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La Santa Inquisizione almeno (giustamente al giorno d'oggi criticatissima) prima di condannare un libro si confrontava con l'autore sul suo contenuto, magari costringendolo poi, come nel caso di Galileo Galilei, ad una pubblica abiura.
Secoli dopo, viceversa, i sacerdoti del politicamente corretto hanno tentato di bruciare al rogo il libro del Generale Roberto Vannacci, 'Il mondo alla rovescia', premettendo che non l'avevano letto, ma estrapolando qualche frase qua e là, riferita non si sa da chi.
In questo contesto sono stato (sfavorevolmente) impressionato dal giudizio espresso dal modenese Beppe Cottafavi su un quotidiano nazionale, che ha bollato come esempio di 'scena di dissennato e
spudorato razzismo' il racconto di Vannacci sulla prima volta che ebbe l'occasione di incontrare dei neri in metro a Parigi, toccandogli di nascosto la pelle per sincerarsi se 'fosse al tatto più o meno dura e rugosa della nostra'.
Ora un grande editore come Cottafavi ha omesso di spiegare che l'episodio raccontato dal Generale risale al 1975, quando Vannacci era un bambino di sette anni. Non solo. Nel libro Vannacci spiega dopo poche righe che 'Bastarono poche settimane e la vista dei neri smise di incuriosirmi, non era poi così raro infatti trovarsi a giocare in gruppi di marmocchi, che includevano anche qualche bambino di colore, con i quali ci rotolavamo e arruffavamo assieme in qualche parte della Capitale'.
Questo sarebbe 'dissennato e spudorato razzismo'? Spero che Cottafavi sia tra quelli che non hanno letto il libro e lo ha condannato per razzismo per sentito dire, perché altrimenti ci troveremmo di fronte ad una vergognosa manipolazione dello scritto del Generale.
Come scrive poi, con grande sorpresa e meraviglia, lo stesso Cottafavi, sono circa centomila gli italiani che come me hanno acquistato e letto il libro e ne hanno condiviso largamente i contenuti. Sui quali ogni richiesta di confronto viene respinta, da chi il libro non l'ha letto, per poter continuare a polemizzare su quello che nel libro non c'è scritto.
Carlo Giovanardi - Popolo e Libertà
Redazione Pressa
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