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Il reddito di cittadinanza è di grande attualità, una buona occasione per ricordare che governare l'Italia continua ad essere non solo difficile ma materialmente impossibile. Anche solo individuare la platea di potenziali beneficiari del provvedimento risulta incredibilmente complesso perché le stime di Luigi Di Maio, Istat ed INPS differiscono. Il leader del Movimento Cinque Stelle afferma che i beneficiari saranno 5 milioni e le famiglie potenzialmente raggiunte dal provvedimento un milione e settecentomila, mentre Istat ed INPS forniscono cifre diverse: l'Istat stima 2.708.000 persone ed 1.308.000 famiglie, l'INPS 2.400.000 persone e 1.200.000 famiglie.
Qualunque proposta normativa è dunque destinata ad avere effetti e costi incerti, come posso stimare quanto vale la misura non riuscendo neppure a sapere quante persone potrebbero beneficiarne in linea teorica? La differenza fra la stima più conservativa e quella più generosa è pari a 500.000 famiglie o addirittura 2.
600.
000 individui: ci sono dunque differenze del 40% sui nuclei familiari e di oltre il 100% sul totale dei beneficiari.
Com'è quindi possibile definire l'impatto economico della misura, se non sappiamo nemmeno accordarci su quanti potrebbero in linea teorica esserne soggetti? Ed in una legge, in questo caso il documento di politica economica e finanziaria, non si può scrivere 'circa', è necessario indicare cifre esatte.
Ovviamente è possibile pensare che le cifre fornite da Di Maio siano volutamente gonfiate per magnificare gli effetti del provvedimento bandiera del Movimento Cinque Stelle, ma non voglio ora farne una questione politica: tecnicamente parlando non è possibile determinare l'impatto economico di una norma sul bilancio dello stato se non si hanno le idee chiare della platea dei beneficiari. Tutto questo per dire che non ci riusciamo nemmeno ad accordare sul 'quanti', figuriamoci poi entrare negli infiniti dettagli di un provvedimento complesso come questo.
Ed allora buttiamoci sulle cose facili, come le citazioni, chi non ne ha una pronta per ogni occasione? Eccone una adatta alla bisogna: «Governare gli italiani non è difficile, è inutile». Si tratta di una massima di Mussolini, di Giolitti o di Churchill? Non si sa. Cioè, nemmeno la citazione è attribuibile con ragionevole certezza in questo paese, figuriamoci il reddito di cittadinanza!
Maurizio Puviani
Redazione Pressa
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