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Molte furono le ragioni per le quali il Regno di Sardegna decise di mettersi a capo di una azione rivoluzionaria che condusse all’’unità d’Italia; tra queste, la volontà di un popolo di non essere governato dagli austriaci. Il Risorgimento fu per noi un periodo di eroi e gloria che si fonda su un semplice principio: i popoli hanno tutto il diritto di scegliersi da chi vogliono essere rappresentati e governati. Anche gli Stati Uniti si ribellarono all’Inghilterra e il 4 luglio del 1776 sancirono questa volontà con la loro Dichiarazione d’Indipendenza. E allora, perché la Crimea e quella parte del DonBass russofilo non ha diritto d’essere indipendente da Kiev? Per questo popolo non vale il giudizio che noi esprimiamo sul nostro Risorgimento? Finché non capiremo che non esiste un solo popolo ucraino, ma due popoli con quello che vive nella parte occidentale più vicino al regno di Polonia e all’impero austroungarico che a quello russo, non ci sarà mai pace in questa terra.
Uno rimpiange la Santa Madre Russia e l’altro sogna l’occidente americanizzato con i suoi valori e costumi così in contrasto con quelli della tradizione moscovita.
L’attuale conflitto poteva essere facilmente evitato attraverso la concessione di uno Statuto speciale a Lugansk e Donetsk, alla Crimea, alla creazione di una repubblica federale ucraina che riconoscesse una certa autonomia a queste terre. Perché non si è voluto procedere in questa direzione? Si è preferito far tacere con le armi una volontà d’indipendenza da Kiev e questo è ciò che è avvenuto dal 2014 ad oggi, dopo la cosiddetta “Rivoluzione arancione” sponsorizzata dagli Stati Uniti, come essi stessi confermano.
La non soluzione diplomatica è quindi tutta da attribuire a Zelensky? Una ipotesi è controcorrente alla narrazione occidentale dei fatti: una Crimea russa avrebbe consentito alle navi militari di Mosca d’avere un accesso diretto al Mediterraneo e quindi espandere l’influenza militare; il riconoscere l’indipendenza delle due Repubbliche di Lugansk e di Donetsk avrebbe impedito agli USA, tramite la NATO, d’elaborare i suoi “war games” per tenere sotto scacco il Cremlino, come non può realizzarli in Bielorussia.
Su questo conflitto, ancora lontano dall’essere risolto e che ha scavato un solco forse incolmabile tra l’Europa e la Russia, si sono spese migliaia di parole, ma la verità potrebbe essere molto semplice: fino ad oggi sono state uccise più di 60 mila persone per consentire ad una superpotenza al di là dell’Oceano Atlantico d’attuare le proprie strategie di politica estera.
Massimo Carpegna
Massimo Carpegna
Visiting Professor London Performing Academy of Music di Londra. Docente di Formazione Corale e del master in Musica e Cinema presso Istituto Superiore di Studi Musicali Vecchi Tonelli..
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