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Il futuro delle liste civiche: il bluff dell'ascolto

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Una analisi a puntate sull'impegno civico dei cittadini al di fuori dei partiti tradizionali. Si parte da quanto avvenuto in Francia


Il futuro delle liste civiche: il bluff dell'ascolto
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Pubblichiamo una analisi in più parti di Giovanni Finali sul futuro delle liste civiche. A livello europeo, nazionale, ma anche modenese. Una analisi che parte dalla fotografia di quanto avvenuto alle recenti elezioni francesi.

All'indomani del successo elettorale francese di Macron, può essere necessaria più d'una una riflessione. Per la prima volta, se si esclude il riferimento all'esperienza americana, che ha visto l'affermazione di un candidato non propriamente organico al suo partito, ma che tuttavia non è assimilabile al caso francese, un elettorato nazionale ha premiato un candidato che si é presentato 'privo di un partito di sostegno'. A confermare questa sua connotazione, la serata che ha ascoltato il suo primo intervento presidenziale, a salutarlo non vi era traccia di alcuna bandiera di partito (tutte rigorosamente del tricolore nazionale) né di alcun inno significativo di una specifica forza politica.

Un candidato, perdipiù, che durante la campagna elettorale ha detto più volte di non sentirsi né di destra né di sinistra, e che lo ha fatto proprio in Francia, nel paese che ha visto nascere per la prima volta queste due 'categorie' della politica, ormai più di duecento anni addietro.

Con un pò d'approssimazione e rischiando un poco nel qualificarla tale, ciò che é avvenuto in Francia  potremmo definirla la vittoria di una lista 'civica'. Credo che in Italia siamo lontani da una simile eventualità. Ma non é così a livello dei Municipi e, forse, anche delle Regioni. Contesti, quest'ultimi, dove sempre più spesso e da più parti, molti esponenti delle forze politiche più grandi vanno ripetendo insistentemente la necessità di cambiare la propria strategia di relazionarsi con le persone. Sostengono l'opportunità di 'aprirsi' alla cosiddetta società civile, di 'tornare a parlare con la gente' e simili.

Anche qui da noi a Modena c'é stato un periodo,  guarda un pó, proprio durante l'ultima  campagna elettorale, durante il quale é sembrato a molti che la parola vincente fosse diventata  'ascolto' e il verbo più indicato per vincere le elezioni fosse  'ascoltare', congiunto in tutte le possibili declinazioni. Tuttavia, non sono stati molti coloro che hanno 'abboccato all'amo'. É stato più che evidente che coloro che nel loro passato politico si erano ben guardati dall'applicare questa metodologia nel loro agire politico, potessero improvvisamente modificare, come folgorati sulla via di Damasco, il loro comportamento.

Così com'é parso ingannevole far credere che la volontà di ascoltare i Cittadini potesse essere avulsa ed indipendente dalla volontà di vedere quest'ultimi pressoché esclusivamente come elettori, il cui consenso era da guadagnare e non come soggetti coi quali avviare un vero confronto. Insomma, la realtà, al di là delle dichiarazioni, é stata quella di promuovere un ascolto a senso unico, nel quale svettasse la priorità delle idee del candidato politico più che quella dei Cittadini elettori. 

Da altre parti, sempre nella valutazione di altri partiti tradizionali, vi é stata la corsa a proporre come strumento di gestione e soluzione dei problemi delle persone, quello dell'intervento dell''uomo forte', che non ha bisogno d'ascoltare nessuno, perché possiede autonomamente la risposta giusta per tutto. Con quest'ultimi, ovviamente, il problema di interfacciarsi con i Cittadini non si pone, se non nel cercare di far crescere in quest'ultimi la credibilità e la dimostrazione della forza del risolutore.

In buona sostanza, si potrebbe dire, generalizzando, che le forze politiche organizzate non hanno saputo-voluto-potuto comprendere, nè tantomeno utilizzare, le grandi potenzialità di quella parte di Cittadini che avrebbero voluto concorrere alla vita politica della loro Comunità. Al contrario hanno saputo-voluto-potuto solo cercare di cannibalizzarne la disponibilità, l'impegno e, non ultimo, le competenze. Peraltro con scarsissimi risultati.

Uno dei corollari di questa situazione, di conseguenza, per questa parte di Cittadini, intenzionati, comunque, a non farsi da parte e per i quali non era convincente il sostegno ad un partito politico già esistente, é stata quella di far nascere alcune liste civiche, che hanno cercato di rimediare a questa situazione, sforzandosi di inserirsi nel dibattito politico con i loro contributi originali e autonomi. Non senza trovare rilevanti problemi.

Giovanni Finali

Fine parte uno


Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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