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Con tutto rispetto per il dibattito in corso nella città fra fazioni, partiti, gruppi di pressione, comitati amici per interessi, liste civiche, congressi di associazioni e sindacati a noi sembra che due problemi sono ignorati e che meritano l'attenzione della città e dei partiti:
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la situazione politica e di governo nazionali
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l'Europa dei popoli e l'importanza che ha sul futuro anche delle singole nazioni piccole rispetto ai giganti internazionali quali USA, Russia e Cina, oltre a India ed altri Paesi di grandi dimensioni.
In modo molto sintetico partiamo dal punto due e da quanto tutti hanno visto qualche giorno fa in diretta mondiale, con tanto di video e foto: un deputato leghista calpesta con le scarpe “Italiane” i fogli utilizzati dal Commissario europeo Moscovici per presentare le valutazioni, negative, della Commissione Europea sul DEF del Governo Italiano.
Una reazione stupida e inutile a problemi invece seri che indeboliscono sia l'Italia che l'Europa.
L'Europa dei popoli che abbiamo contribuito a costruire e che noi vogliamo non è fatta di miope arroganza e di fredda burocrazia: noi siamo per un'Europa partecipata dai cittadini in cui le burocrazie tecniche applichino le politiche e in cui la politica, non la stolta demagogia, la faccia da padrona.
Possibile che Modena “città europea” per antonomasia non insorga contro comici e populisti che si rendono ridicoli e politicamente schiavi di Putin? L'Europa è e rimane l'unica garanzia per il benessere e la pace: da solo, qualsiasi singolo Stato del continente europeo (compresa la stessa Germania), sarebbe una semplice pedina in balia dei grandi gruppi internazionali e finanziari che già oggi agiscono con inaudita prepotenza e invadenza.
Solo una Europa unita e forte può permetterci di stare seduti al tavolo politico e di farci rispettare. Questa è l'essenza risolutiva e non è il tentativo di sfuggire ai problemi locali
La nostra situazione nazionale è precaria, tormentata fra tendenze fascistoidi e impreparazione assoluta, se non ignoranza, di qualsiasi principio di cultura di governo. E tutto questo non può non avere pesanti ricadute anche nel livello locale modenese strettamente inserito (per cultura, economia e peso specifico) nel contesto regionale, nazionale e internazionale.
Tutte le questioni e i problemi che ci troviamo e ci troveremo ad affrontare nei prossimi anni possono trovare una soluzione solo se esiste un rapporto corretto fra le istituzioni modenesi, la Regione e il Governo centrale in un contesto di un programma economico sostenuto dall'Europa.
Qualche esempio:
Ambiente, energia, sanità, scuola e università, socialità e lavoro ai giovani, casa e infrastrutture.
Senza un'azione coordinata e coesa non si può ottenere nessun risultato effettivo.
Bene i comitati, gli appelli, gli ordini del giorno, ma l'odio, la contrapposizione e la preparazione delle elezioni amministrative ed europee come una guerra “per mandare a casa qualcuno”non dà frutti ma scredita e abbassa, fino quasi ad azzerarlo, lo stesso senso delle Istituzioni.
Ogni atto di partecipazione democratica diventa una promessa di contrapposizione e non di unità civica per la risoluzione dei problemi.
Noi socialisti, piccolo partito ma con la storia nel cuore e nella mente, facciamo un appello ai partiti e ai movimenti perché ritorni il senso civico, la voglia di dialogo, anche in dissenso, ma che contenga l'idea centrale del bene comune.
Noi, mentre diamo la nostra disponibilità a dare un contributo in tal senso, stiamo avviando un Congresso Nazionale per cambiare Segretario e lanciare una nuova generazione di dirigenti.
Questo come processo democratico indispensabile per continuare ad esercitare con responsabilità il ruolo che, in quanto partito, ci assegna la Costituzione.
A Modena per noi, e lo abbiamo già scritto, esiste il “sinistra-sinistra-centro” e non il “centrosinistra”, né quello originario (costruito da Nenni e Moro) né quell'alleanza democratica in cui la sinistra veramente pluralista aveva il compito di scrivere una pagina nuova nella storia a Modena e in Italia.
Non ci attardiamo in questo articolo a tracciare i difetti, ma ribadiamo la nostra indisponibilità a continuare sul metodo politico che non regge più.
Noi pensiamo che il civismo attivo e democratico possa avere energie e idee in grado di fare da mallevatore del futuro della politica e delle istituzioni.
Ricominciamo quindi dai Comuni, come comunità di base, coesa, immediata, capace di conoscere e confrontarsi con i problemi reali e in grado di cercare le soluzioni senza fare demagogia.
Noi pensiamo a un programma e a iniziative politiche che costruiscano un manifesto che vada oltre il PD attuale, senza più anima e spinta innovativa.
Anche a Modena non c'è più senso di unità, c'è arroganza e presunzione, incapacità di tenere collegate storie e futuro di una comunità matura, laboriosa e indipendente che pensiamo meriti di essere rappresentata al meglio.
Non siamo più disponibili a vecchie liturgie, ormai obsolete ed inutili. Il nostro appello è rivolto ai modenesi e alle persone che vogliono il bene delle nostre città, sia nel capoluogo che in provincia; un appello libero, aperto e pronto a trovare soluzioni civiche adeguate.
Non vogliamo confusione né rotture con la storia, ma siamo pronti ad un confronto e a un dialogo fecondi senza sottintesi, limiti ideologici o premesse di potere e di rappresentanza.
La nostra ultima storia recente ci ha insegnato a produrre idee, metterle a disposizione della collettività anche fuori dai Consigli Comunali.
Il nostro unico riferimento è la carta Costituzionale, la lotta ai fascismi più o meno mascherati, al populismo che semina odio e conflitto fra le Istituzioni e le persone. Sulla base di questa impostazione la nostra Federazione è disponibile a confrontarsi .
Graziella Giovannini - Segretaria Provinciale PSI