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'Modena, la cosiddetta Diagonale era parte di un progetto ben diverso'

L'architetto Ronchi: 'Lo scopo era quello di unire due parti di città come connessione diffusa e non di collegamento puntuale tra due punti'
Leggo sempre con grande imbarazzo gli articoli sulla cosiddetta “diagonale”, ricordando gli obiettivi ispiratori che il progetto originario dell’opera voleva raggiungere e purtroppo disattesi.
Questa specie di progetto che viene periodicamente propagandato, ha origine dall’Alta velocità in attraversamento su Modena.
Il progetto originario nasce nel 1994, affidato dai Comuni di Castelfranco Emilia e di Campogalliano all’amico ingegnere Giancarlo Spaggiari che con il il sottoscritto, architetto Giovanni Ronchi, per la parte urbanistica, furono i progettisti dell’attraversamento del territorio modenese dell’alta velocità il cosidetto “passante centrale”.
Progetto che ebbe anche il patrocinio della Camera di Commercio di Modena. Da questo progetto ne venne realizzata una variante “Centro/Nord” mantenendo dal progetto originario (Spaggiari/Ronchi) lo spostamento della linea storica, con il ricongiungimento delle due parti della città, il nuovo scalo merci a Marzaglia, l’interconnessione della linea AV sulla stazione centrale, l’eliminazione del cavalcavia Madonnina, il recupero dell'accesso storico del Vandelli al cimitero monumentale ed il ricongiungimento della via Emilia nella sua sede storica. Questo solo per ricordare le opere del quadrante nord della città. Vi sembrano obiettivi di poco conto? Dopo 26 anni quanti ne sono stati realizzati?
Chiunque è in grado di capire che se dal progetto originario veniva eliminata una barriera tecnologica quale la ferrovia storica e le infrastrutture non più necessarie (cavalcavia) lo scopo era quello di unire due parti di città come connessione diffusa e non di collegamento puntuale tra due punti.
Se poi penso ad un cavalcavia così imponente che rimane in uso per scavalcare una pista ciclabile non rimane che invitare il Gabibbo per ennesima dimostrazione dei paradossi delle infrastrutture italiane.
Arch. Giovanni Ronchi
Questa specie di progetto che viene periodicamente propagandato, ha origine dall’Alta velocità in attraversamento su Modena.
Il progetto originario nasce nel 1994, affidato dai Comuni di Castelfranco Emilia e di Campogalliano all’amico ingegnere Giancarlo Spaggiari che con il il sottoscritto, architetto Giovanni Ronchi, per la parte urbanistica, furono i progettisti dell’attraversamento del territorio modenese dell’alta velocità il cosidetto “passante centrale”.
Progetto che ebbe anche il patrocinio della Camera di Commercio di Modena. Da questo progetto ne venne realizzata una variante “Centro/Nord” mantenendo dal progetto originario (Spaggiari/Ronchi) lo spostamento della linea storica, con il ricongiungimento delle due parti della città, il nuovo scalo merci a Marzaglia, l’interconnessione della linea AV sulla stazione centrale, l’eliminazione del cavalcavia Madonnina, il recupero dell'accesso storico del Vandelli al cimitero monumentale ed il ricongiungimento della via Emilia nella sua sede storica. Questo solo per ricordare le opere del quadrante nord della città. Vi sembrano obiettivi di poco conto? Dopo 26 anni quanti ne sono stati realizzati?
Chiunque è in grado di capire che se dal progetto originario veniva eliminata una barriera tecnologica quale la ferrovia storica e le infrastrutture non più necessarie (cavalcavia) lo scopo era quello di unire due parti di città come connessione diffusa e non di collegamento puntuale tra due punti.
Se poi penso ad un cavalcavia così imponente che rimane in uso per scavalcare una pista ciclabile non rimane che invitare il Gabibbo per ennesima dimostrazione dei paradossi delle infrastrutture italiane.
Arch. Giovanni Ronchi

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Redazione La Pressa
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