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Con la lettera pervenuta dalla Ue ieri, 9 luglio, si conclude un iter durato 2 anni con l’Europa e che sostanzialmente riconosce i dubbi e le perplessità motivate nella petizione di due anni fa, e nella successiva integrazione di settembre 2019.
In pratica il maggior sito inquinato da fanghi ceramici della provincia di Modena, la Frattina a Castelvetro, ora, dopo l’intervento della Protezione civile del Gennaio 2019, con il rifacimento spondale, ma che ha lasciato inalterato il carico inquinante dei 4,3 ettari, è a tutti gli effetti riconosciuto come sito inquinato da bonificare, avendo disatteso tutte le impostazioni del Ministero fin dal 1988, ma cosa ancor più grave, avendo lasciato coltivare per 20 anni quei terreni nonostante le imposizioni Ministeriali del 1988.
L’Europa conferma le violazioni, ma afferma che devono essere le autorità amministrative e giudiziarie italiane ad occuparsi del caso, e afferma che attualmente la violazione non avviene sistematicamente, quindi non siamo nel caso di reiterazione del reato da parte della Regione ER.
Si conclude quindi un Iter che ha messo in luce dopo 7 anni di lavoro analitico, 2013-2020, come il sistema produttivo si sbarazzava dei rifiuti ceramici tra il 1980 e 1984, inquinando le falde e i terreni su cui avvenivano le coltivazioni.
Emerge dalla lettera UE la approssimazione con la quale gli enti preposti alla tutela della salute si sono interfacciati con il problema, ASL ARPA, Provincia, Comune, Regione, in una continua accettazione del fatto compiuto, nonostante il proprietario del terreno avesse una sentenza a suo favore che lo classificava proprietario incolpevole, spostando di fatto le responsabilità sul “pubblico”, come in effetti il Ministero ha fatto, finanziando con 14 miliardi la bonifica del sito.
Il riconoscimento della Frattina da parte della UE, inserito in un contesto di frequenti violazioni del trattamento dei rifiuti e procedure di infrazione dell’Italia, come afferma la UE, ci inserisce di fatto in quel girone dantesco di inefficienza che si traduce spesso in milioni di euro che paghiamo alla UE di sanzione, e in patologie diffuse da inquinamento nella popolazione con costi e drammi ancora maggiori.
Purtroppo in conclusione emerge uno spaccato della UE che sostanzialmente non riesce ad andare oltre il “parere”, importante certamente, ma la mancata realizzazione dell’Europa pensata dai padri fondatori emerge nella sua interezza e crudezza, delegando al “nostro Stato” le scelte e le responsabilità, e lasciandoci solo la gestione di una moneta comune.
Importante certamente la risposta che ha transitato in diverse Commissioni Europee illuminando ciò che doveva restare al buio, e che rende giustizia delle omissioni a cui siamo abituati dai nostri Ministeri Regioni e Comuni, rendendo la Frattina una metafora del nostro rapporto malato cronico con l’ambiente, e forse purtroppo ormai incurabile.
Roberto Monfredini - Medicina Democratica- ISDE