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Allibito, ma non sorpreso dalle esecrabili invettive antigoverno pronunciate al festival dell’Unità di Modena dal dottor Claudio Vagnini, direttore generale del Policlinico di Modena, alto dirigente pubblico, ma di nomina politica, ultimamente, immancabile presenza attiva in tutti gli avvenimenti ufficiali organizzati dal Pd. Essendo in scadenza di mandato è indubbiamente alla ricerca di attestati, di meriti di fedeltà politica che gli garantiscano una futura collocazione.
Una situazione deplorevole, che dovrebbe creare imbarazzo prima di tutti nel Pd, che lo ha nominato a dirigere non un apparato politico, ma un ente pubblico delicato quale è un’azienda ospedaliera, Pd che dovrebbe prendere le debite distanze ed essere lui stesso a chiederne le dimissioni immediate da un ruolo pubblico, che evidentemente gli sta stretto, nel quale non ha per nulla brillato.
Anzi. Lo sfascio e il declino della sanità modenese hanno raggiunto livelli talmente bassi che ormai i modenesi non si meravigliano più e si arrangiano per conto loro o ricorrono direttamente al privato. Finchè se lo potranno permettere. Leggo il post di un modenese “il 18.4.24 a fronte di una visita dermatologica di controllo nevi non sono riuscito a trovare nemmeno un buco disponibile. Sapete come ho risolto: visita prenotata ed effettuata a Novafeltria (Ospedale civile) a 40 km da Rimini. La sanità di Vagnini”...
E pensare che al Policlinico di Modena il suddetto direttore generale fa opposizione alla legittima proposta avanzata dal Rettore, in coerenza con i suoi doveri d’ufficio, come stipulati nell’accordo di programma Università e Regione, recepito dal PAL, di ricoprire una struttura complessa universitaria, guarda caso la sofferente Dermatologia che si vedrebbe così rafforzata, con un professore ordinario munito dei requisiti richiesti.
Risultato, il ricorso al TAR di Bologna da parte del Rettore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, leso sia nei suoi diritti che nei suoi doveri.
Università contro Azienda Ospedaliero-Universitaria non si era mai verificato nel passato. Dovrebbe far insorgere tutte le forze politiche modenesi, Pd compreso.
D’altronde se la sanità modenese ha raggiunto i livelli più bassi della sua storia non è certo un caso. A Modena chi ha lavorato a contato con le direzioni sanitarie avvertiva il peso di una affiliazione politica, ma contenuta sempre entro limiti tollerabili, dove prevalevano gli obiettivi istituzionali. Solo con quest’ultima direzione sanitaria dell’Aou si è avuta una esasperazione di questa situazione che ha portato l’aspetto politico a prevalere su quello organizzativo-amministrativo, creando all’interno dei due ospedali faide, forti divisioni e discriminazioni basate sulle diversità ideologiche che hanno portato l’appartenenza a prevalere sul merito con le naturali conseguenze di un ulteriore decadimento generale che le lunghe liste di attesa, quando ci sono, in tutti i settori medici attestano inesorabilmente. Un esempio di grave incompiuta è il fallimento dell’unificazione gestionale e la razionalizzazione delle attività mediche dei due ospedali Policlinico e Baggiovara, operazione ereditata dalla direzione generale precedente e naufragata con l’attuale come dimostrato dall’aumento caos dovuto al fatto che in entrambi gli ospedali vengono svolte le stesse funzioni e prestazioni mediche.
E’ la strada su cui si vuole proseguire con il conseguente declino della conclamata sanità pubblica universale oppure il PD intende prendere gli opportuni provvedimenti per fermare un deriva che rischia di diventare incontrollabile?
Gian Carlo Pellacani, ex Rettore dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
Redazione Pressa
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