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Non ho letto particolari reazioni alla notizia della cessione dell’azienda CPC a Mitsubishi Chemical. Da quel poco che ho letto di questa azienda, si tratta di una eccellenza Modenese. Opera in un settore innovativo ed in espansione, produce pezzi in fibra composita di carbonio. Sta aumentando in modo esponenziale, produzione e investimenti, ampliando sedi di produzione e impianti. Il suo successo è senz’altro dovuto alle capacità, alla lungimiranza e alla professionalità della proprietà e delle maestranze. Si è affermata sul mercato sicuramente con la capacità di innovare prodotti e processi e rispondere, in particolare, alle esigenze dell’automotive, alto di gamma. Molto probabilmente, nel medio periodo, la cessione dell’azienda ad una multinazionale, non comporterà ripercussioni negative per lo sviluppo aziendale. Qui ci sono impianti, competenze tecniche e il portafoglio clienti più importante, immagino, sia in Europa.
Le multinazionali però operano prescindendo dagli interessi delle comunità locali e sono indifferenti alle ricadute sociali. Non è quindi difficile ipotizzare che in caso le convenga, possa fare scelte penalizzanti per CPC, che diventa semplicemente uno dei tanti siti produttivi e di ricerca di questo colosso.
La mancanza di reazioni credo sia il frutto della assuefazione alle logiche liberiste e di mercato affermatesi in Europa. La politica e la società non ragionano più in termini di politiche industriali, nonostante sia ormai evidente che il libero mercato, senza un indirizzo politico, finalizzato al benessere sociale, abbia prodotto disastri e un aumento esponenziale delle diseguaglianze sociali.
Nell’articolo de “La Pressa” dedicato alla cessione veniva riportata anche la collaborazione di CPC agli studi di auto volanti e di mezzi a guida autonoma. Questo dimostra innanzitutto l’importanza di questa azienda e che questi studi porteranno a ricadute industriali la cui allocazione sarà decisa dalla multinazionale. Mi è però balenata un idea, magari strampalata, legata alle possibili ricadute militari di questa tecnologia. Pensiamo ai droni kamikaze e alla crescente importanza di quest’arma nel conflitto in Ucraina e lo sarà sempre di più nei conflitti del futuro, che purtroppo ci saranno. Un materiale leggero e resistente è molto importante per aumentare le prestazioni di mezzi volanti. In questo caso avremmo anche la cessione di sovranità nel campo militare e dell’industria bellica.
Gualtiero Monticelli
Redazione Pressa
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