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Continuiamo con la pubblicazione dell'analisi in più parti di Giovanni Finali sul futuro delle liste civiche. A livello europeo, nazionale, ma anche modenese.
Dopo la prima puntata pubblicata ieri, ecco la seconda parte.
Per riflettere correttamente su cosa puó essere oggi una lista civica, occorre iniziare ad utilizzare delle categorie di pensiero totalmente differenti da quelle impiegate abitualmente dai partiti tradizionali. Cosa certamente non semplice né tantomeno facile.
Per dirla in sintesi, si potrebbero impiegare, ad esempio, alcuni slogan che, peraltro, sono già stati utilizzati da alcune liste civiche nel recente passato. Uno di questi é stato: 'Non é sufficiente cambiare le facce dei politici... per cambiare veramente occorre cambiare il modo di fare politica'. Intendendo, con questo, che occorre introdurre nella Politica la necessità di produrre elementi ed azioni politiche attente alle soluzioni dei problemi posti in atto e non solo al perseguimento di una logica di mera sopravvivenza delle classi politiche. Che non sarebbe sufficiente sostituire la classe politica attuale, bensì sarebbe necessario invertire la strategia relazionale che la lega alle Cittadinanze. Non più 'solo' da convincere e guidare, bensì da promuovere come soggetti proponenti soluzioni, riconosciuti, innovativi ed efficaci, indispensabili.
Un altro slogan é stato: 'consentire che per il bene comune possano trovar spazio ed agire i 'saperi diffusi', uno slogan efficacissimo per diffondere la consapevolezza che il patrimonio della verità e delle sue ragioni non é di assoluta proprietà di coloro che momentaneamente sono incaricati di amministrare, ma che esso appartiene all'intera collettività e che é necessario, opportuno, utile e molto funzionale lasciare, ed anzi facilitare, che si metta in gioco.
Spiace constatare che le forze politiche attuali sono molto distanti da questi tipi di coscienza.
Per fare un ragionamento sulle liste civiche, credo che occorra, preventivamente, concordarne la definizione e la sostanza, perché non è stato raro osservare che, nel panorama nazionale, ci sono state esperienze locali che hanno scelto di definirsi tali, ma che tali non erano.
Consultando Wikipedia si legge: 'Lista civica è il nome dato comunemente a una lista di candidati alla carica di sindaco e di consigliere comunale che si presenta alla prova elettorale senza essere espressione diretta di un partito politico nazionale'.
Di più: 'Il dizionario Garzanti offre la seguente definizione: 'civica é una lista elettorale presentata alle elezioni amministrative, autonoma rispetto ai partiti tradizionali, con un programma che mira ad affrontare e risolvere problemi locali'. E ancora: 'Una lista civica è di fatto un nuovo partito politico che, a differenza di quelli tradizionali, assume più una caratteristica di movimento d'opinione temporaneo e a dimensione locale'. Se si analizzano i percorsi fondativi fin qui attuati, i principi ispiratori, e le metodologie adottate, le liste civiche di recente costituzione si richiamano alla pratica politica della 'democrazia partecipativa' come alternativa (aggiungerei: più che 'alternativa' direi 'che si combina') alla 'rappresentativa'.
Giovanni Finali