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Domani ricorre il
26esimo anniversario della morte dell'ex sindaco di Modena Mario Del Monte (nella foto con Luciano Pavarotti di cui pur ricorre in questi giorni l'anniversario). Offriamo un ricordo di Del Monte schietto e fuori dalla retorica di Roberto Vezzelli, ex presidente Legacoop.
Lo ricordo dal tempo in cui era dirigente in federazione del Pci ed io ero segretario della sezione Walter Tabacchi della Crocetta. Era il tempo del centralismo democratico e i funzionari del partito si imponevano in modo 'appunto dirigistico' senza perdere tanto tempo a discutere. Lui era uno dei più 'decisi' e temuti per il suo modo di fare politica molto 'secco' in fondo 'autoritario'. Allora i contrasti all'interno del partito tra le diverse personalità erano ovattatè e nascoste, in Del Monte erano più evidenti a mio parere.
Era una persona concreta, un autodidatta, molto attivo e con una visione della economia e della città di taglio socialdemocratico e così amministrò.
L'esperienza di assessore regionale non mi sembra abbia lasciato un segno importante, credo soffrisse la burocrazia regionale.
Fu voluto presidente di Legacoop dai vecchi presidenti fedeli alla linea (quelli dai capelli bianchi) e io lessi la sua elezione come passo per 'riallineare' la Lega dopo la presidenza lunga di alta levatura, brillante moderna, innovativa ed autonoma (troppo autonoma per i fedeli alla linea) del dottor Pastorelli.
Al momento della mia elezione a presidente della grande e nazionale Cooperativa di Costruzioni di Modena lui fu apertamente e contrario (ero ritenuto troppo autonomo) e lo manifesò, tramite il funzionario di settore, in modo mollto ruvido al nostro consiglio di amministrazione, non ottenendo però il mio blocco e l'elezione del soggetto individuato da fuori.
Per me non fu semplice mantenere in seguito un rapporto positivo, le relazioni furono freddissime anche se brevi, negli ultimi giorni ci fu un riavvicinamento che purtroppo non ebbe modo di evolversi...
Roberto Vezzelli
Redazione Pressa
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