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Covid, residenze protette per anziani e disabili: nulla è cambiato

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Il silenzio da parte delle istituzioni e mondo politico, dimostra per l'ennesima volta la poca importanza attribuita a questi servizi, alle persone più fragili


Covid, residenze protette per anziani e disabili: nulla è cambiato
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Le notizie apprese mezzo stampa, riguardo nuovi decessi e contagi nelle strutture residenziali per anziani, sopratutto nella provincia di Modena, evidenzia come CRA e RSA abbiano ancora grandi fragilità.

Il silenzio da parte delle istituzioni e mondo politico, dimostra per l’ennesima volta la poca importanza attribuita a questi servizi, alle persone più fragili che ne sono ospitate e a tutti i lavoratori del settore.
Nei mesi di piena emergenza le promesse sono state molteplici e roboanti come quella della creazione del tavolo tecnico da parte dell’amministrazione regionale per migliorare tutto l’impianto organizzativo delle CRA e RSA, per rivedere il sistema dell’accreditamento e conseguente potenziamento.

La Regione ha sempre risposto negativamente alla creazione di una commissione d’inchiesta indipendente, per accertare le responsabilità per i tanti decessi nelle CRA e RSA in Emilia Romagna.
Questo atteggiamento di chiusura e mistificazione della realtà, evidenzia la mancanza di volontà politica nell’accertamento dei fatti, ed assunzioni di responsabilità.
L’ammettere eventuali errori non è un segnale di debolezza, bensì di grande responsabilità e onestà nei confronti dei cittadini.

L’attenzione mediatica è costantemente diminuita (tranne qualche sporadica realtà) sul tema CRA e RSA in quanto i numeri dei decessi e contagi all’interno è diminuito.
È doveroso ricordare che questi “numeri” sono persone.

I dati positivi non devono trarre in inganno, pensando che il rischio sia scomparso (i contagi su tutto il territorio nazionale lo dimostrano) o che i problemi più volte denunciati si siano miracolosamente dissolti.

Tutto il contrario.

I problemi continuano ad esistere e sono sempre pronti ad esplodere in maniera dirompente, presagendo possibili scenari vissuti nel recente passato, che non sono esclusivamente correlati al covid-19.
La gestione dell’emergenza non è ancora conclusa! Le strutture residenziali sono costrette ad affrontare autonomamente le criticità correlate, dimostrando la grande abnegazione e professionalità del personale che opera al proprio interno.

La sensazione è che dai propri errori non si voglia imparare. Che il diritto alla salute, che la tutela delle persone più fragili come anziani e disabili, che i diritti di OSS e Infermieri, vengano messi in disparte a garanzia d’interessi politici e personali.

L’evidenza dei fatti lo dimostra.

Ad esempio il presidente della regione Emilia Romagna dimostra particolare attenzione per il prossimo referendum e l’autonomia differenziata delle regioni a statuto ordinario, rilasciando continuamente interviste o presenze in trasmissioni TV, senza mai menzionare il tema anziani e disabili.
Come i vari sindaci dei capoluoghi di regione, che non hanno mai proferito parola, in merito a quello che accadeva all’interno delle CRA e RSA.
Qualcuno addirittura cercava di minimizzare, come il sindaco di Modena che per tutta risposta ha esternalizzato e dato in gestione a privati altri servizi della città.
Dimostrando ancor più il potere che hanno le grandi cooperative, con fatturati da capogiro.

Questo deve portare a riflettere sulla classe dirigente a prescindere dallo schieramento politico.

In questi mesi come cittadini, familiari, operatori siamo stati impegnati in prima persona per cercare di mantenere alta l’attenzione sull’argomento, avanzando proposte, spiegando la vita all’interno delle CRA e RSA, l’apparato burocratico che le costituisce, la scarsità di risorse stanziate, costringendo il personale a sopperire alle tante troppe mancanze.
Cercando di sensibilizzare che le residenze per anziani e disabili sono una risorsa, che se gestite nel modo corretto sono un grosso aiuto per tutte quelle famiglie che devono affrontare il dramma di un malato nella propria vita.

La domiciliarità sostenuta dalla giunta regionale, non è la soluzione.
È scaricare sulle famiglie la gestione del malato in quanto, come l’anziano portatore di patologie multiple, il disabile fisico e psichico, necessita d’assistenza specifica fatta da professionisti.
Puntare esclusivamente sui servizi domiciliari, andrebbe a creare un maggiore divario sociale, tra quelle famiglie che possono permettersi l’assistenza domiciliare e chi no.
Solo servizi h24 possono e devono offrire tale assistenza, a garanzia di equità sociale a difesa delle fasce più deboli e disagiate, attraverso il potenziamento delle strutture residenziali protette, è possibile garantire tali obbiettivi.
Col presupposto che venga erogato un servizio di qualità.
Qualità che indubbiamente passa anche attraverso i diritti dei lavoratori, ormai svenduti e messi da parte per interessi di comodo.

Bisogna essere consapevoli che sarà un percorso lungo, non privo di difficoltà, per sostenere e portare avanti tutte quelle istanze a difesa del diritto alla salute, per avere chiarezza e verità di quanto successo in Emilia Romagna all’interno delle CRA e RSA.
Un comitato che abbia come obbiettivo il lavorare per migliore tutti i servizi socio assistenziali, sanitari, residenziali per anziani, disabili fisici e psichici, per chi è oggi residente presso questi servizi e per chi lo sarà in futuro.

Per questo lunedì 7 settembre alle 17 a Modena presso il Teatro Guiglia in via Francesco Rismondo 73 si terrà l’assemblea costituente del Comitato regionale Familiari e Operatori delle residenze protette.


Mauro Caffo - Operatore socio sanitario, delegato sindacale USB

Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 

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