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La fiducia è una cosa seria ed è ancor più seria quando riguarda il rapporto tra cittadini e amministratori. Ma non sempre questa fiducia viene ripagata. Raccontiamo allora, oggi, un paio di storielle vere modenesi.
I ciclisti
Sono ormai anni, che le associazioni modenesi dei ciclisti lamentano le difficoltà nel raggiungere e percorrere, in sicurezza, le strade del centro storico. I diversi sensi unici di cui è disseminata la parte storica della nostra città, li obbligano a lunghi e tortuoso giri che alcuni di essi evitano imboccando alcune strade, pericolosamente, in senso contrario a quello consentito. Questa manovra che, a Modena, è tanto vietata quanto tollerata, salvo poi trovarsi nei guai quando si verifica un incidente, in diverse città italiane è legittimata da adeguata segnaletica conforme al codice della strada. Non parliamo poi della Germania o, addirittura, di Parigi!
I consiglieri del movimento 5stelle di Modena, in proposito, hanno presentato, con tenacia, diverse interrogazioni. A queste aveva risposto l’assessore Giacobazzi, asserendo che il codice della strada non consentiva questa facoltà in relazione alle caratteristiche delle nostre strade, ma assicurando, che avrebbe provveduto a razionalizzare i sensi unici del centro in funzione di una maggior fruibilità ciclistica, non appena fossero state installate le telecamere.
Ma, come molti temevano, ciò non è avvenuto. Ora, a distanza di anni, la nuova assessora Filippi, in risposta ad una nuova interrogazione, dichiara che, data la complessità della operazione, tutto viene rinviato al Piano della Mobilità Sostenibile. Insomma, se ne parlerà un’altra volta; e gli impegni presi dal precedente assessore che “entro tre mesi” si sarebbe predisposto un piano, dove sono finiti?
La diagonale
Ma ecco cosa scrivevo un anno fa riguardo la famosa “diagonale” a la conseguente ricucitura della Madonnina alla città.
Sono passati tre anni. Per costruire il canale della Manica, sono occorsi sette anni. Otto ne erano occorsi per costruire l’autostrada del Sole. Era sabato 29 novembre 2014, esattamente tre anni fa, quando, alle 21.59, in stazione dei treni di Modena, con banda cittadina e brindisi e con vin brulè e bensone, si celebrò l’ultimo passaggio del treno sulla ferrovia storica. In realtà il convoglio, per non smentire le “buone” tradizioni, arrivò con circa mezz’ora di ritardo. Sul treno c’era una delegazione modenese composta da autorità e cittadini, tra cui il sindaco Gian Carlo Muzzarelli, la presidente del Consiglio comunale Francesca Maletti, gli ex sindaci Giorgio Pighi e Giuliano Barbolini. L’evento venne enfatizzato come l’occasione per “ricucire”, finalmente, la Madonnina al resto della città, dopo decenni di attesa. Dopo numerose assemblee e confronti con i cittadini, ci si aspettava di vedere, se non qualche realizzazione, almeno qualche progetto definitivo. E, invece nulla, o quasi.
COSA E’ STATO REALIZZATO
Sono stati i cittadini della Madonnina, i primi a darsi da fare; infatti, in poco tempo, sono sorti diversi attraversamenti “artigianali”, ma utili allo scopo. Successivamente ne è stato realizzato un altro, da parte del Comune, quello di via Tabacchi; sarebbe un ciclopedonale, salvo il fatto che la pista ciclabile, guarda caso, non è collegata con nessuna delle due (via Emilia ed Emilio Po) già esistenti nelle immediate vicinanza; una cosa che si ripete troppo spesso per essere considerata casuale.
ARRIVA VASCO E ALL’IMPROVVISO…
Poi è arrivato Vasco e tutto è cambiato: in pochi giorni sono stati allestiti diversi varchi ciclopedonali; addirittura è stato allestito un percorso pedonale a lato della via Emilia dal ristorante Bruciata alla rotonda di via Virgilio; come mai viste prima... e neanche dopo. Ma dove sono gli attraversamenti stradali più volte promessi durante le assemblee? Non parliamo poi di quelli previsti nei precedenti progetti…. Nulla di nulla.
IL FUTURO
E la riconnessione della Madonnina con la città? C’è da chiedersi se di fronte a tanta inerzia, fosse proprio necessaria una spesa così consistente per spostare al ferrovia. Mancanza di idee? O si aspetta il nuovo piano regolatore? Ci sarà una distesa di case o un bel bosco? E la tranvia più o meno leggera che fine farà, ma soprattutto a chi servirà? E la pista ciclabile? Dobbiamo aspettare la prossima assemblea o un altro Vasco?
Ora gli anni passati sono già quattro. Eh, sì. La fiducia è proprio una cosa seria E c’è gente che non dimentica…
Franco Fondriest
