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Ha destato sensazione e ha sconvolto l'opinione pubblica l'ennesimo incidente sul lavoro di Torino dove sono morti tre operai caduti da una gru in un cantiere edile. La morte di tre innocenti che ha riacceso una volta ancora i riflettori sul ministro del lavoro, il piddino Orlando, che continua ad assistere inattivo ed inerme a questa inarrestabile strage di operai, messa tra l'altro in risalto dai suoi stessi ambienti, dall'Ispettorato nazionale del lavoro, che ha rivelato che nove imprese edili su dieci non sono in regola con le norme antinfortunistiche. Cosa questa che causa più morti che non gli incidenti della strada: mille dall'inizio dell'anno. Un tributo inaccettabile per il mondo del lavoro di fronte al quale non abbiamo visto nemmeno la mobilitazione della Cgil che eravamo abituati a vederla scendere in piazza anche per situazioni meno gravi.
Ve lo immaginate voi cosa sarebbe successo se, al posto di un ministro del Pd, al Lavoro vi fosse stato un esponente di un partito del centro destra?
Il ministro del lavoro Orlando, come sottolinea qualcuno non aggregato al carro conformista del potere, deve dare cioè risposte rapide e concrete e non solo limitarsi a generiche scontate dichiarazioni burocratiche di 'vicinanza' alle famiglie. Peraltro sempre uguali e quindi controproducenti agli occhi della opinione pubblica. Gli si chiede insomma di fare il ministro del lavoro, di occuparsi anche delle condizione lavorative dei dipenenti delle imprese, di intervenire con atti concreti e rapidi di fronte ad una escalation di morti che sembra inarrestabile. Come quella di ridurre ad esempio la trafila burocratica sanzionatoria per fermare un cantiere edile che risulti fuori legge, per accrescere il numero degli ispettori del lavoro, per definire insomma un decreto legge complessivo che affronti nel merito la grave emergenza e blocchi la strage di lavoratori.
Abbandonando magari per un attimo le diatribe interne al suo partito, il Pd, sulla scelta del candidato alla Presidenza della Repubblica o sugli accordi con altri partiti, visto che il problema delle morti sul lavoro è certamente argomento di più alto spessore morale e umano. Oppure si dimetta, se ritiene invece di essere più coinvolto e interessato a temi di schieramento e alleanze politiche e governative o della conservazione del suo posto di ministro.
Cesare Pradella
Cesare Pradella
Giornalista pubblicista, è stato per dieci anni corrispondente da Modena del Giornale diretto da Indro Montanelli, per vent'anni corrispondente da Carpi del Resto del Carlino, per cinque.. Continua >>