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Avviso Pubblico di Macellareà pardon: di interesse a costruire

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L'urbanistica ne esce a pezzi ancora una volta e non ringrazia. L'edilizia esulta cosìcome i soliti portatori di grandi interessi


Avviso Pubblico di Macellareà pardon: di interesse a costruire
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La fine dell’anno è alle porte e per di più è arrivato un freddo cane. È tempo anche di macellare il maiale, del quale si sa, non si butta via nulla. E così anche dell’urbanistica, del precedente Piano Strutturale Comunale, del territorio in generale ed anche della nuova legge urbanistica regionale nell’intento di arrivare al consumo zero di territorio addirittura ben prima del 2050. Va da sé che prima che entri pienamente in vigore, un periodo transitorio sino al 2023 è garantito. Nel frattempo, si potranno aggiungere ai già previsti 2 chilometri quadri del precedente piano, un “misero” 3% di territorio urbanizzato, ovvero ulteriori 120 ettari, una sciocchezzuola. La nuova legge urbanistica e l’Avviso Pubblico si premurano anche di far sapere che il concetto di territorio urbanizzato differisce da quello della precedente legge urbanistica e si lascia all’immaginazione quale sarà il concetto definitivo che si dovrà utilizzare.

Quisquiglie per una legge urbanistica fatta da avvocati e non da urbanisti.

È partito così l’Avviso Pubblico di “manifestazione di interesse” della amministrazione modenese (art.3 della nuova legge) per acquisire proposte per la “gestione attuativa” (vuol dire sollecitare proposte dai privati per costruire) attraverso “accordi operativi”.

Il bando è un vero capolavoro di fuffa; gli anglosassoni direbbero panna montata, ma potrebbe essere definito barocco, che al confronto quello di Lecce sarebbe architettura concettuale, quasi zen.

Le aree sulle quali gli aventi diritto potranno “manifestare” (il lessico utilizzato è sublime) sono quelle contenute nel PSC, nel Piano Operativo Comunale, nel Piano Urbanistico di Attuazione, ed in ogni caso sono ammessi tutti gli interventi diretti che possono ovviamente essere fatti quando pare.

Per chiarezza e trasparenza il bando ha quindi dettato indicazioni in ordine alle priorità di interesse pubblico nel valutare le “manifestazioni” e per evitare malintesi ha scritto pure, le “linee guida per la valutazione”, ed infine non pago ha scolpito come sulla pietra “indicazioni specifiche per la valutazione”.

Il lettore curioso può dare una occhiata all’Avviso Pubblico (120 articoli, 4 allegati), specialmente ai 30 articoli in cui si esplicitano come saranno valutate in negativo ed in positivo, tale manifestazioni. A suo rischio e pericolo però che dopo si potrebbe aver bisogno del logopedista. Fra i criteri c’è ne è uno anche monello e birichino che recita (art.3.4) “saranno postergate nella valutazione di rispondenza dell’attuazione dell’interesse pubblico le proposte che pur se oggetto di accordo già recepito all’interno dello strumento urbanistico prefigurino l’attuazione di aree di espansione”. Che forse tradotto potrebbe dire… dopo le elezioni… ne riparliamo.

Chi ha “manifestato” ottenendone un diniego, deve stare tranquillo: può già preannunciare al proprio avvocato non solo gli Auguri di Natale ma anche di tenersi pronto ad un ricorso. Questi i primi effetti della nuova legge urbanistica regionale e dell’Avviso a Manifestare; si preannuncia un gran lavoro per i tribunali, poco per architetti, ingegneri tanto meno per urbanisti.

L’urbanistica ne esce a pezzi ancora una volta e non ringrazia. L’edilizia esulta così come i soliti portatori di grandi interessi, i famosi stakeholders se la ridono e quelli che a questo giro son fuori…. sanno che nulla è perduto anzi con gli avvocati amministrativisti stanno già stappando champagne in anticipo, tutto sommato con solo 5 mila un ricorso al TAR si può fare e si vince di sicuro.

Le risposte rispetto all’ Avviso Pubblico di “manifestazione di interesse” in cui abbondano criteri generali e specifici, indicazioni, linee guida e quant’altro, sono state similmente un capolavoro: queste però di ermetismo, che Ungaretti al confronto è prolisso ed ampolloso.

I più infatti si aspettavano che le risposte alle “manifestazioni” sarebbero state date adottando almeno l’Analisi Multi- Criteria, detta MCA anche semplificata che si usa appunto quando i giudizi su di un progetto sono il frutto di una complessa serie di variabili o invarianti (come quelli richiesti, ad esempio l’indice di permeabilità, o l’efficienza energetica o anche lo smaltimento delle acque meteoriche, l’innovazione tecnologica). Ovvero, dato l’obiettivo, fissare i criteri, attribuire ad ognuno di questi un “peso”, quindi una funzione di valori, sommare tali valori per arrivare ad un giudizio sintetico, ovvero normalizzato dell’importanza di ognuno. E quindi una ammissibilità della “manifestazione” senz’altro più esaustiva.

Sì che, i “meno esperti” come possono essere considerati i Consiglieri Comunali avessero potuto votare con maggiore cognizione di causa, la Giunta nel suo complesso avrebbe potuto assumersi la responsabilità del peso dei valori ed i Tecnici preposti alla valutazione la responsabilità dei singoli punteggi per ogni valore e per ogni progetto.

Invece no, anche questa volta tutti salvi, tutti immuni, tutti “irresponsabili”.

In realtà la sensazione e che si voleva far votare in fretta e furia il Consiglio Comunale (come oramai è prassi) dopo una illustrazione veloce quanto i quark negli acceleratori di particelle, noiosa come le diapositive delle vacanze del cugino antipatico e con un dibattito a essere generosi, poco approfondito. Il giudizio finale dopo tanti criteri e linee guida sulle “manifestazioni” è: ammesso, non ammesso. Tutto qui.

Che ne siano stati ammessi ora ed apparentemente poco meno di trecento invece di 1000 di alloggi come si paventava non ha molta importanza: conta invece illudere il settore edilizio, quello a cui piace il “quantitative easing” di una ripresa immobiliare che da qui al 2023 già ne pregusta altri 2000 se non di più. Poi si farà il nuovo Piano Regolatore appunto…. poi si vedrà.

Così dobbiamo prepararci ad una ulteriore caduta dei prezzi del già costruito, a cui corrisponderà un valore dei mutui sugli alloggi ipotecati che sarà molto maggiore del valore del mattone, ad un ulteriore ridimensionamento delle imprese che hanno in pancia le aree edificabili che costruiranno e non venderanno. Con buona pace della rigenerazione urbana, dell’efficientamento energetico del patrimonio esistente, della riqualificazione dello spazio comune e tante altre narrazioni (così ora va di moda dire) sul futuro della città. Invece di incoraggiare il recupero edilizio di migliaia di alloggi e l’occupazione di centinaia di artigiani e piccole e medie imprese verso l’innovazione nel settore si va verso il ……… “business as usual”. Poi certo arriveranno ingegneri, studenti, esperti del quaternario avanzato che riempiranno tutti gli alloggi vecchi e nuovi. Ma questa è un'altra storia.

Lorenzo Carapellese - Urbanista (Volta Pagina)


Lorenzo Carapellese
Lorenzo Carapellese

Urbanista , laureato all’Istituto Universitario di Architettura di Venezia  è esperto di mobilità,  trasporti  e infrastrutture strategiche. Svolge la s..   Continua >>


 


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