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Israele-Palestina: chi sono gli oppressi e chi sono gli oppressori?
La Pressa
Gaza, un piccolo fazzoletto di terra di soli 365 kmq, abitato da ben 2 milioni e 300 mila persone, è sostanzialmente una prigione a cielo aperto

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Sono indignato; sì, sono indignato e, quindi scrivo cose che, nel mondo del pensiero unico, potranno apparire scomode.
Sono indignato:
- per le vittime innocenti della terribile strage eseguita da Hamas; si è trattato di una strage orribile, sia per dimensioni che per ferocia, efferatezza e brutalità che lascia inorridita qualsiasi persona che abbia un briciolo di umanità. La indicibile furia bestiale del massacro ha come esecutore Hamas, ma, senza nulla togliere alle gravissime responsabilità, una più attenta analisi ci riporta ad altri fattori, che hanno portato a questa difficilissima e penosissima situazione.
- per le vittime innocenti delle cruenti rappresaglie sui civili da parte di Israele in aperta violazione delle convenzioni umanitarie internazionali che vietano rappresaglie sulla popolazione, ritenendolo un crimine contro l’umanità.
Ma soprattutto, sono indignato:
- per l’inerzia, anzi l’ignavia dell’ONU, dell’Europa, del cosiddetto mondo libero, delle democrazie, di quelli che si ritengono superiori agli altri, ma anche dei paesi arabi;
- per la cambiale in bianco data in mano ad Israele perché “deve difendersi”, un diritto che nessuno può contestare, se non nel modo;
- per la mancanza di una analisi seria da parte dei nostri mass media.
E allora, facciamo un po’ di storia ponendo alcune semplici domande.
Perché nessuno, o quasi, ricorda:
- che Gaza, un piccolo fazzoletto di terra di soli 365 kmq, abitato da ben 2 milioni e 300 mila persone, è sostanzialmente una prigione a cielo aperto dove acqua, luce, viveri e medicinali scarseggiano in continuazione a causa dei ripetuti blocchi israeliani, dove tutto è precario e dove vivono, da decenni, generazioni di giovani senza futuro?
- che anche tutta la Palestina è ormai ridotta ad una prigione?
- che Israele viola costantemente le risoluzioni dell’ONU?
- che Israele occupa, violando il diritto internazionale le alture del Golan, per controllare le fonti idriche e per mantenere un presidio interessante dal punto di vista strategico?
- le ripetute violazioni di Israele nei confronti dello stato libanese?
- le ripetute violazioni di Israele nei confronti dello stato siriano??
- le “spedizioni” israeliane in Cisgiordania per neutralizzare presunti terroristi, senza alcun riguardo a chi sta a loro vicino?
- le frequenti violazioni di domicilio, di giorno e di notte, nelle case palestinesi?
- che Israele non ha una costituzione?
- che, l’attuale governo israeliano vuole limitare i poteri della corte suprema, ultimo baluardo di uno stato di diritto?
- che Israele si è definito “Stato-Nazione degli ebrei”, sancendo, di fatto un regime di apartheid simile a quella sudafricana?
- i più di mille palestinesi in prigione senza processo?
- il migliaio di minori palestinesi che, ogni anno, vengono arrestati dell’esercito israeliano?
- quando, a giovani disarmati che tiravano sassi, venivano spezzate le braccia?
- le diverse centinaia di migliaia di coloni che popolano, in modo illegale ed in dispregio degli accordi siglati, la Cisgiordania, acquisendo, anche con prepotenza, terreni e risorse?
- come è stata umiliata e gettata nel più profondo discredito l’autorità palestinese?
E d’altro lato, è necessario ricordare il periodo buio del terrorismo palestinese, dai dirottamento di aerei alla terribile strage delle olimpiadi di Monaco.
E poi, le minacce di distruzione di Israele da parte di alcuni paesi arabi
Infine, occorre anche segnalare come sia l’Autorità palestinese, sia Hamas, non siano proprio un limpido esempio di democrazia.
E allora, fatte queste considerazioni :
Chi sono gli invasori e gli invasi?
Chi sono gli oppressori e gli oppressi?
Chi sono i buoni ed i cattivi?
Al di là delle facili semplificazioni, la realtà è ben più complessa.
Per i palestinesi, siamo chiari, anche se dispiace dirlo, non c’è futuro.
L’opzione dei due stati è già stata resa impossibile dalla presenza di centinaia di migliaia di coloni in Cisgiordania.
L’opzione di un unico stato per ebrei, palestinesi di ogni credo e per chi ci voglia stare, sarà sempre avversata dalla dirigenza politica israeliana che teme che la popolazione non ebrea superi, nel tempo, quella ebrea.
La situazione è talmente incancrenita da non far intravedere nessuna possibile seria e duratura soluzione.
E allora, se le cose stanno così, cosa può fare un popolo fiero, umiliato, offeso, strangolato, esasperato, senza speranza e abbandonato da tutti nella totale indifferenza?
Basta morti, basta guerre, si rispettino i diritti di tutti i popoli, di tutti i popoli, di vivere serenamente.
E intanto, per incominciare a rimuovere le cause del conflitto, occorre un immediato ritiro di Israele da tutti i territori occupati in cambio di garanzie di sicurezza e il riconoscimento dello Stato di Palestina, come entità totalmente sovrana guidata da un governo democraticamente eletto.
Sarebbe già un primo passo.
Ps: a scanso di equivoci, ho viaggiato in Israele, in Palestina, in Siria, in Giordania, in Egitto ed in Iran, trovando sempre popolazioni ospitali e ragionevoli; non sono filo-niente e non odio nessuno, anzi amo tutti i popoli e le persone che si battono per la pace e la coesistenza pacifica.
Franco Fondriest
Franco Fondriest
Sono di origine trentine, ma ho trascorso la maggior parte della mia vita a Modena. Mi sono laureato in pedagogia ed ho svolto la mia attività lavorativa prevalentemente nella mia .. Continua >>
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