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Modena, da un anno le sedute del Consiglio comunale sono... un'eccezione

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Un Consiglio comunale che 'si adagia' su quanto prodotto dai suoi Uffici, è uno dei peggiori vulnus che può esserle arrecato alla democrazia


Modena, da un anno le sedute del Consiglio comunale sono... un'eccezione
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Avvicinandosi giovedi, oggi mi sono messo alla consueta ricerca sul sito web del Comune della convocazione (con odg) della seduta settimanale del Consiglio comunale ed ho dovuto constatare, devo dire oramai senza più tanto stupore, che 'la seduta non é ancora stata convocata'. La frase che viene utilizzata per informare che l'Assemblea questo giovedi non si troverà. In realtà, come ho scritto, non mi sono stupito più di tanto perchè, già dall'inizio di questa consigliatura, ormai più di un anno fa, questa formula l'ho dovuta leggere molte volte.

Il chè, se si limitasse al fastidio della lettura, sarebbe ben poca cosa, ma che, se invece si va a vedere 'cosa' sta a significare per quanto riguarda il doveroso assolvimento dei compiti cui il Consiglio è destinato, induce invece assai più rilevanti preoccupazioni.

Queste 'assenze', infatti, possono restituire a tutti noi cittadini l'idea che i nostri rappresentanti consiglieri pensino che non esista la necessità di affrontare i tanti problemi che vive la nostra comunità. Oppure che, pur consapevoli dell'opportunità di discutere le soluzioni da realizzare per risolverli, non si sentano, essi stessi, capaci e nelle condizioni di poterlo fare. O, al peggio, ma non da escludere, che possiamo pensare che in fondo siano solo degli 'sfaticati', magari d aggiungere ai tanti parassiti della 'casta'.

Facendo un doveroso confronto con quanto capitato nelle scorse consigliature non si ha memoria di tante Assemblee consigliari 'non convocate' nè tanto meno della ripetitività di quanto sta caratterizzando questo periodo.

E ciò è inspiegabile, oltre che ingiustifucabile, dal momento che non credo proprio che ci possa essere 'qualcuno' in grado di affermare che tutto sta andando per il meglio, che l'economia locale viaggia come un treno, che la sicurezza non presenta problemi, che il nostro welfare è privo di margini di miglioramento, che l'urbanistica cittadina brilla d'inventiva e che il nostro ambiente più salvaguardato di com'è non potrebbe essere...

Ma allora... perchè i nostri rappresentanti (ndr, detto per inciso, a nessuno dei quali ha ordinato il medico di candidarsi) non avvertono la necessità di 'mettersi all'opera' al meglio delle loro capacità, col massimo impegno, anche di tempo? Oppure, se l'avvertono, perchè rinunciano a mettersi alla prova?

Per conto mio, su tale tipo di carenze, potrebbe essere evitata una differenziazione di responsabilità fra la maggioranza e l'opposizione, perché, per quanto mi è dato constatare, se é vero che la prima non 'propone' è altrettanto vero che la seconda non 'richiede' e sollecita con la forza e l'energia che un'opposizione 'seria' dovrebbe mettere in campo.

Ma, sempre a mio avviso, l'attuale situazione (tanto 'incredibile' quanto, purtroppo, reale) potrebbe avere anche un'ennesima causa. Che potrebbe superare ogni altra in insidiosità e temibilità.

Potrebbe essere cioé, e onestamente qualche evocazione di questa possibilità si sta cominciando ad origliare anche nei sapienti e sinceri corridoi del Palazzo, pronti ad essere uditi da orecchie sveglie, che l'orientamento che sta prevalendo all'interno della conferenza dei capigruppo (che é l'organismo che concorda e convoca il Consiglio con la presidenza), sia quello di ancorare il dibattito e la discussione consigliari alla presenza o meno (nel nostro caso all'assenza) di atti deliberativi da mettere all'odg. Che, tradotto in soldoni, vorrebbe dire che se gli Uffici hanno prodotto delibere da approvare (o respingere) il Consiglio si convoca. Se invece gli Uffici (che vivono un momento di non semplice riorganizzazione a seguito della recente rotazione di diversi dirigenti) non hanno prodotto alcunchè, allora si fa 'festa'.

Il ché, anche se così scritto soffre di evidente semplificazione, sottintende, tuttavia, una visione della Politica e del modo di gestirne le modalità che sono 'non solo' differenti da come dovrebbero essere. Bensì sono addirittura il loro esatto contrario.

È all'interno del Consiglio, infatti, e non altrove, che i nostri rappresentanti sono chiamati ad evidenziare, secondo quanto a loro noto, i problemi e le necessità di noi tutti. É sempre all'interno di quell'Organo che se ne discute e determina l'ordine di priorità; che, conseguentemente si valutano le soluzioni possibili. La Giunta, poi, avvalendosi dei suggerimenti che ritiene opportuni, individua ed orienta i mandati organizzativi ed operativi da affidare agli Uffici. Che, dopo, li propone al Consiglio. Ma non viceversa.

Così deve essere e così devono andare le cose.

Un Consiglio comunale che 'si adagia' su quanto prodotto dai suoi Uffici, che lascia quest'ultimi privi delle indicazioni che 'solo' la Politica vissuta nei giusti contesti può produrre, è uno dei peggiori vulnus che può esserle arrecato alla democrazia.

Mi auguro che sia possibile a tutti di trovare l'intenzione di riflettere su queste 'banalità' che, per quanto scontate possano essere credute, talvolta si dimenticano.

Giovanni Finali


Giovanni Finali
Giovanni Finali

Educatore e Formatore, poi Coordinatore degli Educatori professionali del Comune di Modena, ha terminato la carriera presso la stessa Amministrazione in qualità di Istruttore Direttivo c..   Continua >>


 


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