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Il crocifisso fa parte della storia del mondo: giusta marcia indietro
La Pressa
Prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli, ricchi e poveri, credenti e non

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Siamo lieti che la preside delle Medie Focherini di Carpi, professoressa Federica Ansaloni (nella foto), abbia fatto marcia indietro sulla sua precedente decisione personale di togliere i crocifissi dalle aule scolastiche, rimettendoli ora ai loro posti.
Siamo lieti perché il crocifisso fa parte, al di là delle personali convinzioni religiose, della nostra cultura, delle nostre tradizioni che non dobbiamo dimenticare né abiurare solo per fare piacere a qualcuno. Perchè, come diceva la scrittrice Natalia Ginzburg, “il crocifisso fa parte della storia del mondo”.
E infatti la grande scrittrice comunista di origini ebraiche, appunto la Ginzburg, pubblicò sull’Unità nel marzo del 1988 un breve articolo che fece scalpore a sinistra, tra i puristi del marx-leninismo, ma che si dimostrò viceversa puntuale e argomentato al punto tale da apparire ancora oggi, dopo 35 anni, incredibilmente attuale.
Scriveva dunque la Ginzburg: “Il crocifisso non genera nessuna discriminazione perchè tace. Sono duemila anni che diciamo ‘prima di Cristo e dopo Cristo’. Il crocifisso è simbolo del dolore umano. La corona di spine e i chiodi evocano le sue sofferenze. La croce che pensiamo alta in cima al monte, è il segno della solitudine della morte. Non conosco altri segni che diano con tanta forza il senso del nostro destino umano.
Il crocifisso fa dunque parte della storia del mondo.
Per i cattolici, Gesù Cristo è il Figlio di Dio. Per i non cattolici può essere semplicemente l’immagine di uno che è stato venduto, tradito, martoriato, ed è morto sulla croce per amore di Dio e del prossimo.
Si dirà che molti sono stati traditi e martoriati per la propra fede. E’ vero e il crocifisso li rappresenta tutti. Perchè?
Perchè prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono tutti uguali e fratelli, ricchi e poveri, credenti e non, ebrei e non, neri e bianchi.
Gesù Cristo ha portato la croce. A tutti noi è capitato di portare sulle spalle il peso di una grande sventura. A questa sventura diamo il nome di Croce, anche se non siamo cattolici, perchè troppo forte e da troppi secoli è impressa l’idea della Croce nel nostro pensiero.
Gesù ha detto “ama il prossimo come te stesso”.
Erano parole già scritte nell’Antico Testamento, ma sono diventate il fondamento della rivoluzione cristiana. E sono la chiave di tutto.
Il crocifisso fa dunque davvero parte della storia del mondo.
Cesare Pradella
Cesare Pradella
Giornalista pubblicista, è stato per dieci anni corrispondente da Modena del Giornale diretto da Indro Montanelli, per vent'anni corrispondente da Carpi del Resto del Carlino, per cinque.. Continua >>