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Parco della Rimembranza e la dignità perduta

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Fumo negli occhi per dipingere come il nemico il presidente di Italia Nostra


Parco della Rimembranza e la dignità perduta
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La vicenda dei chioschi non è finzione alla “Duellist” di Ridley Scott, ma un fatto reale e indecoroso dal primo istante, dalla posa del primo mattone. L’indecenza continua con la deformazione, la disiformazione, il minimizzare di una verità altra rispetto alla cruda realtà, condita da allusioni, pregiudizi e dichiarazioni di bassissimo livello: si è in pieno kali yuga. Duole dirlo, ma la stampa, non sempre a nostro avviso rispecchia il suo mandato e ultimamente si sono lette tra l’altro anche delle sterili brutte parole. Chi fa informazione ha grande responsabilità, concorre anche a formare l’orientamento della opinione pubblica, dovrebbe secondo il nostro modesto parere essere ….meno schierata e più imparziale: chiunque sia a intervenire pubblicamente deve entrare nel merito dei fatti, altrimenti, sempre secondo il nostro modesto parere meglio darsi all’ippica, innegabilmente cosa più facile da praticare piacevolmente.

Siamo a sottolineare rispettosamente ai tanti, parte e non parte in causa della vicenda che a più riprese dicono la loro in totale assenza di galanteria, che il primo atto da praticare sempre, in qualsiasi situazione e azione è il rispetto, per le persone, per le istituzioni e i loro rappresentanti e per il ruolo che ricoprono, o che hanno avuto nella società civile. Non ci si rivolge a nessuno, di proposito omettendo di farlo, nè si addita, né si apostrofa in un qualche modo, neppure se fosse il peggior proprio nemico.

Occorre sempre agire, con la massima onestà intellettuale e porsi con pari dignità.

Come seconda cosa è bene stare nel solco e attenersi ai fatti, senza strumentalizzazioni e deviazioni distorsive dalla concreta realtà, tra l’altro accertata anche dall’esito del processo di primo grado.

Terza cosa, una più precisa e imparziale informazione, soprattutto a beneficio dei lettori, deve a margine riportare le puntuali ed esatte note sulla questione, non dare solo spazio a sfoghi a dir poco stizziti, ai quali si può essere eventualmente chiamati a risponderne, alle congetture, e alla ricerca di ….audience.

Italia Nostra sezione di Modena si è solo costituita parte civile: beh, da una associazione rappresentativa degli interessi diffusi alla legalità nella pubblica amministrazione e alla tutela del patrimonio storico e artistico della Nazione, cosa ci si aspetta che faccia? Fedeli alla loro missione non possono che onorarla con saldezza, principi etici e morali desueti per alcuni. Oggigiorno più che mai da rispolverare. La vicenda prende il via dal profilo di illeciti riconosciuti dal pubblico ministero, quali contravvenzione alle norme urbanistiche e del codice beni culturali, che ha visto imputati l’ex sindaco , assessori e tecnici comunali, e le due funzionarie della Soprintendenza; il processo lo ricordiamo per la cronaca si è chiuso con l’assoluzione degli imputati, ma la sentenza della Giudice Malvasi recita “ Nel processo de quo non è stata raggiunta la prova certa di quale fosse la normativa applicabile … perciò non può affermarsi che gli imputati l’abbiano violata”.

 

Quindi è rimasto vago, non sicuro se sia stata rispettata la disciplina urbanistica, una assoluzione per gli imputati dubitativa. E il Pubblico Ministero di fronte a tale sentenza è stato obbligato a ricorrere in appello, perché la decisione non si rifà ad alcuno specifico tipo di pronunce giudiziali, il dovere ineluttabile di un giudice è, infatti, la precisa individuazione della norma che disciplina il caso pertinente per basarvi la decisione finale.

La giudice inoltre disponendo il dissequestro dei chioschi in costruzione, ne riconosce la loro funzionale presenza, da realizzarsi “nel pieno rispetto degli strumenti urbanistici e dei vincoli culturali e paesaggistici”, “quindi attraverso un progetto di minimo impatto ambientale”, nell’esplicito presupposto dunque che il “precedente” non abbia quella caratteristica. E si danno pure indicazioni di merito al riguardo: “Realizzazione di strutture adeguate dal punto di vista sanitario, di dimensioni magari più contenute rispetto a quelle di cui al precedente progetto, in numero semmai inferiore e comunque proporzionato alle dimensioni del parco […], con l’utilizzo di materiali in sintonia con il contesto verde e storico di riferimento”. Il che significa, che i chioschi pur dissequestrati non potranno essere completati secondo il “precedente progetto”, è la stessa sentenza che suggerisce una idonea e alternativa soluzione …. (da trovarsi concordemente tra l’amministrazione e la soprintendenza ) all’abnorme progetto edificatorio di ben 12 unità poi ridotto agli attuali 5 e lottizzazione commerciale.

 

La questione oggi, poteva già essere risolta, saremmo forse al taglio del nastro dei nuovi chioschi, e ridato piena dignità al Parco dedicato alla memoria dei caduti nella Grande Guerra di cui quest’anno ricorre il centenario della sua fine; sempre se l’amministrazione all’indomani del dissequestro avesse prontamente demolito gli scheletri alla luce del sole (e non nottetempo come fu fatto nell’ex AMCM) e dato seguito immediatamente alle indicazioni proprie della sentenza, previa concertazione con la Soprintendenza, (può darsi che ciò sia avvenuto) che prontamente e chiaramente aveva illustrato il da farsi.

Non l’ha fatto. E’ stata alla finestra e ha tenuto chiuso nel cassetto anche una proposta alternativa presentata subito dopo la chiusura del dibattimento dell’anno scorso. Perché? Continua invece a perseverare, confidando forse in un diverso pronunciamento a seguito del ricorso in appello, e forse, chissà ? i tempi sono maturi solo oggi, con la delibera ad hoc sfoderata con un tempismo perfetto, una mera coincidenza senz’altro, con il cambio della guardia imminente in seno alla Soprintendenza.

Sta di fatto, che per distogliere l’opinione pubblica dalla propria lentezza, (studiata?) non fa altro che gettare fumo negli occhi, e dipingere sempre e comunque come il nemico, e come tale sempre da impallinare non la onlus Italia Nostra sezione di Modena, ma il suo Presidente che solo la rappresenta.

 

Non ci sono più scusanti per nessuno, il continuo menar il can per l’aia, addossare ad altri responsabilità, non giova, anzi è svantaggioso: ricordano molto quegli stratagemmi che da fanciulli colti in castagna, con una sfacciataggine tipica dell’età si son sempre utilizzati …. chi sono, dunque i responsabili?

 

Forse gli stessi ora affaccendati in altre faccende,ma di cui ancora ne si paga il conto, ad esempio con le palazzine (550 alloggi) al comparto Morane-Vaciglio, e poi come non dimenticare Modena Futura, il “torrione abitativo” previsto e poi abortito insieme al “sacco” notturno con l’abbattimento della rimessa dei Tram e l’annessa Palazzina di Vinicio Vecchi all’ex AMCM. E quindi il tentativo di piazzare una piscina al parco Ferrari, il parcheggio interrato di Piazza d’Armi “Novi Ark” e l’incuria soprastante imperante, sino ad arrivare a regalarlo (attuale amministrazione) alla società Modena Parcheggi. Ed infine le case sopra le falde acquifere di Via Cannizzaro; difficile, anzi impossibile dimenticare tutto quello che abbiamo ereditato grazie al loro essere stati amministratori della cosa ”pubblica” .

 

E’ il momento di voltare pagina. Di ripristinare dignità sottratta, calpestata e negata da troppo tempo ! Sarebbe anche il momento per la società civile e per le molte associazioni e comitati di inviare un segno di effettiva solidarietà. La benemerita Italia Nostra, avrà senz’altro anche dei difetti, ma agisce nel pieno rispetto delle regole e nell’interesse generale e superiore, non per scopi personali o partitici. Grazie al suo operato da più di cinquant’anni a questa parte ha salvato dalla distruzione molta delle bellezze del nostro paese, celebrate quando fa comodo ma poi per alcuni usate come spot.

Alle nostre latitudini se oggi c’è ancora il Teatro Storchi e non un anonimo edificio bancario, di Italia Nostra il merito e della battaglia di difesa che allora ingaggiò e vinse!

Come diceva il grande Antonio de Curtis, signori si nasce ..e molti modestamente lo nacquero !

 

Franca Giordano


Redazione Pressa
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La Pressa è un quotidiano on-line indipendente fondato da Cinzia Franchini, Gianni Galeotti e Giuseppe Leonelli. Propone approfondimenti, inchieste e commenti sulla situazione politica, ..   Continua >>


 
 
 
 


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