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Neanche un battito di ciglia c’è stato a fronte della notizia apparsa sulla stampa recentemente, la quale fa sorgere anche qualche interrogativo. Ci si riferisce al sub-affitto gratuito (beninteso) degli spazi della Manifattura Tabacchi dal Comune a favore della Fondazione Cassa, per le iniziative future della Fondazione Fotografia, temporaneamente priva del Foro Boario, che ospiterà dal 25 novembre la mostra Mutina Splendidissima a chiusura dell’intero anno di eventi per i 2200 anni della nascita della città.
Fin qua è normale amministrazione fra enti che collaborano.
Interrogativi che nascono da un passaggio in particolare della delibera del sub-affitto del 17 ottobre scorso; “ …che è in corso la formale trasformazione di Fondazione Fotografia Modena, Galleria Civica e Museo della Figurina, in Fondazione Modena Arti Visive; che a breve a seguito della nomina del Direttore , darà vita ad una programmazione integrata di mostre e iniziative culturali; che Fondazione Fotografia, non potendo utilizzare il Foro Boario perché prestato al Comune per la mostra di Mutina, ecc.
e per dare continuità espositiva alla stessa Fondazione Fotografia, si concede in comodato gratuito lo spazio del Mata comprese le utenze; con soluzione di continuità anche quando esso confluirà nel nuovo ente FMAV ”… Ma non ha già avuto luogo l’unificazione, la confluenza? La convenzione è per dare continuità all’attività espositiva di Fondazione Fotografia. Si suppone che di conseguenza, ci sarà continuità espositiva anche per la Galleria Civica e del Museo della Figurina ? Al primo non è mai mancata la dirigenza, e il valente ex direttore Maggia è sempre nei paraggi,Il secondo, caso unico nel panorama artistico nazionale, ne è privo dal dicembre 2014, e il Museo della Figurina non l’ha mai avuto.
Tutto superato e ormai dietro le spalle si direbbe, abbiamo dal 3 ottobre il direttore generale per tutti e tre in …uno.
Attraverso la modifica dello statuto dell’ente strutturale della Fondazione CassaRMo, approvato dal Consiglio Comunale, e per l’esattezza lo scorso 1 giugno, con delibera nr 46/75078; si è trasformato in Fondazione Modena Arti Visive, che ha inglobato i due istituti civici. Il Cda è stato nominato contestualmente alla direttrice dottoressa Baldon (nella foto), lo scorso 3 ottobre, e il giorno 20 ottobre ha visto il primo incontro del consiglio direttivo.
Questi i passaggi cronologici e a rigor di logica il nuovo ente, nato dalla avvenuta confluenza? E quindi già esistente come nuovo soggetto giuridico, giusto?
Oppure, ed è la data della convezione che suggerisce la domanda, qualche nodo ancora da sciogliere all’interno della complicata fusione e messa a punto della ingegneria amministrativa persiste ancora?
Ma ritorniano un momento sulla neo direttrice, la quale pare stia in quel di Copenaghen, sede del suo precedente incarico, ma anche per motivi strettamente personali. Pochi i soggiorni al momento in città, circoscritti alle conferenze stampa (riservate) e sembrerebbe a poco altro più , la prima sei mesi or sono per la nomina alla testa di Fondazione Fotografia e la seconda per la Fondazione Modena Arti Visive.
Tra l’altro, (e si è notato e annotato ) non c’è stato un suo passaggio nemmeno nel recente Festival Filosofia sulle “Arti “, e quale cornice più appropriata per la prima uscita e incontro pubblico, della favorita come futura direttrice del Polo dell’Immagine?
Che sarà il “focus”, il punto nodale del futuro – Polo culturale della Città – il Sant’Agostino-Estense?
Beh, con gli incredibili e innovativi mezzi di comunicazione oggi disponibili, la distanza chilometrica tra Modena e la Scandinavia, è illusoria, la si percorre digitanto un invio su un tablet. Evviva il telelavoro! Al nuovo e oneroso mandato, si aggiungono anche dei precedenti incarichi curatoriali assunti, molto tempo prima della nomina a capo di Fondazione Fotografia, trasformata in seguito a direttrice del Polo delle Immagini o FMAV, uno per il MIT List Visual Art Center di Cambridge/ Massachusetts, e un altro per il Museion di Bolzano con scadenza ottobre 2018.
Un superlavoro, senza ombra di dubbio, aspetta la nostra direttora.
Il nuovo istituto culturale cittadino, vista l’assoluta novità con tutte le incognite del caso, dal nodo personale pubblico e privato, (per la cronaca alcuni dipendenti pubblici hanno già chiesto il trasferimento presso altri istituti civici, e qualche fermento pare esserci anche in seno ai colleghi di Fondazione Fotografia). Tre istituti riuniti in uno, o in procinto di esserlo , depositari di una storia idenditaria e missione differenti, dal ricco e variegato patrimonio di raccolte da integrare, e da valorizzare! Con un dialogo da avviare anche col contesto territoriale, e il tutto da conoscere primariamente?
E ancora, visto il ruolo precipuo che avrà in futuro il nuovo ente, nel Polo del Sant’Agostino-Estense, (sotto esame il nuovo progetto architettonico della apposita Conferenza dei servizi, al momento pare essere ancorato alla fonda, e molto probabilmente i tempi di valutazione saranno calmeriati in attesa degli esiti della prossima tornata elettorale nazionale), a supporto sul piano della co-progettazione culturale, si sono aperti i tavoli tecnici tematici, e l’Arte Contemporanea come area specifica del nuovo ente, ha davanti a sé un importante e impegnativo duplice ruolo, ed è più che logico oltre che necessario la presenza stabile, fissa in Modena del suo direttore, la dott.ssa Baldon, e non soltanto, si spera ancora per poco virtualmente.
Non vorremmo essere alle prese con un secondo caso alla “Amo” il cui presidente la dirige come dopolavoro a quello primario in Friburgo dove risiede.
Ufficializzando la sua nomina, tra l’altro ufficiosamente lo era già, per pochi mesi a capo della Fondazione Fotografia, (e quindi data per favorita) a seguito della scelta anticipata e unilaterale della Fondazione Cassa di Risparmio, e l’ente pubblico ha glissato sul fatto, tacendo,e chi tace acconsente (così recita un detto) , con il bando a selezione pubblica ancora aperto, che di fatto ha escluso le altre colleghe selezionate in lizza, e forse inficiando lo stesso, atto questo che potrebbe anche essere oggetto di una eventuale e probabile impugnazione dalle altre candidate al ruolo.
Tirando le somme a conclusione della riflessione, forse del tutto errata e campata in aria, nonostante le carte, i documenti licenziati informano che i fatti stanno in un certo modo, la realtà concreta sembra un tantino diversa e ancora lontana dal materializzarsi. E secondo gli ultimi annunci ufficiali, qualcosa dal calderone della Fondazione Modena Arti Visive dovrebbe essere già in cottura dal prossimo gennaio 2018.
Tutto questo lo si mette a punto, per il momento destreggiandosi fra più incarichi, e operando non in loco, ma interfacciandosi dalla Scandinavia con Modena via skype?
Franca Giordano
