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Caso Segre: A Modena sei leghisti su sette - poi declassati a quattro – non si sarebbero alzati in piedi durante il minuto di silenzio chiesto dal Presidente del Consiglio Comunale in onore della senatrice a vita. La vicenda, di per sé assolutamente inutile, si presta però ad una seria analisi politica multilivello e a una proiezione più nazionale.
Il primo livello è quello del trappolone ordito dal PD per farsi bello e smascherare i “beceri leghisti antisemiti xenofobi ecc ecc”. Messa così, vien da dire che i leghisti modenesi hanno abboccato alla grande. Un po’ come i loro colleghi in Senato a Roma.
Però – secondo livello – la colpa è solo dei leghisti “nuovi” nei consessi elettivi. Talmente nuovi da non riconoscere al volo questi trappoloni. In realtà sarebbe bastato alzarsi durante il minuto di silenzio, senza proferire parola, per scongiurare ogni problema e strumentalizzazione.
Ma – terzo livello – sarà davvero stata l’inesperienza, o piuttosto la volontà di marcare la differenza con le sinistre? A prima vista è inesperienza, specie in considerazione della spaccatura nel gruppo, diviso più o meno a metà fra favorevoli e contrari all’omaggio alla Segre. Viste però le reazioni del giorno dopo, di presenti e assenti, dietro all’evento c’è anche una logica politica.
E qui – quarto livello – ha vinto la volontà di assecondare il popolo leghista che in questi giorni sul web ha attaccato la Segre: non tanto per chi sia la Segre, quanto per le leggi antiodio e per questo antileghiste che vengono promosse a suo nome. Una logica che fa riferimento alla “politica della Bestia”: fare quello che dice il popolo per crescere nei sondaggi. Questo livello merita già un approfondimento: è giusto che il politico assecondi il web?
No, perché il web è per definizione estremista e polarizzato e senza intelligenza propria, e il politico dovrebbe guidarlo più che assecondarlo. Ma qui – quinto livello – scatta il meccanismo opposto: del leghista che crede di assecondare il capo Salvini assecondando il web. Perché, ovviamente, dietro la commissione Segre, simbolo del comunismo e della censura, c’è solo la volontà di mettere il bavaglio ai figliocci della “Bestia”.
Il sesto livello inizia a essere scomodo: in realtà tutto quanto accaduto a Modena è solo frutto della forza trascinante del giovanissimo leader della destra estrema modenese, ideatore del blitz e pronto per primo a rivendicare a mezzo Facebook paternità, bontà e risultati dell’attentatino alla Segre. E qui c’è il problema politico: perché un gruppo di sette persone che voleva candidarsi alla guida della città, ma che non riesce manco a mettersi d’accordo sull’alzarsi in piedi o meno in omaggio alla Segre, e che si fa influenzare dal più giovane e destrorso del gruppo, rappresenta veramente un problema politico. Non solo locale.
Andando avanti nell’analisi, al settimo livello c’è il giudizio sull’entrismo. Perché la linea del giovane consigliere e dell’area che rappresenta, non proprio filo-israeliana e più in generale di destra estrema, ha già preso dopo pochi mesi il sopravvento nel gruppo leghista. Di solito l’entrista si appalesa solo dopo alcuni anni di contaminazione silente dall’interno. Ma qui bisogna stringere: le regionali incombono e le preferenze a qualcuno servono subito.
E le nespole matureranno dopo averle raccolte.
Magath
Magath Felix
Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul dirett..
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