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Con la doverosa premessa che non ho alcuna notizia in merito ad episodi di vera e propria 'malassistenza' intenzionale, quali quelli per i quali non manca giorno per apprendere nuovi particolari inquietanti, siano avvenuti da parte di operatori del servizio sociale per i minori di Modena. Con l'ulteriore premessa che concordo pienamente con l'invito del Presidente della nostra Regione (talvolta può capitare anche a me di condividere qualcosa con lui), che per affrontare un autentico ed 'onesto' approfondimento su problemi come questi é necessario che la Politica ritrovi uno spirito unitario e si privi di ogni tipo di strumentalizzazioni, abbassando nel contempo i toni, pur senza limitare il confronto e con un'ennesima premessa che mi porta ad esprimere vera soddisfazione per la decisione del nostro Procuratore capo, dottor Giovagnoli, di aprire su quanto é avvenuto degli ulteriori filoni d'indagine ad ampio spettro, per arrivare a definire i diversi aspetti e le rispettive responsabilità.
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ebbene, fatte tutte queste premesse, oggi mi voglio permettere un pò di autocelebrazione, allo scopo di evidenziare che alcune mie riflessioni di diversi anni addietro, addirittura quattordici in questo caso, che erano contemporanee o postume a quegli accadimenti, non erano poi tanto 'sballate' e prive di una 'credibile' visione prospettica.
Nel merito. Il primo marzo 2005, ad un incontro del 1 Tavolo di Lavoro su Responsabilità familiari, capacità genitoriali e diritti dei bambini e degli adolescenti per la stesura del Piano di Zona di Modena 2005/2007, al quale ero chiamato a partecipare in qualità di Responsabile del Coordinamento interassessorile per le Politiche giovanili, così come risulta tuttora dell'imponente documento di sintesi (che è un 'documento' del quale é consigliabile a tutti un'attenta lettura, disvelatrice di molti risvolti) ebbi modo di esprimere l'opinione di quel coordinamento che manifestava la sua preoccupazione per un crescente ricorso ad interventi di residenzialità presso le comunità per minori (di cui nessuna 'pubblica'), che registravano dati assai maggiori rispetto alla media.
E che ció, poteva essere diretta conseguenza della scarsa attenzione dedicata all'elaborazione ed organizzazione di un welfare innovativo e preventivo.
Di quanto quella voce fosse fuori dal coro, di quanto sia potuto 'dispiacere' ai miei capi che l'esprimessi con tanta chiarezza in un contesto istituzionale di quella portata, ma soprattutto di quanta sarebbe potuta essere poi la loro intenzione di tacitarla... oggi me ne sto rendendo conto assai più di allora. E ciò nonostante mi sia capitato già all'epoca di doverne rendere conto lo stesso giorno dopo, quando, posso immaginare su incarico dell'Assessore Maletti, il mio capo settore mi convocò per 'rimproverarmi e se l'ammonimento che riteneva che io meritassi, che é provvedimento amministrativo punitivo, non arrivò a buon fine fu solo perché l'incarico di riferire la posizione di quel coordinamento, che ovviamente condividevo fino in fondo, mi era stato dato dall'Assessore Romagnoli, che mi aveva affidato, condividendolo con la Giunta d'allora, quell'incarico. E quindi io non avevo commesso alcun atto arbitrario. In ogni caso, se non 'quella mia voce' di quel momento, col mio 'allontanamento' definitivo dal servizio per i minori, la mia parola venne in seguito a mancare totalmente.
Oggi, come ho scritto, riguardo al non solo mancato potenziamento di interventi educativi preventivi, ma addirittura all'abolizione di quelli che erano stati creati, il ché non può che facilitare le necessità di residenzialità (con costi unitari, che é bene che tutti conoscano, che possono arrivare a 400 euro al giorno) sono in grado di 'leggere' con un approfondimento accresciuto quanto capitato ... anche a me. Che, senza arrivare ad ipotizzare volontà specifiche di commettere illeciti, ha testimoniato comunque un indirizzo strategico ben delineato, a favore di interventi di tipo residenziale.
Credo che sarebbe molto interessante che un consigliere comunale, anche uno a caso, decidesse di promuovere un accesso agli atti per conoscere il numero dei 'nostri' minori allontanati dai nuclei famigliari d'origine. Quanti in affido, quanti adottati e soprattutto quanti in comunità e dove. Nonchè di conoscere l'appartenenza istituzionale di quest'ultime. Immagino che si potrebbero trovare 'dati' molto interessanti, tali da porsi parecchie domande.
Come ho scritto solo qualche giorno fa sto avvertendo prepotentemente l'imperativo di contribute alla stesura della Storia del servizio per i minori della nostra Città a partire dagli anni '70. Ovviamente una delle possibili. Leggere attentamente il passato, senza recriminazioni e 'processi' sommari, del resto ormai del tutto inutili, deve servire a progettare un futuro migliore. E ce n'è bisogno. La mia sollecitazione presente in quel testo, affinché , colleghi, ex-colleghi ed altri vogliano collaborare a quella 'scrittura' sta riscontrando diverse positive risposte. È ciò contribuisce ad alimentare il mio crescente ottimismo. Per chi ha voglia di narrare la sua storia professionale c'é ancora spazio.
Giovanni Finali