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Immaginare che esista una parte politica giusta e adeguata e una parte politica sbagliata, magari addirittura connivente, nella lotta alla criminalità organizzata non rende giustizia alla verità e rappresenta il modo migliore per favorire le mafie stesse. Nell'affermare che la Destra non parla mai di mafia, nell'aggiungere che da anni non lo fa, nel domandarsi provocatoriamente il perché di tale presunto silenzio, come ha fatto ieri il candidato sindaco del centrosinistra a Modena Massimo Mezzetti, non si fa davvero un buon servizio alle istituzioni.
Se esiste un tema sul quale, fuor di retorica, occorre puntare all'unità nazionale, un tema su cui sentirsi tutti dalla stessa parte, quel tema non può che essere il contrasto alle infiltrazioni e al radicamento mafioso.
Forse con questo comizio da fine campagna elettorale Mezzetti ha raggranellato qualche voto in più, ha convinto qualche elettore ideologizzato, ma nel farlo ha aggiunto un sasso nello zaino già pesantissimo che lo Stato in tutte le sue espressioni deve portare, mentre tenta di sradicare il cancro della criminalità organizzata fuori dalle proprie membra e, purtroppo, come molte sentenze hanno dimostrato, anche dentro alle proprie membra.
Mezzetti è stato assessore regionale alla legalità, a suo tempo criticai il suo modo di concepire il tavolo che elaborò il famoso Testo unico della legalità, e per questo venni da lui accusata 'di rosicare' per l'esclusione. Quelle parole mi ferirono anche perchè la mia storia personale, il mio essermi costituita parte civile in due processi per mafia, prima presidente di una associazione nazionale di autotrasporto a farlo, non penso lo meritasse. Ma tant'è. Sono passati anni e avevo rimosso quell'episodio.
Le parole di ieri del candidato sindaco Mezzetti hanno riacceso quel ricordo e hanno confermato l'impressione che ebbi un tempo. L'idea in altre parole che nel nostro territorio la legalità viene intesa come un valore ad appannaggio di una sola parte politica, supportata in questo anche da storiche associazioni antimafia legate a doppio filo allo stesso mondo di centrosinistra, come recenti elezioni di autorevoli leader nazionali in Parlamento hanno dimostrato.
Nelle sue affermazioni probabilmente Mezzetti non ha diffamato nessuno, ma ha allargato una frattura se possibile ancora più grave. Una frattura 'morale' oserei dire, per citare le sue stesse parole. Nel territorio che ha visto celebrarsi Aemilia, il più grande processo alla Ndrangheta al nord della storia di questo Paese, nel territorio che le relazioni semestrali della Dia dipingono come terreno di radicamento delle mafie, a partire dalla Ndrangheta stessa ma non solo, occorre fare squadra. E' necessario superare differenze politiche e lavorare fianco a fianco nella consapevolezza che sono esistite personalità eccellenti di centrodestra, si pensi a Paolo Borsellino, impegnate sul fronte dell'antimafia e personalità eccellenti di centrosinistra e purtroppo pessimi esempi e condannati definitivamente dell'una e dell'altra parte.
Ecco, la campagna elettorale a Modena tra tre giorni sarà finita ma - a prescindere da chi sarà sindaco, a prescindere da chi vincerà le elezioni - la lotta alle mafie dovrà continuare. Non vale davvero la pena macchiarla per una manciata di voti e qualche applauso.
Cinzia Franchini
Redazione Pressa
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