Da anni Lapressa.it offre una informazione libera e indipendente ai suoi lettori senza nessun tipo di contributo pubblico. La pubblicità dei privati copre parte dei costi, ma non è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge, e ci segue, di darci, se crede, un contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di
modenesi ed emiliano-romagnoli che ci leggono quotidianamente, è fondamentale.
A leggere alcuni dei commenti sui nostri social, non vorremmo si fosse fraintesa la linea del giornale nei confronti della candidatura alle regionali di Annalisa Arletti, moglie del coordinatore regionale di FdI Michele Barcaiuolo. Che non è di certo una linea di critiche ad personam né una valutazione negativa delle sue capacità politiche e professionali. La Arletti ha studiato alla Bocconi, ha lavorato in aziende di alto livello, negli anni ha dimostrato di poter conciliare i difficili compiti dell’essere politica, mamma e stimata professionista e non deve certo temere confronti con nessuno.
Ma quello che non viene compreso, prima di tutto nel suo partito, è che è proprio il continuo richiamo ai suoi meriti a rendere imbarazzante la sua candidatura. Perché, in fondo, per lei dei veri confronti nel merito pare non ce ne siano mai stati.
Già in primavera, quando è stata candidata a sindaco a Carpi per il centrodestra, a leggere le cronache e a ascoltare gli addetti ai lavori la sua candidatura non sarebbe nata da un confronto con gli alleati, mettendo sul tavolo la sua competenza e l’esperienza politica. Ma ai tavoli s’è sempre e solo detto: “di Carpi non si parla nemmeno”. E all’ultimo la sua candidatura sarebbe arrivata “direttamente da Bologna” e imposta agli alleati. Oggi la stessa cosa sarebbe accaduta per le regionali. Nella direzione modenese di luglio il senatore Barcaiuolo non avrebbe nemmeno fatto cenno alla candidatura della moglie. Il cui nome sarebbe invece stato fatto da Guglielmo Sassi, di Maranello, che avrebbe detto: “Annalisa è l'unica a meritare la candidatura”. Frase che non è piaciuta a molti dei presenti, specie alle altre potenziali candidate donne.
Ma anche in questo caso nessuna discussione nel merito, nessuna votazione interna, nessun plebiscito per acclamazione: solo silenzio e mugugni. Dopo quella direzione, la candidatura sarebbe arrivata “direttamente da Roma”. E oggi per la Arletti, a due mesi dal voto, ci sono già fuori i manifesti 6x3 e le cene con i big, mentre per gli altri candidati non è neanche ancora certa la candidatura.
Ma a differenza del nostro Direttore, noi crediamo che sia vero che la candidatura della Arletti venga da Roma. Nel senso che Barcaiuolo, che è anche senatore, quando ha avuto il via libera dal bolognese Galeazzo Bignami per la candidatura sarà stato a Roma.
Lo ammettiamo: decenni di governo e strapotere PD e di predominio locale di FI ci hanno abituati a digerire molto, quasi tutto. Ma avevamo anche creduto a Giorgia Meloni, quando a gennaio 2023 - da poco insediata – in relazione alle nomine al Teatro di Roma disse al PD: 'è finito l'amichettismo, adesso le do io le carte'. A vedere le cronache di questi mesi l’amichettismo non è affatto finito. Ma si sono aggiunti ad esso il familismo e il cameratismo.
Restiamo sempre in attesa del merito.
Magath
Magath Ing
Dietro allo pseudonimo Magath un noto personaggio modenese che racconterà una Modena senza filtri. La responsabilità di quanto pubblicato da Magath ricade solo sul direttore della te..
Continua >>