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A 'quel' bosco si doveva avere il coraggio di dire di 'no'

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Il rischio è che il bosco di Vaciglio non sia altro che un bluff per cercare di mitigare i dissensi


A 'quel' bosco si doveva avere il coraggio di dire di 'no'
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Ci ho pensato su un po' prima di farmi questa opinione. Per prima cosa ho riportato la mente al Consiglio comunale di giovedi scorso (sulla delibera di creazione di un bosco urbano a Vaciglio) e poi, e soprattutto, alla riunione della serata dello stesso giorno del Consiglio del Quartiere n.3, che é quello interessato alla vicenda delle nuove edificazioni, nonché quello in cui abito, che doveva esprimere il suo parere, puramente ed esclusivamente consultivo, sulla variante urbanistica che le autorizza. E che, del tutto prevedibilmente, lo ha pronunciato in termini positivi, approvandola in maniera totalmente acritica.

Durante lo svolgimento di quest'ultima, l'assessore Vandelli (nella foto) si é spesa in una lunghissima relazione introduttiva (e peccato che, a differenza di quanto capita per le sedute del Consiglio, non sia stato possibile videoregistrarla), tanto lunga ed articolata da aver reso inutile che Sergio, dirigente del suo Settore, dovesse intervenire di seguito per ulteriori precisazioni o altro.

In realtà, anche la relazione dell'Assessore non ha avuto necessità di entrare nel merito dei tanti dettagli formulati in quella variante, del resto già più che noti a tutti i presenti, che, a questo proposito, comunque, non hanno manifestato alcuna curiosità o necessita d'approfondimenti.

Si é trattato, quindi, di un resoconto, durato quasi un'ora, che ha veramente 'spaziato' sui temi più generali dell'urbanistica, in realtà non solo cittadina quando ha fatto cenno al fatto, ovviamente rimarcandone la positività, che talune decisioni che la nostra amministrazione ha adottato (quale quella di non espandersi mai più oltre le tangenziali) non trovano riscontro in diverse scelte delle Amministrazioni comunali del nostro circondario.

Poi si é soffermata, ma veramente molto a lungo, sul tema della necessità di ripensare all'esigenza, a suo dire tuttora troppo vincolante, che tutti noi Cittadini abbiamo, di avere un parcheggio auto proprio sotto casa, di utilizzare l'auto anche per brevissimi spostamenti, di disdegnare il trasporto pubblico e via di questo passo.

A quest'ultimo proposito, correggendo la svista (non sua, peró) dell'ultimo incontro pubblico in via Viterbo delle settimane addietro, con quel 'poi vedremo se sarà il caso di pensare ad una linea di autobus a servizio di quella zona' (mamma mia!) ha precisato che quella linea di dovrà essere e ci sarà.

Poi ha richiamato che, a parer suo, è di primaria importanza l'assoluta obbligatorietà, non più rimandabile, che la collettività intera maturi la consapevolezza che é necessario un cambio di rotta riguardo quella che sono stati la disattenzione del passato alla salvaguardia dell'ambiente e l'uso sconsiderato delle risorse energetiche. Inoltre.

Inoltre ha manifestato la stretta connessione di quest'attenzioni alle tematiche della salute.

Poi, ancora, che la decisione di intitolare il bosco che sorgerebbe a fianco della nuove case, adottando la scelta del nome solo a seguito di un articolato lavoro di sensibilizzazione e promozione della scolaresche della zona. Poi ancora ha fatto cenno alla previsione di un articolato intreccio di piste ciclabili e pedonali in tutto il comparto, per affermare il più possibile una mobilità sostenibile.
Insomma, dichiarazioni tanto chiare e condivisibili da doversi dare un pizzicotto per essere sicuri di essere svegli e di aver sentito bene. E svegli, io ed i tre/quattro amici del pubblico lo siamo stati.

Una vera a propria inversione di marcia, quindi. Molto diversa e molto inattesa, a dire il vero.

Ora è del tutto lecito, presa consapevolezza delle diverse dichiarazioni ascoltate, in diverse occasioni, da diversi protagonisti della vicenda, Sindaco in primis, ma anche capogruppo PD Poggi (che, intervistato, conferma 'il cambio di rotta'), che ciò che é valutabile é se sia doveroso crederci e dare per buona questa nuova scelta, oppure permanere in una posizione di dubbio, più che motivato, anche a causa dell'oggettiva situazione di confusione (non solo comunicativa) che é presente nella maggioranza.

Dal sindaco, infatti, termini come 'inversione di rotta' non si sono mai sentiti. Di Poggi ho già scritto. Altri consiglieri del PD si sono fin qui limitati alle rituali liturgie, tanto consuete quanto imperscrutabili. Di 'soccorso rosso' come amabilmente, nei corridoi del nostro palazzo (a Roma è diverso) vengono definiti i sette consiglieri LEU, non si sono comprese bene le posizioni, fra un Chincarini (bravo!) che è perplesso e decide di astenersi, un Cugusi che afferma che 'approvare che si faccia il bosco non significa approvare che si facciano le case'.

Contrari a tutto, case e bosco i 5stelle (bravi!) e astenuti i centri e le destre, cui forse la case non dispiacciono poi tanto. Poi altri ancora che chiedono di conoscere l'ammontare delle eventuali penali ... tanto per complicare le cose (bravissimi!).

Quindi, con queste carte in tavola, che ci troviamo davvero di fronte ad un'inversione di rotta o no, resta un vero e proprio interrogativo e mi sembra che ciò sia più che comprensibile e giustificato.

A questo punto, allora, non sarebbe stato più 'intelligente' e meglio sospendere ogni decisione? Non approvare alcunchè, per il momento con un bel NO?

Mettiamo che, come ci invitano a credere Vandelli e Poggi, ci sia davvero la volontà di invertire la marcia .. beh... allora non sarebbe stato il caso di verificare la consistenza di questa scelta, che sò, proponendo un emendamento alla delibera in discussione che prevedesse le piantumazioni a bosco urbano, 5 mila alberi per uno, di almeno altre parti dei parchi Amendola e Ferrari che certo non possono essere considerate sufficienti al loro stato attuale. Oppure, volendo ancor più dar corpo alle parole di Vandelli, prevedere la trasformazione in boschi urbani delle zone F per le quali non sia già stata prevista una destinazione ad altri servizi.

Se priorità deve essere la tutela della salute (anche) attraverso l'igiene ambientale ... beh che tale sia. E tutti noi, memori del passato, sappiamo bene che non c'è questione di trovare le risorse economiche, quando si hanno chiare in mente le priorità.

Sono convinto che proposte di questo tipo avrebbero potuto mettere in piena luce l'autenticità del cambio-marcia, oppure, come molti temono, che il bosco di Vaciglio non é altro che un bluff per cercare di mitigare i dissensi.

Non so se ci sia ancora il tempo per farlo, ma mi piacerebbe che ci si pensasse.

Giovanni Finali


Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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