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Come molti sanno, sono un appassionato di bicicletta e seguo le vicende del ciclismo. Fin da quando ero bambino, prima ascoltavo alla radio e poi guardavo alla televisione il giro d’Italia; i miei ricordi, vanno da Pambianco a Taccone, da Adorni a Gimondi, da Moser a Fondriest, da Bugno a Pantani, tanto per ricordare solo alcuni dei tanti corridori italiani. Ho seguito il Giro d’Italia nei momenti gloriosi ed in quelli bui; ho seguito le imprese di campioni e di gregari.
Ma quest’ anno NO, non lo seguirò. E non lo farò a causa dell’annosa piaga del doping che già tanti sostenitori ha allontanato. Non lo seguirò perché è partito con la tappa di ieri da Gerusalemme ignorando totalmente i gravi problemi di quell’area.
Problemi che, nonostante le diverse risoluzioni dell’ONU non hanno trovato soluzione.
Come non ha trovato soluzione il grave problema dei palestinesi sempre più oppressi, confinati in territori sempre più limitati e diventati ormai stranieri nel loro stesso paese.
La Piattaforma delle Ong italiane in Mediterraneo e Medio Oriente, che riunisce più di 40 organizzazioni considera un errore fare partire il Giro d’Italia da Gerusalemme e sostiene che: “Un evento sportivo che dovrebbe ispirarsi ai valori della solidarietà, lealtà e fratellanza tra i popoli rischia dunque di essere strumentalizzato e svuotato del proprio significato e si trasforma in un atto di sostegno alla imposizione della legge del più forte. La scelta di fare partire il Giro da Gerusalemme contraddice l’impegno pluridecennale della società civile e delle istituzioni italiane per favorire il dialogo e la costruzione della pace tra Palestinesi e Israeliani, per sostenere la prospettiva di due Stati, con Gerusalemme capitale sia dello Stato di Israele sia dello Stato di Palestina, nel rispetto dei diritti di entrambi i popoli, dei diritti umani e del diritto internazionale.
”
Gli organizzatori del Giro sono stati convinti a dare inizio all’edizione 2018 in Israele dal miliardario israelo-canadese Sylvan Adams, che ha coperto con i propri soldi la maggior parte delle spese, circa 20 milioni di dollari.
Insomma, per un pugno di dollari si dimenticano la tragedia del popolo palestinese e le palesi violazioni delle risoluzioni dell’ONU? NO, quest’anno, il giro d’Italia non lo guarderò ed invito i veri appassionati a fare altrettanto.
Franco Fondriest