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Anche a Carpi le elezioni hanno dimostrato la clamorosa differenza fra l’appeal di Salvini e quello dei candidati della Lega locale. Il confronto fra i voti alle Europee e alle Comunali, tenute nello stesso giorno, evidenzia infatti un sostanziale pareggio per Forza Italia, e - ipotizzando anche per FDI un pareggio -una vera deblacle per la Lega comunale, che lascia sul campo oltre 4.000 voti (-30% relativo, più del 10% assoluto ) rispetto al dato delle europee. Va solo un po’ meglio al secondo turno, nel quale la candidata recupera 600 dei voti persi al primo. Questo risultato permette ugualmente alla lista Lega+FDI di ottenere 5 seggi in Consiglio Comunale. Mentre Forza Italia, che non ne ottiene neanche uno, dopo 25 anni diventa l’unico partito a livello nazionale fuori dal consesso carpigiano.
Dei 5 eletti in quota Lega solo uno di essi è direttamente riconducibile a Fratelli d’Italia.
Diventerà interessante vedere se, nella prima seduta di Consiglio, verrà formato il Gruppo Consiliare Fratelli d’Italia, esistente in Consiglio dal 2013. Anche perché eventuali creazioni di gruppi in corsa non sembrerebbero essere ammessi dal regolamento comunale – che prevede il “Gruppo Misto” come paracadute per i consiglieri che nel corso del mandato vogliano lasciare il gruppo di provenienza, senza per questo entrare in un gruppo già esistente. Si tratterebbe comunque dell’unico eletto in quota FDI nei principali Comuni, dopo il sorpasso sul Coordinatore provinciale della candidata del Popolo della Famiglia, Elisa Rossini, a Modena e lo “zero” marcato a Sassuolo – dove FDI non avrà neanche un assessore (Sharon Ruggeri nei pensieri del sindaco sassolese Menani è entrata in quota Lega non essendo stato coinvolto il partito della Meloni nella scelta), nonostante il centrodestra abbia vinto il Comune e le pressioni del coordinamento regionale.
Va poi osservato che almeno due degli altri leghisti eletti a Carpi vengono più o meno direttamente dalla destra carpigiana – uno di essi era addirittura il coordinatore di FDI a Carpi prima del cambio di casacca fatto a poche settimane dalla presentazione delle liste, e l’altro un suo collaboratore. E anche l’ultimo degli eletti non risulta essere mai stato un leghista. Per questo è credibile che ci possano essere ulteriori spostamenti in corso di mandato, e la candidata a sindaco, rientrata lei stessa nella Lega e in politica in occasione della candidatura a Carpi, dopo un allontanamento più o meno volontario durato diversi anni, oltre a dover giustificare ai vertici la debacle in termini di voti, rischia anche – se non subito nel medio termine - di trovarsi da sola nel gruppo Lega, mettendo in chiaro imbarazzo il partito e gli stessi elettori.
Magath
Redazione Pressa
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