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E' sparito dalla circolazione, non parla più, nessuno riesce ad avvicinarlo, nemmeno i giornalisti televisivi 'amici'.
Dopo essere passato nel giro di mezz'ora dal trionfale slogan “O Conte o morte” a quello “E ora tutti con Draghi”, di fronte alla realtà di metà partito ha già detto di non condividere queste sue posizioni contraddittorie e ultimative di appiattimento prima sulle figura di Conte e ora di Draghi ma, soprattutto, di fronte al distinguo dei suoi alleati di sinistra, Leu e Articolo 1, che hanno annunciato di non sostenere un governo Draghi con dentro tutti (come ha chiesto Mattarella) cioè anche con Forza Italia e Lega, Zingaretti è 'andato nel pallone', come dicono i commentatori televisivi di sinistra. Perchè non sa più a che santo votarsi e quali risposte dare ai suoi compagni di partito ma anche ai suoi alleati.
In più Berlusconi continua a ricordargli che fu lui a nominare Draghi governatore della Banca d'Italia quando era al governo nel 2005 e fu sempre lui a proporlo nel 2011 alla guida della Bce, quando il partito di Zingaretti era alla opposizione del suo governo. Mentre contemporaneamente Renzi gioisce perchè è riuscito a sloggiare (da solo) Conte da palazzo Chigi “per manifesta incapacità governativa”, più o meno le stesse accuse (dette magari con maggiore garbo) lanciate da Gentiloni (il commissario europeo del Pd) che ha più volte detto di essere preoccupato per i ritardi dell'Italia nella redazione del Recovery Plan.
Insomma un macigno dietro l'altro per il povero Zingaretti il quale è ora assalito da un altro incubo mozzafiato: quello di trovarsi da solo al governo con Salvini e Berlusconi senza mezzo Pd, senza Leu e Articolo1 ma forse anche senza i 5Stelle di Grillo.
Una catastrofe, un cul de sac, dal quale non riesce ad uscirne a meno che intervenga ad aiutarlo un politico della Prima Repubblica, avvezzo ai giochi di potere e di palazzo, come il vecchio democristiano Mattarella, cresciuto negli ambienti dorotei di via del Gesù. Il quale però, da politico navigato, ha chiesto una svolta al Paese e alla classe politica tutta, dunque anche al Pd di Zingaretti, invitandola a mettere da parte le logiche di partito e gli interessi personali, per stringere invece un patto di collaborazione per affrontare insieme le gravi difficoltà del momento, quella sanitaria, quella economica e quella sociale.
Un film insomma tutto da vedere.
Cesare Pradella