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E' possibile seguire La Pressa anche iscrivendosi al canale Whatsapp del giornale a questo linkCon la presente la scrivente organizzazione sindacale vuole lanciare l’ennesimo grido d’aiuto sulle condizioni disperate in cui versa la sanità Modenese. Troppe sono le carenze di organico delle figure sanitarie, in particolare infermieri e OSS, ma anche autisti d’ambulanza, tecnici di radiologia, ostetriche e chi più ne ha più ne metta, che spiccano nell’elenco delle “assenze” sulle due Aziende sanitarie. Inutile ricordarle e ricondurla anche alle sue responsabilità in materia e mi creda, sono ben consapevole che i primi a doversi sobbarcare le mie lagnanze dovrebbero essere i due direttori Generali interessati, che per altro sono in attesa di incontrare, ma ho pensato fosse doveroso coinvolgerla se non altro perché, dove nulla può il fragore dirompente della protesta, le parole scandite con lo stesso linguaggio, quello più sommesso della politica, possano giungere con maggiore efficacia e cogliere nel segno.
Dottor Muzzarelli, un tempo i nostri ospedali erano eccellenze, facevamo scuola, la nostra sanità regionale era il porto sicuro a cui i disperati provenienti da regioni meno virtuose delle nostre potevano approdare, certi che avrebbero trovato riparo e soccorso. Cosa ci sta succedendo? Non cada anche lei in banali considerazioni da scaricabarile, la prego, sappiamo benissimo che le colpe non risiedono troppo lontano da noi, ma, a mio modesto parere, trovano origine in una serie di scelte a dir poco discutibili compiute a livello Regionale dall’assessore Donini:
- La nascita dei CAU, che avrebbe dovuto sollevare i Pronto Soccorso da una serie di prestazioni “meno gravose” per favorire il ”decongestionamento” dei pazienti meno gravi in attesa;
- L’invenzione dei Direttori Assistenziali, dirigenti con stipendi da oltre 100000 euro, mentre i loro sottoposti non riescono ad avere una progressione economica da poche decine di euro da anni per mancanza di fondi;
- Il piano di investimenti immobiliari, presentato di recente anche alla stampa, con progetti ambiziosi, addirittura nuovi ospedali ( tipo quello di Carpi ), destinati a restare vuoti, oltre al taglio del nastro inaugurale, per mancanza di personale che intanto attende l’epifania di un’assunzione nella graduatoria di un concorso che non scorrerà mai, al pari di un ingranaggio arrugginito irrimediabilmente.
Vorrei farle sentire qualcuna delle telefonate che io ricevo quotidianamente da queste persone, che mi chiedono di aiutarle, di fare qualcosa, di convincere le aziende sanitarie ad assumere perché loro, di quel posto hanno bisogno.
Giuseppina Parente - Fials