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Avrete notato tutti come da parte sia di Conte che di Zingaretti e Di Maio, vi sia stata nei giorni scorsi una affannosa imbarazzata corsa a smentire le notizie di verifiche, rimpasti e sostituzione di ministri in corso tra i partiti di governo, notizie pubblicate da tutti i giornali e commentate in tutti i talk show televisivi. Ma erano proprio i diretti interessati ad affrettarsi a smentire queste notizie proprio mentre Zingaretti con la delegazione del Pd, Di Maio e Crimi con quella dei 5Stelle e Renzi con la Bellanova e Rosato, uscivano da palazzo Chigi dopo essere stati a colloquio col premier.
Cercavano di smentire insomma quello che era sotto gli occhi di tutti, smentivano se stessi sostenendo che non si era parlato affatto di verifica di governo perchè “la pandemia non lo consentiva e le priorità erano altre”.
Venendo però clamorosamente smentiti dallo stesso Conte che confermava che negli incontri si erano proprio affrontati questi argomenti.
Una farsa, insomma, una comica degna di 'Repubblica delle banane' o di 'Repubblica di Casalino', come l'ha spiritosamente definita qualche cronista politico.
Paura delle parole, dunque, paura della verità, il tentativo maldestro di nascondere la realtà delle cose che si traduce poi nella insoddisfazione crescente di una parte del Pd (segnatamente di Orlando, Zingaretti, Del Rio) e dei renziani (Bellanova, Boschi, Rosato) per lo stallo in cui si trova l'azione del governo, per lo stato di impasse e di malessere all'interno della maggioranza dovuto ai permanenti contrasti tra Pd e 5Stelle, ma anche per l'insofferenza di avere un premier accentratore, la classica figura dell'uomo solo al comando, uomo che si è impossessato del potere e dei pieni poteri senza che nessuno gieli abbia dati, approfittando dello stato di emergenza causa virus.
Situazione kafkiana insomma che viene smentita senza ritegno mentre in realtà si sta litigando tra i partners di governo se è il caso di tenere ancora in vita un esecutivo vistosamente incapace di gestire emergenza sanitaria e crisi economica, o se è meglio procedere ad un rimpasto con la sostituzione di ministri ritenuti inadeguati come la Azzolina, la De Micheli, Boccia, Toninello, Catalfo, forse Speranza e la loro sostituzione con altri, i cui nomi ricorrono sulle cronache giornalistiche, come Orlando, la Boschi, Del Rio e lo stesso Zingaretti.
Ma queste cose non si possono dire, anche se sono sulla bocca di tutti.
Proprio come in una 'Repubblica delle Banane o di Casalino', se preferite.
Cesare Pradella