Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
Ve lo ricordate vero il 15 dicembre scorso? La manifestazione fascista contro lo Ius Soli sotto al monumento ai caduti e la contromanifestazione in largo porta Bologna caricata dalla polizia come non si vedeva da tempo a Modena?
A distanza di quasi dieci mesi da quegli eventi più di una ventina di antifascisti modenesi si ritrovano indagati dalla Digos per 'adunata sediziosa' (Regio Decreto del 1930), 'porto d'armi e oggetti atti ad offendere' (un megafono forse?), 'istigazione a delinquere' e altre robette leggere di questo tenore.
Sarebbe estremamente buffo se non fosse terribilmente serio. In pratica a Modena - città che vanta una medaglia d'oro alla Resistenza, decorazione che il sindaco celebrava giusto una settimana prima di quel 15 dicembre - si utilizzano leggi fasciste per reprimere gli antifascisti che contestavano una manifestazione di fascisti: un cortocircuito istituzionale di prim'ordine che evidenzia la reale natura delle istituzioni che governano il territorio.
C'è del marcio a Modena e l'urgenza repressiva con la quale questura e istituzioni vorrebbero mettere a tacere ogni forma di dissenso è un ulteriore segnale che va in questa direzione. Ancora una volta a Modena i fascisti possano agire totalmente indisturbati - occorre dirlo - tutelati da quelle stesse istituzioni che solo a parole si dichiarano antifasciste. Dopotutto ormai è evidente come l’unico nemico della governance attuale sia la costruzione di una possibile opposizione sociale e reale al razzismo istituzionale, unico antidoto alla riproduzione delle cricche che governano i nostri territori.
Per capire come i discorsi suprematisti siano completamente accettabili in ambito istituzionale è sufficiente vedere come esponenti di destra e sinistra istituzionali si pongono in merito alla costruzione del Cpr o nei confronti della povertà, del disagio sociale e abitativo, della precarietà o delle sempre più crescenti disuguaglianze economiche.
Dal punto di vista delle istituzioni cittadine inoltre, l’attivazione antagonista rispetto a questa “montagna di merda” è sempre stata un problema da risolvere solo ed esclusivamente con la forza.
E che dire, invece, dell'ipocrisia e della doppia morale di buona parte della città, sempre pronta a girarsi dall'altra parte quando non è possibile salire direttamente sul piedistallo per fare la morale a quanti si mettono in gioco in prima persona. Chi pensa oggi deve agire, Deve prendere parola e lasciare ai salotti della Modena 'perbene' il compito di giudicare e di stigmatizzare, perché oggi tocca noi ma domani la repressione potrebbe riguardare direttamente anche voi che in largo porta Bologna c'eravate e che oggi tirate un sospiro di sollievo.
“Chi non sta da una parte o dall'altra della barricata, è la barricata.”
Il Guernica