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Non so quanti hanno seguito la orribile vicenda del senatore Ottaviano del Turco, già segretario aggiunto della Cgil poi ministro e, infine presidente della regione Abruzzo. Da iscritto al Pd viene ingiustamente condannato per presunte tangenti per la sanità dal tribunale di Pescara, poi assolto. Ma, per dimostrare come funziona la giustizia, rimasto impigliato in una sentenza postuma per la quale, senza prove oggettive si sosteneva che comunque avrebbe incentivato la corruzione.
Oggi malato di un tumore, costretto a vivere di aiuto diretto, non riconoscendo nemmeno i figli per via anche delle complicazioni invalidanti, viene privato della giusta pensione parlamentare in base a una delle tante leggi approvate e proposte da un ex magistrato parlamentare.
Una azione rabbiosa e giusta dei socialisti ha trovato nel presidente Mattarella e nella presidente del Senato, Casellati sensibili e nobili interlocutori che hanno permesso di rivedere la ignobile e devastante delibera ridando a Del Turco il suo vitalizio.
Tutto bene, quindi?
Bene sul diritto ripristinato. Ma la analisi ci porta a dover osservare quanto sia giusto correggere una tendenza che trascina la politica nella vergogna. Del Turco è stato un grande sindacalista e un politico che ha portato con onore e coraggio la difesa dello stato di diritto, gli interessi dei lavoratori e, nonostante le critiche ha affrontato a viso aperto i suoi detrattori. Ha aderito a Pd, contro tutti noi residui del vecchio e orgoglioso Psi.
I grillini, i fascisti i leghisti volevano l'ultimo sfregio, ma anche gli esponenti Pd hanno votato insieme per la obrobriosa delibera poi cancellata. Dalla Cgil nessuna azione, neanche una lacrima.
Il Psi all'unisono ha elevato la protesta e si è accorsi per salvare la dignità di un uomo: la sua sofferenza e la sua vita valgono più di ogni calcolo politico.
Non interessano le polemiche. Siamo felici di esserci riconosciuti nella sofferenza dalla Sicilia alla Valle d'Aosta attraverso l'unico senatore, Nencini, e guidati dal giovane segretario, Enzo Mario: la politica è questa e la presenza di un partito, come insegna la Costituzione, si giustifica solo sulla difesa dei
principi e del rispetto degli stessi aldilà delle militanza.
Paolo Cristoni socialista
Redazione Pressa
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