute in sua difesa per prevenire il misfatto. La ragazza, di fronte alla minaccia di suicidio, si è impietosita e lui l’ha uccisa. Lei la vera vittima designata.
Sul piano psicopatologico nessuno è intervenuto per curare Filippo. In Italia non abbiamo più i manicomi grazie alla legge Basaglia, ma non si è provveduto a normare le strutture per i malati psichici.
La politica si è imposessata dell’evento e le donne lo hanno cavalcato parlando di femminicidio anche se per questo tipo di reato i numeri parlano chiaro.
In Europa non siamo il paese dove il femminicidio è frequente. Ingigantire i numeri fa audience per i media... e per i politici.
Aumentare la pena, cioè i tempi di carcerazione, in molti casi non ne cambia molto l'andamento, vedi il caso degli Usa. Negli stati dove c'è la pena di morte i reati gravi non sono diminuiti. Per i riferimenti dovuti al genere, le femministe hanno preso spunto generalizzando dicendo che tutti gli uomini sono dei violenti creando ancor di piu una spaccatura fra i sessi. Il patriarcato, ampiamente citato, è finito da un pò, e lo sappiamo tutti.
Sul piano pedagogico la proposta dei corsi di educazione all'effettivà per arginare reati di violenza ci chiediamo da chi verranno istituiti? Dalla scuola che ha già gravi lacune organizzative?
E perché del tema non possono occuparsene le famiglie dal momento che l'educazione all'effettività si apprende in casa? Purtroppo le rotture di coppia impediscono ai padri di esercitare la propria genitorialità, gli affidi condivisi sono un miraggio e le alienazioni genitoriali messe in atto quasi sempre dalle madri aumentano sempre più.
Allora che fare? Responsabilizzare le coppie e rivalutare la bigenitorialità confermando che 'genitori si resta per sempre', e non è odiandosi che si alleva bene un figlio. Il fallimento di un educazione monogenitoriale lo vediamo ogni giorno. Oggi la violenza impera ovunque. La morte di Giulia ci fa riflettere, la ragazza buona e disponibile all'aiuto non doveva fare questa brutta fine. I modelli aggressivi imperano, i nuclei psicotici incontrollabili pure, sono ritornati in uso i coltelli. C'è molto lavoro da fare per attuare un cambiamento. Ripeto evitiamo che i politici strumentalizzino questi fatti tragici.
Franco Boldrini, psicologo e psicoterapeuta
Redazione Pressa
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