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Concerto di Natale imponente ieri sera al “Comunale” con 170 coristi sul palcoscenico, l’Orchestra Sinfonica “Terre Verdiane” e, per la Marcia dall’opera Aida, 6 trombe dislocate su loggioni opposti in gruppi di tre. So di essere di parte, ma la “Rossini” non finisce mai d’emozionarmi e stupirmi. Provenendo da un’altra città, Torino, e avendo girato il mondo come musicista, posso affermare che è cosa assai rara assistere ad un simile spettacolo senza mettere mano al portafoglio. E la “Rossini” regala la sua arte e il frutto di tanta fatica da ben 131 anni!
Naturalmente si fa aiutare, perchè un concerto di queste proporzioni costa parecchio e, nel caso specifico, è ormai da più di vent’anni che a sostenere gran parte delle spese è il Banco San Geminiano e San Prospero, ora Banco BPM.
Il “Pavarotti” era pieno all’inverosimile e il sindaco Muzzarelli, che sta studiando per imparare l’ubiquità, non si è lasciato sfuggire l’occasione di portare acqua al suo mulino elettorale.
“Modena è una grande Città – ha detto – perché grande è il suo cuore. Facciamo in modo che continui ad avere il cuore grande e le braccia spalancate anche in futuro”. Il riferimento ad una possibile conquista di “barbari sanguinari” e soprattutto inumani, se dovessero vincere gli amici di Salvini alle prossime Amministrative, è stato compreso anche dal più bischero seduto in platea.
Tuttavia, il pensiero che non siano sufficienti l’accampamento con spaccio di droga della Stazione Ferroviaria o uno dei tanti quartieri immersi nel degrado e soprattutto nell’insicurezza, a causa di questo cuore grande e braccia spalancate, ha attraverso la mente di molti.
Il modenese è generoso per natura e non per affiliazione politica: lo è sempre stato e lo sarà sempre, chiunque sia a governarlo in futuro. La cosa curiosa, però, è che proprio la “Rossini” non goda di questa generosità da parte dell’Amministrazione, nonostante il prestigio e la sua storia secolare. In qualsiasi altra Città, così come accade per la vicina Sassuolo e la Corale “Puccini” che gode di un finanziamento annuale, un’associazione come la nostra meriterebbe d’entrare a far parte di quelle eccellenze che il Comune di Modena sostiene in solido, a prescindere da progetti e domande di sovvenzione. Invece no. Senza la BPM, la corale che pagò gli studi musicali a Pavarotti, avrebbe già chiuso i battenti da tempo. Allora, lasciamo che i cittadini pensino e giudichino con la propria testa, perché di questo martellamento continuo e ovunque non se ne può più. Restiamo anche sicuri sulla generosità modenese, che non ha mai smesso d’esistere dal tempo della Mutina romana, e apriamo le braccia anche alla “Rossini” o questo “gran cuore” del Partito Democratico si riduce, francamente, a parole inutili e fastidiose.
Massimo Carpegna - professore di Formazione corale, Direzione di coro, Musica e cinema e psicotecnica applicata presso il Conservatorio Vecchi Tonelli di Modena e Carpi
Redazione Pressa
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