Italpizza
La Pressa redazione@lapressa.it Notizie su Modena e Provincia
Logo LaPressa.it
Facebook Twitter Youtube Linkedin Instagram Telegram
Italpizza
articoliParola d'Autore

Che amarezza i 5 Stelle, l'ambiente non si tutela con un Ministero

La Pressa
Logo LaPressa.it

In pratica siamo andati dal medico che sbaglia l'identificazione dell'organo malato, di conseguenza la diagnosi, a cui segue una terapia errata


Che amarezza i 5 Stelle, l'ambiente non si tutela con un Ministero
Paypal
Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente. Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.

In soli due anni abbiamo udito, mai con Salvini, mai con il partito di Bibbiano, mai con Berlusconi e mai con i banchieri, un frullato di mediocrità che credo non abbia eguali nei quasi 75 anni di storia repubblicana, ma mai avrei immaginato di assistere al desiderio della nascita di un nuovo ministero come giustificazione al compromesso “storico” attuale. Ripercorrendo brevemente la storia ambientale di questi ultimi 10 anni in nessun consesso a cui ho partecipato, ho mai udito che l’assenza di tale Ministero fosse il motivo della nostra arretratezza culturale ambientale, visto che a casa nostra bruciano i capannoni o vengono sversati in falda i veleni, bruciati i fanghi, e smaltiti i rifiuti pericolosi sotto terra, o le città esportano i propri rifiuti con qualche “piccolissima” infiltrazione mafiosa nelle istituzioni (vedi processo Aemilia).

Come ho scritto tante volte in questi anni, il rapporto malato tra le istituzioni, gli imprenditori e i cittadini è alla base dello stillicidio ambientale a cui abbiamo, in Emilia Romagna mi riferisco, assistito senza battere ciglio, almeno fino al 2011, anno in cui identifico la discesa in campo di una parte di popolazione responsabile, che era richiamata ad una presa “d’armi”, in senso figurato logicamente, in difesa delle generazioni che verranno, e richiamate da quei 5 punti che erano la base ideologica della discesa in campo e del vero sacrificio (tempo rubato alla famiglia) per un bene comune senza alcun interesse personale. Non voglio entrare nel merito di chi poi ha rappresentato nelle sedi istituzionali con le laute retribuzioni, questo pensiero, spesso estranei e marginali a queste lotte in prima persona, perché non fa parte di questo scritto e sarebbe deprimente perché ripropone quell’aspetto Italico peggiore.

Da esperienze personali mi sono sempre trovato nella situazione di leggere le documentazioni progettuali e spesso all’interno delle stesse (siti inquinati, coogeneratore, discarica, infrastrutture, camino, discarica di vetro, lottizzazione, rifiuti, sicurezza stradale...) mi sono imbattuto in gravi incongruenze legislative, spesso con omissioni delle direttive comunitarie, ribadite anche dalle risposte UE alle petizioni e denunce, molte volte recepite dal Ministero e non attuate, come a volte spesso è capitato di leggere nei piani di programmazione istituzionale regionale (utilizzo a scopo di principio).

Famoso e chiarificatore il taglio di una semplice riga nel PRIT 2025 della RER (programma infrastrutturale della RER) che ricopia la frase con un copia incolla dal Ministero dell’Ambiente, (SNAC, Strategia Nazionale Adattamenti Climatici), ma elimina una sola riga:

  • SNAC: le risposte ai cambiamenti climatici devono essere date, in primo luogo, privilegiando l’ottimizzazione delle reti esistenti rispetto alla realizzazione di nuove e grandi opere, e effettuando una valutazione ponderata degli standard di efficienza delle infrastrutture e della loro vulnerabilità ai cambiamenti climatici rispetto alla loro funzionalità. Questo consente, tra l’altro, di limitare il consumo di suolo non antropizzato.
  • PRITT: le risposte ai cambiamenti climatici devono essere date, in primo luogo, privilegiando l’ottimizzazione delle reti esistenti rispetto alla realizzazione di nuove e grandi opere, e effettuando una valutazione ponderata degli standard di efficienza delle infrastrutture e della loro vulnerabilità ai cambiamenti climatici rispetto alla loro funzionalità.( ????)

Se ne deduce che la limitazione del consumo di suolo non antropizzato non fa parte dei programmi regionali, nonostante il Ministero detti le linee programmatiche su direttiva comunitaria, allertando tutte le istituzioni sugli eventuali prossimi scenari con una Co2 oltre 400 ppm

In 5 anni di consigli comunali e di tante battaglie, spesso vinte, con gli amici consiglieri mai ci è sovvenuta l’idea che un nuovo Ministero fosse le soluzione ai nostri problemi, ma anzi il lavoro spesso da ariete, veniva svolto nel territorio, con gli enti istituzionali, Regione , Provincia, Comune, Unione, Arpae, Ausl, ed in questo contesto abbiamo sempre trovato le maggiori difficoltà, leggendo come un sistema, il quadro progettuale che ci veniva prospettato, in quanto ricalcava un modus operandi ripetitivo.

Le estenuanti analisi dei rapporti tra pubblico e privato, la ricerca della logica, della trasparenza, efficienza , efficacia, economicità, cardini di tutte le norme che la UE approva, unita all’utilizzo degli strumenti che la UE ha messo a disposizione dei cittadini, (petizioni, denunce) ha permesso spesso di svelare il sistema in cui siamo immersi, ma di cui il Ministero non è mai parte in causa, ma solo terza parte, che spesso recepisce e approva direttive (non può fare diversamente), trasferendole poi agli enti territoriali per essere applicati.

La stessa Commissione Ambiente in Europa, ENV, svolge un prezioso lavoro di tutela dell’ambiente ponendo i paletti alle volontà edificatorie spregiudicate. Cito l’esempio del regolamento 592/2014 che era in procinto di essere approvato nella Primavera 2014 dalla Commissione UE, su proposta della commissione Veterinaria (incenerimento grassi animali cat 1) ma fu proprio la successiva imposizione dell’ENV ad inserire la clausola della post combustione a 1100 gradi dei fumi, in pratica eliminando di fatto il vantaggio economico di tale progettualità, e tutelando la salute dei cittadini.

Potrei anche tranquillamente affermare che spesso è stato proprio il colloquio con i ministeri (Ambiente, Sanità, ISS, Infrastrutture etc) l’anello importante o chiarificatore del problema, (vedi Frattina) mentre lo stesso non si può affermare per gli Enti territoriali, soggetti alle pressioni politiche e imprenditoriali, a dialogare solo in modo “interistituzionale” cioè fra se stessi , con la classica frase varie volte ascoltata: “lei non è un mio interlocutore” .

La creazione di un Ministero ad hoc per deliberare in materia di scelte energetiche utilizzando i fondi messi a disposizione dalla UE (molti a prestito) non incide in materia ambientale sugli aspetti che ho accennato, perché le scelte territoriali viaggiano dentro riunioni definite: conferenze dei servizi, che spesso legittimano impianti che di ecologico non hanno nulla (bio, verde, green...) ma creano movimentazione economica industriale e spesso nuova cementificazione.

Se abbiamo 100 giorni/anno di sforamenti dei parametri della qualità dell’aria, se si trova nell’aria acroleina o formaldeide, se dopo 40 anni viene identificato un sito inquinato (Frattina) sul quale per 20 anni si è coltivato nonostante il ministero dell’ambiente nel 1988 dicesse di bonificarlo e recintare l’area, (non era il Ministero della transizione ecologica) se per anni i rifiuti assimilati industriali sono entrati nel computo della RD al punto tale che l’Europa ha cancellato pochi mesi fa l’assimilazione al RSU dei rifiuti industriali..., tutto questo non è avvenuto perché era assente il Ministero della transizione ecologica, ma semplicemente perché nei territori, soprattutto la nostra terra, l’uomo ha imparato ad odiare la terra, a non rispettarne il battito, il respiro a non ascoltarla, relegandola a subalterna del sistema produttivo, il quale non poteva esistere economicamente con regole così pressanti, e per fare questo si è deciso di rinunciare collettivamente al rispetto di determinate regole imposte (UE), soprattutto quelle di natura ambientale, ma non solo, gli stessi diritti dei lavoratori hanno ricevuto lo stesso trattamento (caporalato e false cooperative).

Per fare un semplice esempio cito il vuoto a rendere, art 219 bis e 219,della 152/06, legge in vigore in tutta Europa ma mai utilizzata in Italia (forse presente in qualche luogo come virtuosismo personale di qualche sindaco) per il completo disinteresse delle Regioni, delle Provincie e dei Comuni, e come questa migliaia di norme in materia ambientale sono state relegate nell’ultimo cassetto della democrazia, al quale nulla potrà un nuovo o 10 nuovi Ministeri. A supporto di questo cito il grande progetto Dea Minerva di Savignano sul Panaro, ideato e realizzato dall’ex Sindaco di Savignano che riusciva ogni anno a raccogliere circa 20000 euro dalla raccolta differenziata di plastica e cartone, per trasferire tale somma alle scuole, e ora naufragato solo con il cambio di segno politico (da lista civica a PD per 1 voto), oppure lo stesso compostaggio di comunità, naufragato pure lui agli esordi nonostante sia ripreso tuttora anche dalla nuova 152/06 con il decreto 116/2020.

Diventa difficile pensare che la presenza di un Ministero nuovo ideato e mai discusso, da un unico soggetto ligure, questo il paradosso, possa porre un freno al consumo di suolo in ER, ostacolare la Bretella Campogalliano Sassuolo, la Cispadana, la trasformazione anaerobica dei fanghi industriali, bonificare il SIN e non SIR della Regione ER, ripristinare un rapporto senza delega con il gestore dei rifiuti (vedi delibera ANAC 626), rispettare i dettati in materia di rifiuti che l’Europa ci impone, uscire come Regione dai dati nefasti che ci vedono primeggiare in Europa sui sinistri stradali, fermare la TAV, e le sue conseguenze sui rifiuti amiantiferi dovuti agli scavi dei tunnel, o migliorare l’aria “cancerogena” che spesso si è costretti a respirare in tutta la Pianura Padana.

In pratica siamo andati dal medico che sbaglia l’identificazione dell’organo malato, di conseguenza la diagnosi, a cui segue una terapia errata che aggrava il paziente con costi enormi, ed una prognosi potremmo dire infausta, e qui vorrei sbagliarmi, in pratica un medico che ha preso la laurea in quelle università estere di famosa memoria.

Roberto Monfredini


Redazione Pressa
Redazione Pressa

La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


Contattaci
Parola d'Autore - Articoli Recenti
Fials, lettera aperta al sindaco di ..
Giuseppina Parente, referente provinciale del sindacato chiede un incontro a Giancarlo ..
11 Marzo 2024 - 23:55
Lanzi: 'Il M5S non ha smesso di ..
'Sì, ci siamo adattati, abbiamo imparato e, oserei dire, siamo cresciuti. Ma chi ha detto ..
05 Marzo 2024 - 12:28
Pd Mirandola: 'Caro Golinelli, si ..
Anna Greco: 'Se il nostro ex deputato è per il controllo pubblico di Aimag come priorità ..
04 Marzo 2024 - 12:36
Gian Carlo Pellacani: 'Voto Modena, ..
'Serve un condottiero, uomo o donna che sia, un leader forte, coraggioso e inattaccabile, ..
08 Febbraio 2024 - 13:27
Parola d'Autore - Articoli più letti
Obbligo vaccinale per insegnanti, ..
'A questo punto consiglio a tutti i bravi cittadini di offrire senza esitazione il braccio ..
25 Novembre 2021 - 19:40
Follia Green pass, i bambini prime ..
A questo punto davanti a questi adulti privi di cuore e di anima, non ci resta che sperare ..
08 Febbraio 2022 - 12:52
'Il vaccino non rende immuni: questo ..
Giovanardi: 'Stupisce e sconforta che gli Ordini Professionali si accaniscano contro ..
29 Dicembre 2021 - 21:23
'Festa Unità: è il vuoto totale, a ..
Il Psi: 'Da Muzzarelli lettera piena di dignità e di passione ma anche di un inascoltato ..
31 Agosto 2018 - 11:38