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La sinistra non potrà più vincere: ecco perché

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Narcisismo, trionfalismo, strafottenza, totale distacco dalla realtà, collusione con poteri più o meno forti e privilegi personali


La sinistra non potrà più vincere: ecco perché
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Le recenti elezioni del 4 marzo hanno rappresentato una delle più cocenti batoste per la sinistra italiana. Tanto si è già detto sui motivi di questa disastrosa debacle: in generale, la maggior parte dei commentatori ha attribuito la principale responsabilità a Renzi, al Renzismo, alla fatto che è il partito non è più di sinistra, che fa le stesse politiche di Berlusconi, agli inciuci, al job act e alle liti interne che hanno anche portato alla scissione. Vorrei proporre qui una diversa lettura dei risultati, partendo da una affermazione che cercherò di giustificare: la sinistra non potrà più vincere.

LA INGLORIOSA FINE DI LEU

Partiamo da LEU: partiva da un patrimonio di voti di SEL pari al 3.2%; a questi, secondo i pronostici, avrebbe dovuto aggiungersi una buona parte dei voti in uscita dalla sinistra dal PD; inoltre le figure di Grasso e Boldrini avrebbero dovuto portare in dotazione un altro buon gruzzolo.

 Il risultato ottenuto, pari al 3.3%, consente, per un soffio, di avere rappresentanza parlamentare e mantiene giusto i voti di SEL.

Un disastro in cui emerge anche la scarsa dignità di alcuni dei sui principali rappresentanti che dopo aver raccolto percentuali ridicole negli scontri uninominali, non si vergognano di prendersi un seggio con il proporzionale. A questo riguardo è molto interessante leggere l’appello di Fava a Epifani: 'Lascia il seggio alla candidata di Messina. Si ritrova eletto per meriti non suoi'. Secondo Fava, se l'ex segretario di Pd e Cgil rinunciasse, subentrerebbe Maria Flavia Timbro, la candidata locale che tanto si era spesa in campagna elettorale a differenza del candidato paracadutato Epifani. Questa sinistra, con questi dirigenti, ha perso ed è finita qui, nonostante i grandi progetti di rilancio. E gli attuali dirigenti dovrebbero ritirarsi a vita privata il più velocemente possibile.

MA IL PD NON STA MEGLIO

Ma veniamo al PD che ha scelto una via (molto) riformista come già altri partiti socialisti europei. Perché, al pari di loro, non potrà più vincere nelle elezioni generali, mentre, forse, lo potrà fare in qualche amministrazione locale, se ben governata?

TORNIAMO INDIETRO DI PIU’ DI UN SECOLO

Per rispondere, dobbiamo fare un passo indietro di più di 100 anni, fin verso la fine dell’800. Erano gli anni i cui nascevano le prime Società di Mutuo Soccorso e cioè i primi tentativi associativi caratterizzati da un principio di aiuto vicendevole fra più persone. E’ dalla esperienza delle Società di Mutuo Soccorso che hanno origine due importanti esperienze che hanno caratterizzato il ventesimo secolo.

Infatti, poco più tardi, nacquero le prime esperienze sindacali, anche esse caratterizzate da spirito solidaristico. La caratteristica principale di quelle italiane, ricordiamolo, fu la base territoriale a differenza di quelle di altri paesi europei dove la caratteristica unificante era il mestiere.

Contemporaneamente, nascevano le prime esperienze cooperative, inizialmente volte alla tutela ed all’autodifesa del mondo del lavoro e successivamente volte a tutelare produttori o consumatori. Il pronome usato era il NOI; ci aiutiamo, ci difendiamo, comperiamo, vendiamo e produciamo INSIEME.

COSA E’ RIMASTO DI QUEI VALORI?

Ben poco. Basti pensare a cosa è ridotto oggi l’ideale cooperativo; da una parte grosse cooperative, ove i soci contano poco o nulla, e che sono in competizione con aziende private dello stesso settore in una logica di mercato; dall’altra quelle che comunemente vengono chiamate le “false coop” che, spesso, sfruttano indegnamente il lavoro dei “soci”.

E il sindacato? Ormai costituito, per la maggior parte, da ex lavoratori ora pensionati timorosi di perdere quelle pensioni che a loro sembrano un diritto sacrosanto e che gli altri lavoratori, soprattutto giovani, considerano un previlegio che saccheggia le future generazioni. Un sindacato stretto tra la demagogia inconcludente di Landini e la tutela di quanto acquisito finora da ciascuna categoria. E con qualche problema di etica per alcuni dirigenti autopremiatisi con pensioni d’oro e di altri passati (troppo) velocemente alla politica. Insomma, la caduta di credibilità delle organizzazioni storiche della sinistra è sotto gli occhi di tutti.

ABBIAMO SVENDUTO GLI IDEALI SOLIDARISTICI

Ecco questo è lo snodo: la svendita degli ideali solidaristici. Colpa delle società di Mutuo Soccorso, delle Cooperative e dei sindacati dei nostri giorni?

Forse…. Ma la responsabilità è soprattutto di un cambiamento epocale avvenuto, in particolare dopo gli anni ’80: l’individualismo volto alla competizione contro gli altri, visti non più come persone accomunate da un unico destino, quanto come persone in grado di sottrarci qualcosa.

Se questa è, oggi, la cultura operante, che spazio possono avere i partiti ed i movimenti che si richiamano alla solidarietà e a quel bene comune che può esigere anche sacrifici di interessi individuali?

Credo nessuno. E allora, se le cose stanno così, Renzi, Bersani o chiunque altro non può e non potrà salvare dalla inevitabile catastrofe il o i partiti della sinistra.

GLI ERRORI DELLA SINISTRA

Detto ciò, sia chiaro, che questo contesto non assolve per nulla gli attuali dirigenti dalle pesantissime colpe che hanno accelerato ed aggravato il declino della sinistra. Narcisismo, trionfalismo, strafottenza, totale distacco dalla realtà, collusione con poteri più o meno forti e privilegi personali, litigiosità hanno minato alla base ogni forma di fiducia da parte di una grande massa di cittadini.

Ma d’altra parte, sia chiaro, se un partito propone 800 euro all’anno ed un altro ne promette 800 al mese, allora non c’è gara. E se un partito propone un dimezzamento delle tasse e l’altro dice che le tasse sono belle, quando le pagano solo i fessi, behh, allora non c’è gara….

Se non ci sono valori più alti, ispirati al senso di responsabilità e di condivisione di un bene e di un destino comune, allora è chiaro che ognuno vota per chi promette a lui, proprio a lui, qualcosa di meglio.

ALLORA LA SINISTRA E’ SENZA SPERANZA?

No, non è così; potrebbe, non subito, avere una chance se saprà essere umile e se i suoi dirigenti saranno portatori di esempi di vita semplici, coerenti e moralmente ineccepibili. Ora provate a fare qualche nome tra gli attuali dirigenti di chi abbia queste caratteristiche… Oppure…la sinistra potrà di nuovo essere guida del paese dopo una grave catastrofe economica dipendente da cause esterne o causata dalla nuova classe dirigente. Ma forse non è questo che auspicano gli italiani.

Franco Fondriest


Franco Fondriest
Franco Fondriest

Sono di origine trentine, ma ho trascorso la maggior parte della mia vita a Modena. Mi sono laureato in pedagogia ed ho svolto la mia attività lavorativa prevalentemente nella mia ..   Continua >>


 


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