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Non voglio entrare nel dibattito sul ruolo attuale del sindacato acceso da Di Maio; non è questa la sede.
Vorrei però sommessamente ricordare che:
- TUTTI i segretari generali della CISL, salvo Bonanni, sono diventati parlamentari, spesso della DC.
- TUTTI i segretari generali della UIL, salvo Vanni e Angeletti sono diventati parlamentari, di solito, di vari partiti del centro
- TUTTI i segretari generali della CGIL, senza eccezioni, sono diventati parlamentari del PCI, PDS,DS, PD.
Credo anche che in questa loro seconda (e comoda vita) abbiano, almeno qualche volta ad essere buoni, votato provvedimenti contro i quali, prima, avrebbero proclamato scioperi generali con danni economici ai lavoratori. Lavorare? Si ricorda ancora, con patetico sorriso, l’impegno di Cofferati a tornare in fabbrica per andare invece fare (male) il sindaco di Bologna ed essere poi promosso parlamentare europeo a rappresentare un partito che poi ha abbandonato.
E poi il caso della pensione di Bonanni (CISL) e di Epifani (CGIL); comunque, pensioni che, spesso, si vanno ad assommare alla indennità di parlamentare; insomma, non certo una brutta vita di stenti. In alcuni casi poi, chi non è diventato parlamentare, ma a volte anche chi lo è diventato, ha poi avuto prima o dopo, incarichi in enti utilissimo come il CNEL. Questo ha a che fare con il ruolo del sindacato? Non credo. Magari ha a che fare con l’ingordigia o l’ambizione delle persone, problemi che si riscontrano in tutte le organizzazioni, perfino, come abbiamo visto, nella chiesa. Ma nel sindacato ci sono migliaia e migliaia di persone che lavorano, combattono, spesso in modo volontario; è a loro che va tutto il nostro rispetto. Quello che va, invece, imputato, a mio parere al sindacato, soprattutto negli ultimi anni, è di aver tutelato i diritti di chi già ne aveva, a volte, fin troppi e di aver trascurato quelli di coloro che stavano fuori.
Ma veniamo al tema di oggi.
In questi giorni si è rifatta viva, dopo alcuni anni di silenzio, Adriana Querzè per parlare delle nuove case in via Vaciglio; le hanno immediatamente replicato Arletti, Pggi e Maletti ricordandole di essere stati colleghi della medesima giunta che aveva preso dei provvedimenti al riguardo e quindi richiamandola alla corresponsabilità. Questa uscita ci offre comunque l’occasione per esaminare il ruolo delle donne nella politica modenese.
MODENA, DONNE IN POLTICA: VEDIAMO LA SITUAZIONE
Sindaco a Modena? Sempre uomini a parte le brevi parentesi di Alfonsina Rinaldi e Mariangela Bastico; ma siamo nel 1995! Capigruppo in consiglio: tutti uomini, salvo le previ parentesi di Elisabetta Scardozzi e Grazia Baracchi. Consiglieri regionali e parlamentari; il PD presenta una sostanziale parità di genere; così anche il movimento Cinquestelle; mentre il centro destra presenta solo uomini.
LE SPERANZE, AL FEMMINILE, DI MODENA
Alcuni anni fa, a Modena, due donne si erano gettate a capofitto nella politica trascinando ondate di entusiasmi; erano Adriana Querzè e Francesca Maletti. Ma poi sono sparite; dove sono finite? Non sappiamo se dietro a questa scelta ci siano motivazioni personali (da rispettare) o politiche. Sta di fatto che di Francesca Maletti che, dopo essere stata sconfitta da Muzzarelli nelle primarie per il sindaco, è ora presidente del consiglio comunale, si sente parlare solo riguardo al suo impegno nel volontariato. Un impegno più che meritorio se non fosse per l’ondata di entusiasmo che aveva coinvolto tanta gente. Di Adriana Querzè si erano perse le tracce; dopo il deludente risultato elettorale della sua lista, si è presto dimessa dal ruolo di consigliere comunale che forse le stava un po’ stretto, a differenza dei colleghi Poggi, Arletti e Maletti. Poi silenzio. Fino alla recente uscita (contraria) sulle case di Vaciglio, proprio nel momento in cui i “suoi” due consiglieri, si avvicinano a quella maggioranza contro cui avevano presentato la lista.
Vedremo…
Per il momento, la bandiera rosa è in mano, a Modena, ad alcune assessore: Anna Maria Vandelli, Ludovica Carla Ferrari, Giuliana Urbelli, Irene Guadagnini, in regione a Giulia Gibertoni, a Roma a Cecilia Guerra e Giuditta Pini, in Europa a Cecile Kyenge. Vedremo se saranno in grado di esprimere con forza le loro capacità.
Franco Fondriest