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Muzzarelli, la normalizzata Maletti e la delusione Silingardi

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Una amara analisi dell'ex presidente Legacoop Vezzelli sul quadro politico modenese sulla scia dell'intervento di Giovanni Finali


Muzzarelli, la normalizzata Maletti e la delusione Silingardi
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Una riflessione su articolo della Pressa (di Giovanni Finali) inerente ai dorori del non più giovane sindaco Muzzarelli,
In modo molto schietto confermo che i dolori muzzarelliani, come li definisce l'articolo, non mi emozionano più di tanto.
Al tempo della sua indicazione come candidato sindaco alle primarie del Pd supportai la sua avversaria Maletti, pur essendo marcatamente di sinistra e non cattolico, convinto della necessità di voltare la pagina in città e rompere la ragnatela degli interessi incrociati che condizionavano e condizionano il sistema modenese. Allora, forse sbagliando, pensai alla candidata Maletti come una persona in grado di produrre un tentativo di cambiamento nei modi e nella sostanza della politica del governo locale. Avevo apprezzato il suo modello di gestione durante il suo assessorato ai servizi social .


Muzzarelli vinse le primarie per un pugno di voti e grazie alla discesa in campo del terzo concorrente, Silingardi, che dopo le esperienze di Modena Attiva a cui partecipai e sostenni, in modo deciso in perfetta solitudine decise di correre determinando di fatto un aiuto indiretto a Muzzarelli. I voti sommati totalizzati dalla Maletti e da Silingardi superarono quelli di Muzzarelli confermando che egli aveva una maggioranza anche dentro al Pd puramente relativa e che non era un candidato forte, se non nel pensiero dei fedelissimi alla linea ex DS.
Partendo da valutazioni politiche sul programma e sulla persona non ritenni di votare Pd e Muzzarelli e diedi il mio voto all'unico movimento che in città, a mio parere, poteva esprimere una spinta ad un cambiamento radicale senza essere di destra, in quanto conservavo e conservo i miei valori di sinistra.

Votai i 5 stelle per il consiglio comunale, mentre alle regionali, successivamente, mi astenni dal voto .
Non sono state scelte semplici e facili per me. Furono scelte maturate con una certa sofferenza ma le ritenni necessarie.
A distanza di tempo, a consigliature avanzate, confermo un giudizio non positivo sull'operato dell'attuale sindaco ed una delusione sul silenzioso assorbimento della ex candidata ed ora presidente del consiglio comunale Maletti che a mio parere è stata resa inoffensiva ed inerte e non sta giocando il ruolo che avrebbe potuto giocare nè portare avanti con metodo le idee che il gruppo orizzontale aperto che la aveva sostenuta nelle primarie, ottenendo un discreto successo di preferenze e presenze in consiglio. Credo che i giochi siano rifluiti, per buona parte, in un confronto negoziazione secondo il vecchio e superato schema cattolici e no, ex Margherita ed ex Ds, con la variante renziana e di Comunione e liberazione.

Giochi a svantaggio di una politica di riforma del modello locale ma tutti interni a logiche di spartizione di potere e di interessi.
L'uscita di Mdp art 1 dal Pd ed il suo coagulo in consiglio con altri soggetti di una sinistra che definisco radical chic e in modo acido 'opportunista' hanno oggettivamente indebolito il sindaco e gli creeranno problemi.
Da questa sua debolezza e dalla sua consapevolezza credo si possa individuare l'appello del sindaco alle alleanze.
Un appello tutto in politichese ed astratto, a mio parere , che non fa i conti con il programma e le suo zone grige ed i suoi buchi oggettivi.
Un appello che non fa i conti con il rafforzarsi del lavoro dei comitati di scopo e col faticoso loro tentativo di mettersi in rete e di essere portatori di una proposta ed un programma per la città su contenuti concreti e visibili.
Un appello che non fa i conti con la bulimia di potere che si incarna nel sindaco , che scherzosamente definisco siindaco, duca m gran visir, plenipotenziario, e con il modo piuttosto 'grezzo ed arrogante ' di gestirsi in politica e nel confronto verso chiunque esprima posizioni non allineate o critiche. Questa concentrazione e questo stile personale hanno creato una diversità anomala verso la cultura democratica e partecipativa modenese e di fatto una occupazione di tutto ciò che poteva essere occupabile abbinata ad un presenzialismo che per i tanti utili ed inutili passerelle ovunque e comunque induce qualcuno a individuare a far battute sul protagonista come Muz mani di forbice, per i tanti nastri tagliati.

In politica ormai conta l'apparenza e supera ampiamente la sostanza e la comunicazione, ben appoggiata da un mega e costoso ufficio stampa e dalla invenzione del 'portavoce ' del sindaco ne fa da ancella .
Cosa dirà il futuro? Non è facile da prevedere .
Modena è una città abituata a 70 anni di governo in continuità politica che hanno creato una rete di relazioni e di interessi molto consolidati che scalfire non è semplice.
Resta comunque evidente la necessità di un cambiamento, a mio parere, valutando il declino del ceto politico di governo e l'affievolirsi di elementi di 'anomalia positiva' che connotavano la città negli anni trascorsi che stanno mutandosi, anche per effetto del quadro nazionale, in aspetti critici sociali ed economici, ambientali e nella convivenza.
Sono convinto che serva un fronte alternativo civico che raccolga forze idee e proposte positive in grado di produrre novità e cambiamento. Difficile ma non impossibile.

Roberto Vezzelli


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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