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Ex cinema Olympia, i topi e l'immaginazione che non può essere negata

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Questi ragazzi hanno messo una città di fronte a dei fatti nuovi, ancora embrioni di ciò che potrà seguire


Ex cinema Olympia, i topi e l'immaginazione che non può essere negata
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Penso che sia veritiero affermare che la vicenda dell'occupazione dell'ex-cinema Olympia, del suo riuso che é durato un giorno meno di un mese, dello sgombero militarizzato dei due occupanti, trovati addormentati alle sei del mattino, col traffico bloccato in un'ampia zona limitrofa, con uno spiegamento di Forze dell'ordine che manco fossimo ad Ostia in un giorno di retate ai criminali,  questa vicenda, scrivevo, sia vero che non possa essere considerata una vera e propria 'rivoluzione culturale', almeno se vogliamo stare nei canoni ufficiali. Nello stesso tempo, comunque, é innegabile che abbia rappresentato uno scenario molto diverso da quelli cui siamo abituati ed ha messo in scena, volendo mantenere la metafora teatrale, diversi attori, una sceneggiatura ed un pubblico differente da quelli soliti. E credo proprio che sarebbe il caso di fare qualche riflessione. Di seguito, le mie.

Partendo dagli Attori protagonisti, la prima cosa da osservare è che, se poteva essere immaginabile  che fra essi vi fossero quegli 'sbandati' del Guernica, già protagonisti in passato di  vicende di questo tipo, non credo che fosse altrettanto prevedibile che, immediatamente e diversamente da quanto é successo in passato, ad essi si sono, diciamo così, associati diversi Cittadini che si sono immediatamente coinvolti, se non nel condividere il freddo, l'assenza di acqua e luce di quei locali, quantomeno nello spirito e nella finalità di quella azione che, di fatto, restituiva, seppure precariamente e temporaneamente, un utilizzo pubblico di quello spazio.

Uno spazio, fra l'altro, che è importante dal punto di vista architettonico ed artistico e che perciò è un patrimonio tutelato. Probabilmente proprio per questo, quell'occupazione ha coinvolto alcuni rappresentanti della Cultura cittadina, alcuni Consiglieri comunali, giornalisti, opinionisti di vario genere: più che in altre circostanze, quotidiani e social si sono riempiti di notizie.

Ora, in questa circostanza, ho  l'intenzione di limitare le mie riflessioni a quanto é accaduto in questo specifico caso, e quindi non spendo parole per manifestare la mia delusione ed il mio rammarico per il fatto che un'analoga attenzione ed equivalente condivisione non si siano riscontrate quando le occupazioni, pur sempre 'pacifiche', si sono mosse per gli interessi abitativi degli 'ultimi' (com'é stato, per esempio, per l'ex-caserma di via S.Eufemia).

In ogni caso, é andata così. I ragazzi occupanti hanno ammucchiato i pochi arredi disfatti, sopravvissuti agli anni d'incuria, hanno pulito dalle cacche di topo i locali, hanno accolto i tanti modenesi che hanno potuto rivedere un luogo del loro svago giovanile ed anche i mosaici da tanti anni nascosti. Poi hanno organizzato, settimanalmente, delle Assemblee pubbliche, hanno realizzato delle feste ed anche degli spettacoli di burattini per i bimbi. La centralità dell'occupazione, comunque, è stata di porre l'accento sul problema dell'esistenza di tanti luoghi e spazi 'abbandonati' al degrado, che restano totalmente inutilizzati. E ciò a fronte di una domanda di spazi e luoghi per tutti e principalmente per tutti quei giovani che non si sono rassegnati a vivere i loro anni fra i tanti happy hour della movida, le discoteche omologate, i videogiochi a canna ed i cellulari roventi per l'uso. In buona sostanza, che non si riconoscono nel dover essere consumatori e basta.

E la novità, a questo proposito, è che sono risultati 'simpatici' ed apprezzati, anche da coloro che in precedenza li avevano visti solo negativamente. Quindi, non una rivoluzione culturale, ma comunque una bella botta al senso comune.

Per me, che ho vissuto il pomeriggio del giorno dello sgombero nell'Aula del Consiglio comunale, alle prese con la consueta, snervante, tanto quanto illusoriamente utile, liturgia istituzionale, alle prese con le solite domande che non trovano risposta, fra i cerimoniali degli interventi concordati per far fronte comune ... che disagio!  Che differenza fra questo mondo rituale, cui anch'io ho scelto di frequentare, nella speranza che mi appare sempre più vana di poter contribuire a renderlo più vicino al reale e non agli interessi di pochi ... che differenza con il mondo di questi strani occupanti!

In ogni casi, anche chi ancora non l'ha fatti, se ne dovrà rendere conto, perché ciò  che é successo richiama con straordinaria efficacia ad una Comunità alla quale sono piaciuti gli accenni (dei post su facebook)  ai the caldi ed ai biscotti fatti in casa (non quelli del mulino bianco)  che si potevano gustare lì dentro, riacquistando un senso di collettività che in molti abbiamo perso. Sono piaciute le intenzioni 'festaiole' che hanno dimostrato di poter convivere più che bene  con l'impegno civico.

Insomma, hanno messo una Città di fronte a dei fatti nuovi, ancora embrioni di ciò che potrà seguire. E certo non sono bastati gli Agenti delle Forze dell'ordine, peraltro visibilmente accortisi della sproporzione dei mezzi anti sommossa impegnati per far fronte a qualche festante giovincello, per poter pensare di avere azzerato un'immaginazione con la quale tutti noi dovremo fare i conti.

Giovanni Finali


Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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