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La s-mobilitazione pro cavallo

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La mostra 'Il Manichino della storia' non ha lasciato alcuna traccia, se non il risibile numero di visitatori


La s-mobilitazione pro cavallo
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Recentemente una nota di cronaca, non nuova a dir il vero, ci informa del rinnovo fino al 31 dicembre della convenzione gratuita per la scultura equestre a ricordo della fallimentare mostra (non solo) per le casse cittadine del famoso “Manichino della Storia”, ideata dalla sera alla mattina per valorizzare e promuovere il collezionismo privato e “milionario” modenese. Non ha lasciato alcuna traccia, se non il risibile numero di visitatori. Avuto con lo sconto del tre per due, ingressi gratis col biglietto Seta, e presentando lo scontrino della spesa effettuata presso il supermercato… amico. Si ricorderà che in tandem fummo allietati dai ”Giardini del gusto”, l’allestimento sulle eccellenze gastronomiche, fu ospitato nella Palazzina Vigarani, una delle sedi espositive della Galleria Civica che per l’occasione “ghiotta” fu espropriata, l’allora direttore Pierini si dimise. Comunque, l’appendice nostrana all’EXPO 2015 “Nutrire il pianeta.

Energie per la vita”, non ha saputo esprimere nulla e di fattivo come contributo , alla domanda pressante è non più ineludibile del tema. Sostanzialmente l’iniziativa si è risolta in una banale promozione commerciale dei prodotti enogastronomici locali, il cui richiamo unito a quello della rassegna delle private collezioni, avrebbe dirottato senza dubbio da Milano, sede ospite della esposizione internazionale, migliaia di visitatori sui nostri lidi. Le uniche migliaia in cifre a noi pervenute sono l’aver speso 800.000 euro.

Indubbiamente fallimentare la doppia proposta messa in campo dalla cosa pubblica. Così non è stato invece sia per il proprietario dell’opera che scalcia, affinchè si acquisti il fiero destriero, essa è stata un’operazione molto proficua in termini di visibilità (gratuita) con il conseguente aumento valoriale anche per i collezionisti prestatori delle opere per il dispendioso vernissage.

Codesta notiziola, della proroga gratuita, di cui il “cavallo “, muto e immobile, è l’ultimo e unico testimone rimasto, l’eredità di una kermesse che è stata messa in scena, non in modo indolore, e del quale stiamo ancora pagandone il dazio. In tutta sincerità, non è più il tempo dei monumenti o sculture come arredi, quel tempo è tramontato, mentre il “fiasco” dell’intera iniziativa dal gusto al manichino… come “apogeo” permane.

Perché oltre ai numeri impietosi, in termini di pubblico e di incassi a fronte del salasso per la cassa pubblica di oltre 550.000 Euro, che sono una parte dell’azione e risultato da considerare, il resto del tutto è quale ricaduta c’è stata? Come sedimento e propagazione oggettiva di collegamento e ideazioni, nate a seguito della prima, con altro realizzato anche con diverse realtà culturali cittadine, al netto del solo e momentaneo clamore e curiosità che l’evento delle private collezioni ha suscitato? Nessuna traccia si diceva . Non si è stati capaci di avviare un dialogo costruttivo, perché alla base manca l’ingrediente primario: l’assenza di visione d’insieme e a lungo termine.

E cosa incredibile oltre che sconcertante, a fronte di lapalissiani non risultati, è l’appello rivolto a ipotetici sponsor alquanto recalcitranti, lanciato dal nostro sindaco, affinchè si facciano avanti con una colletta per acquistare l’opera. A quanto pare a detta del proprietario se ne separerà in cambio del solo costo di realizzazione, 300.000 euro.

Come mai il nostro sindaco non lanciò lo stesso accorato appello per sponsorizzare il passato evento, che è stato un insucesso epocale, costato una e più botte d’olio? Rispettosamente suggeriamo di richiamare i numerosi e pronti di allora collezionisti, cui la comunità ha fatto un grande regalo, in soldoni pubblici, e in virtù di ciò, siamo sicuri che saranno ugualmente prontissimi nel rispondere all’appello, con la stessa generosità prodigata nei loro confronti.

Franca Giordano


Redazione Pressa
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