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Controinformazione sulla sanità a Modena, il convegno boicottato

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I responsabili della sanità locale hanno girato al largo da protagonisti della medicina nazionale non allineati al sistema rosso


Controinformazione sulla sanità a Modena, il convegno boicottato
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Informano dopo attenta selezione di tutto ciò che può favorire elettoralmente quello che ormai pare essere diventato il loro partito di riferimento. Tacciono invece ciò che può disturbare gli interessi elettorali del Pd, e in molti casi, oltre a non pubblicare interviste e commenti, non pubblicano nemmeno la notizia degli eventi. E’accaduto tante volte di non trovare annunci di iniziative che potrebbero non essere gradite al partito che governa Modena: sia che si chiami Pd, Ds, Pds, Pci o altro ancora.

Maggiordomi a volte si nasce. L’ultima censura della stampa locale riguarda il Convegno promosso dall’associazione culturale no-profit RelArte, dal titolo: 'Pratica medica e deontologia professionale. Medici in trincea', che si è tenuto nella nostra città il 6 aprile presso l’auditorium Ascom di Confcommercio. Assente la stampa modenese ad eccezione de La Pressa. Tra i relatori il modenese dottor, Daniele Giovanardi, noto per avere ricoperto per molti anni il ruolo di primario del nostro Pronto Soccorso e per essere stato protagonista di tante battaglie nel campo della sanità provinciale e nazionale. Assieme a lui due protagonisti, assai noti al grande pubblico televisivo: il professor Ivan Cavicchi, insegnante di Sociologia delle organizzazioni sanitarie e filosofia della medicina all’università Tor Vergata di Roma, e il professor, Enrico Mairov, della Facoltà di Scienze Motorie di Milano per l’Emergenza e il Pronto Soccorso Medico, presidente della Mediterranean Solidarity Association, responsabile Maxi Emergenze Internazionali, promotore, organizzatore e realizzatore dell’accordo di cooperazione sanitaria Lombardia - Israele.

Ivan Cavicchi è stato responsabile della sanità della Cgil nazionale, medico, scrittore, giornalista e sociologo, è considerato un neoriformista post-moderno indipendente. L’essere stato responsabile della Cgil nazionale, a Modena non basta per non essere sabotati dalla stampa locale e dagli organismi che reggono la sanità pubblica. La sua colpa è di avere assunto nel corso degli ultimi anni posizioni contrastanti con il Politburo della sinistra su di un tema importante come quello della sanità che assorbe circa l’80% dei bilanci regionali.

E’, infatti, assai nota in Italia la posizione critica del professor Ivan Cavicchi, a favore dei vaccini (non tutti), così come è nota la sua posizione avversa al decreto dell’ex ministra Lorenzin, eletta a Modena nelle liste del Pd. E’ critico verso il decreto Lorenzin per molteplici aspetti della sua formulazione. Ancora più noto è lo scontro televisivo avuto nel 2017 dall’illustre studioso con un personaggio ignaro dei problemi sanitari, e di altri seri problemi sociali in generale, che è Stefano Bonaccini, inadeguato presidente della Regione Emilia Romagna.

Era prevedibile che in questo contesto i responsabili della sanità locale avrebbero girato al largo da protagonisti della medicina nazionale non allineati al sistema “rosso”, e comunque critici verso scelte in campo sanitario che coinvolgono valori etici, politici e morali. E’ così che, senza diramare editti d’invito al boicottaggio, i nostri dirigenti della sanità locale, abituati da sempre a non esporsi per timore di perdere qualche privilegio, si sono autocensurati, e hanno girato al largo da un convegno non gradito al regime, anche se si trattava di relatori illustri e popolari del mondo della scienza medica come Ivan Cavicchi e Enrico Mairov, che il dottor Daniele Giovanardi e Anna Beatrice Borrelli hanno invitato onorando la città di Modena.

Si è trattato di uno dei convegni più importanti del settore, e di grande valore scientifico e culturale. E’ stata ricca di contenuto la dettagliata disquisizione del professor Ivan Cavicchi, che ha sottoposto all’auditorio intelligenti considerazioni circa la distinzione tra malattia e paziente. Ha, infatti, rilevato che il problema per la medicina di oggi non è più la malattia, poiché gli avanzati strumenti della medicina e della ricerca consentono di intervenire su di essa con molte garanzie di successo, il problema - egli ha detto con ampiezza di vedute, di esempi e riflessioni - è il paziente. Si può guarire da una malattia, ma se si trascura il paziente, c’è il rischio che s’innestino altre questioni di tipo psichico, psichiatrico e sociale. “Fare il medico sulla malattia – ha testualmente affermato - è più semplice, mentre fare il medico sul malato è molto più complesso. E’ necessario che il medico decida in modo informato assieme al malato”. Poi il discorso è andato su politica e gestione nel campo della sanità.

Il professor Enrico Mairov, con altrettanto fascino, ha illustrato il sistema sanitario israeliano sia per la cura sia per la prevenzione delle malattie, suscitando nell’auditorio grande ammirazione per l’ampia esposizione, e per il respiro internazionale che ha dato al problema sanità, in un quadro di vedute utili al cittadino, e ancor più utili alla formazione degli addetti ai lavori del sistema sanitario. Addetti ai lavori quasi totalmente assenti. Poiché si tratta di gente preposta alla prevenzione e alla difesa della nostra salute, dopo questa manifestazione di menefreghismo, vedo sempre più a rischio un futuro di prevenzione e di cura, per me e per tutti. La scelta dei direttori generali da parte della politica è stato un altro degli aspetti inquietanti affrontati al convegno. Nel corso del suo intervento il dottor Daniele Giovanardi ha richiamato l’attenzione sul caso dell’assessore regionale Sergio Venturi, sospeso dall’ordine dei medici per aver deciso che solo gli infermieri fossero presenti sulle autoambulanze, mescolando le esigenze amministrative con le esigenze della deontologia, senza pensare di che cosa necessita chi sta male.

Alla presidente di RelArte, Anna Beatrice Borrelli, e al dottor Daniele Giovanardi, va il merito di avere reso un servizio di approfondimento e di grande valore scientifico alla città. Sono convinto che se questo convegno fosse avvenuto durante gli anni in cui il dottor Daniele Giovanardi era primario al Pronto Soccorso, e suo fratello Carlo, ministro della Repubblica, la sala, anche di venti volte più grande, non sarebbe stata sufficiente a contenere tutti i partecipanti. E’ difficilmente calcolabile il numero di persone che per difficoltà personali o di membri della propria famiglia (e tra questi anche il sottoscritto) si sono rivolti a lui. Pochi di costoro erano presenti al suo convegno, ma molto numerosi sarebbero stati in altra epoca: giornalisti compresi. Daniele Giovanardi è uomo intelligente, sicuramente non si è mai illuso sulla natura degli esseri umani. Da medico conosce per scienza il corpo umano; ma da uomo colto sa bene quanto siano effimeri certi corteggiamenti. Sic transit gloria mundi.

In questa, come in altre occasioni, l’ignoranza e la pochezza dell’amministrazione locale che vanta, o meglio che mantiene, un esercito di addetti alla sanità, con la compiacenza della stampa locale, hanno reso evidente un aspetto della sua parte peggiore. Solo La Pressa da me rappresentata, era presente al convegno, mentre gli altri giornali: la Gazzetta di Modena e Il Resto del Carlino, a proposito di servizio pubblico, non hanno nemmeno pubblicato la notizia. D’altra parte sono sempre pronti a mettersi al servizio del presidente regionale Stefano Bonaccini, o del sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli. Quando si tratta dell’effimero più disparato, o quando si tratta di evitare la timorosa eventualità, come nel caso di questo convegno, che salti fuori l’inadeguatezza delle loro scelte che anche in campo sanitario coinvolgono la responsabilità di gente che amministra da oltre 70 anni la città, si nascondono. Amministrano in conformità di un’ideologia anacronistica che ha finito per mettere insieme ex democristiani ed ex comunisti per la sola conservazione di un potere che sta producendo guasti e disservizi. Per fortuna, nonostante il sabotaggio dei media di regime, il loro potere, che speriamo essere alla fine, non è più in grado di nascondere totalmente alla città le loro discriminazioni e incapacità.

Adriano Primo Baldi


Redazione Pressa
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