Primi autentici patrioti italiani o setta di carbonari collaborazionisti dell'occupante francese che nelle nostre terre semino' terrore e devastazione dei simboli religiosi? Non era forse Napoleone portatore di un'ideologia volta a scardinare ogni nostra secolare tradizione e identità religiosa o feudale che fosse?
Tra luci e ombre quel 7 gennaio di 222 anni fa' la Repubblica Cispadana fisso' tra i suoi principi costitutivi l'autodeterminazione dei popoli e scelse il bianco, il rosso e il verde non copiandoli dalla bandiera francese, come tanti credono, ma sigillando un'antica tradizione italiana che aveva già visto i tre colori simboleggiare archetipi comuni.
Il bianco, il rosso e il verde vessilli, rispettivamente, delle tre tribù che fondarono Roma nel 753 a.
C.
, i Luceres (Etruschi), i Ramnes (Latini) e i Titientes (Sabini), colori che poi garrirono per secoli nel Circo Massimo nelle corse delle bighe;
il bianco, il rosso e il verde citati dall'Alghieri, nella sua Commedia, come veste di Beatrice a simboleggiare le tre virtù teologali: la Fede, la Carità e la Speranza;
il bianco e il rosso delle bandiere crociate dei tanti comuni italiani, cui poi si unì, nel 1796, il verde visconteo di Milano - perchè il Tricolore a bande (prima orizzontali, poi verticali) nacque in verità (e in sordina) a Milano un anno prima che a Reggio Emilia per iniziativa di due studenti universitari.
Negli anni che seguirono il Tricolore è stato glorificato dal sangue di generazioni e generazioni - soprattutto nella prima guerra mondiale - che hanno donato la propria vita per l'indipendenza, l'unita' e la grandezza della nostra Patria italiana perla di bellezza unica al mondo, culla dell'arte e della cultura, unione delle identità.
Una Patria, , spezzata e tradita l'8 settembre 1943, quella data che un intellettuale come Galli della Loggia identifica come la morte della Patria stessa,con odio e violenza che si sono protratti ben oltre il 25 aprile 1945 .
Arriviamo dunque ai tragici fatti di un' altro 7 gennaio, quello del 1978.
La vicenda di Acca Larentia è paradigmatica della storia frammentata della nostra Nazione. Tre ragazzi, tra i 18 e 20 anni, assassinati davanti alla loro sezione, sotto il tricolore in forma di fiamma , simbolo del movimento patriottico nel quale militavano. Asassinati da mano terrorista rimasta incredibilmente sconosciuta ed impunita,mentre tanti, troppi, gridavano ancora nelle piazze e sui giornali che "uccidere un fascista non era reato", come a riferirsi ad una comunità "altra" ancora una volta divisa.
L'orologio della storia scorre inarrestabile e ci consegna oggi una realtà multiforme, dove la trasformazione frenetica e incontrollata della globalizzazione si va imponendo alle nostre vite.
L'Italia ha nelle sue mille diversità territoriali il valore e la potenzialità unica al mondo del suo Popolo, il Tricolore ne è simbolo d'Unità e oggi acquista nuova valenza rivoluzionaria come alle origini, quale paradigma di resistenza identitaria al nichilismo mondialista.'>Ieri 7 gennaio ricorrevano due anniversari particolarmente fondanti della battaglia identitaria e che portiamo nei nostri cuori. Il 7 gennaio 1797 a Reggio Emilia nasceva ufficialmente il nostro vessillo nazionale e nella stessa data ma a Roma nel 1978 tre giovanissimi militanti nazionali sotto l'insegna tricolore della fiamma venivano barbaramente assassinati. Ma torniamo per un momento all'istituzione del vessillo tricolore nel 1797 quale simbolo della Repubblica Cispadana, mutuata da quella Francese a seguito dei fatti rivoluzionari (1788-1799). Primi autentici patrioti italiani o setta di carbonari collaborazionisti dell'occupante francese che nelle nostre terre semino' terrore e devastazione dei simboli religiosi? Non era forse Napoleone portatore di un'ideologia volta a scardinare ogni nostra secolare tradizione e identità religiosa o feudale che fosse? Tra luci e ombre quel 7 gennaio di 222 anni fa la Repubblica Cispadana fisso' tra i suoi principi costitutivi l'autodeterminazione dei popoli e scelse il bianco, il rosso e il verde non copiandoli dalla bandiera francese, come tanti credono, ma sigillando un'antica tradizione italiana che aveva già visto i tre colori simboleggiare archetipi comuni. Il bianco, il rosso e il verde vessilli, rispettivamente, delle tre tribù che fondarono Roma nel 753 a.C., i Luceres (Etruschi), i Ramnes (Latini) e i Titientes (Sabini), colori che poi garrirono per secoli nel Circo Massimo nelle corse delle bighe; il bianco, il rosso e il verde citati dall'Alghieri, nella sua Commedia, come veste di Beatrice a simboleggiare le tre virtù teologali: la Fede, la Carità e la Speranza; il bianco e il rosso delle bandiere crociate dei tanti comuni italiani, cui poi si unì, nel 1796, il verde visconteo di Milano - perchè il Tricolore a bande (prima orizzontali, poi verticali) nacque in verità (e in sordina) a Milano un anno prima che a Reggio Emilia per iniziativa di due studenti universitari.
Negli anni che seguirono il Tricolore è stato glorificato dal sangue di generazioni e generazioni - soprattutto nella prima guerra mondiale - che hanno donato la propria vita per l'indipendenza, l'unita' e la grandezza della nostra Patria italiana perla di bellezza unica al mondo, culla dell'arte e della cultura, unione delle identità. Una Patria, spezzata e tradita l'8 settembre 1943, quella data che un intellettuale come Galli della Loggia identifica come la morte della Patria stessa,con odio e violenza che si sono protratti ben oltre il 25 aprile 1945. Arriviamo dunque ai tragici fatti di un' altro 7 gennaio, quello del 1978. La vicenda di Acca Larentia è paradigmatica della storia frammentata della nostra Nazione. Tre ragazzi, tra i 18 e 20 anni, assassinati davanti alla loro sezione, sotto il tricolore in forma di fiamma, simbolo del movimento patriottico nel quale militavano. Assassinati da mano terrorista rimasta incredibilmente sconosciuta ed impunita,mentre tanti, troppi, gridavano ancora nelle piazze e sui giornali che 'uccidere un fascista non era reato', come a riferirsi ad una comunità 'altra' ancora una volta divisa. L'orologio della storia scorre inarrestabile e ci consegna oggi una realtà multiforme, dove la trasformazione frenetica e incontrollata della globalizzazione si va imponendo alle nostre vite. L'Italia ha nelle sue mille diversità territoriali il valore e la potenzialità unica al mondo del suo Popolo, il Tricolore ne è simbolo d'Unità e oggi acquista nuova valenza rivoluzionaria come alle origini, quale paradigma di resistenza identitaria al nichilismo mondialista.
Alessio Bononcini - circolo culturale 'la Terra dei Padri'