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Coprifuoco in tempi di virus, i consigli di chi in montagna è abituato

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Vi parrà strano, ma la nostra vita sociale ad alta quota non subirà grandi differenze


Coprifuoco in tempi di virus, i consigli di chi in montagna è abituato
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Nonostante anche in Appennino da anni sia arrivata (non dappertutto) l’alta tecnologia per le telecomunicazioni, e anche alcune abitudini tipicamente cittadine (anche se, va detto, alla fine lo spritz altro non ha fatto che mandare in soffitta il vecchio “bianchetto”), non si sa per quale ragione alla fine passiamo sempre per essere dei trogloditi, discendenti di Heidi, che non hanno una vita sociale una volta messe dentro alla stalla le greggi d’ordinanza. Eppure i pub e le discoteche ci sono e ci son state, e pure i grandi eventi tanto che, la rivista “Il Frignano” alcuni numeri addietro, dedicò un lungo articolo sulle discoteche che fecero gli anni sessanta-settanta-ottanta del nostro Appennino, con anche i relativi concerti.

Ma niente, un piangiano, quando viene a mangiare i funghi o a sciare, si stupisce sempre che esistano forme di vita, di aggregazione ma nonostante questo si pone una domanda: ma di sera cosa fate?

Ecco, in tempi di zona rossa e quarantena, adesso ve lo diciamo noi cosa fare, perché a noialtri, le abitudini cambiano ma solo parzialmente. Vi chiudono forzatamente il bar all’ora dell’aperitivo? Rimediate una bottiglia di prosecco al supermercato e andate in qualche tavernetta o garage coi vostri amici, portatevi un salamino da affettare, un po’ di pane e il gioco, benché rustico, è fatto.

Vi salta la serata al pub con la Champions? Chiedete all’amico che ha Sky se, dietro compenso di un paio di metri di pizza potete passare la serata con lui! Ovviamente se vi dice che preferisce di no per via che ha paura dei contagi non offendetevi.

Volete fare una cena tra amici ma il ristorante è chiuso? Vi svelo un segreto: potreste imparare a cucinare e fare una serata tra amici a casa.

Se avete già amici con velleità culinarie ancora meglio, altrimenti si fa il classico “porta&mangia” con trionfo di torte salate e pasta al forno.

Sono tutte opportunità che mostrano il vero metro di socievolezza delle persone, oltre al fatto che sono anche occasioni da “pochi ma buoni”, potete sapere con certezza se chi viene fa l’untore e, cordialmente, chiedergli di stare a casa. Se vi vuole bene lo farà.

Ci sono belle giornate e non avete voglia di stare in casa? Vi manca lo shopping? La palestra?

Signori miei, tutorial su YouTube e via di flessioni; contattate il vostro negoziante di fiducia, fatevi mettere da parte quello che vi interessa e poi passate a ritirarlo in un momento di tranquillità (e poca folla). Se la taglia non va bene si fa come sempre: ve la cambiano!

Poi potete uscire sul balcone di casa, improvvisare un calcetto nel cortile condominiale, portare fuori la spazzatura, e portare ugualmente il cane allo sgambamento. Fatevi raccontare dai vostri genitori l’austerity degli anni ’70, ritirate fuori i racconti dei nonni dove vi dicevano come facevano quando andavano “a vagg”; e non dimenticate che a differenza di allora abbiamo un’offerta televisiva notevole più la possibilità di guardare le cose on demand.

Vi parrà strano, ma la nostra vita sociale ad alta quota non subirà grandi differenze, per questo ci permettiamo di consigliarvi, per una volta prendendoci anche una sana rivincita.

Stefano Bonacorsi


Stefano Bonacorsi
Stefano Bonacorsi

Modenese nel senso di montanaro, laureato in giurisprudenza, imprenditore artigiano, corrispondente, blogger e, più raramente, performer. Di fede cristiana, mi piace dire che sono ..   Continua >>


 


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