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Polo Sant'Agostino-Estense: 5 luglio al via la Conferenza dei servizi

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Manca del tutto quello spirito, quel coinvolgimento pieno tra amministrati e amministratori, come se non si amministrasse un bene pubblico di alto valore iconico, ma come se fosse parte di un bene privato, giustappunto un edifico qualunque


Polo Sant'Agostino-Estense: 5 luglio al via la Conferenza dei servizi
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Ci siamo allora si son aperti i battenti, pardon i lavori preliminari della Conferenza dei servizi che dovrà esaminare, verificare e possibilmente arrivare ad approvare concordemente “ la Proposta di accordo di programma funzionale all’approvazione del programma di Riqualificazione Urbana del Complesso dell’ex Ospedale Sant’Agostino”, siglato dai tre attori della saga agostianiana, Comune, Ministero dei beni culturali e Fondazione cassa.

Decifriamo il titolone della proposta di accordo a beneficio di tutti i lettori , essa non è altro che un accordo tra pubblico e privato per superare le norme di tutela dei centri storici della legge Regionale n°20/2000 e relativi art. e commi specifici ; che prevede una deroga in nome degli interessi pubblici per intevenire al S.Agostino con una bella manovra edilizia, per la quale occorre una bella variante al Piano Operativo Comunale , al Piano Strutturale Comunale e al Regolamento Urbanistico Edilizio.

Per semplificare ancor più, la sentenza del TAR del novembre 2015 che accolse il ricorso promosso da Italia Nostra, bocciando in pieno il progetto Aulenti, perché in netta violazione delle norme di tutela vigenti sia comunali che regonali e statali, in più rilevava anche errori procedurali in quanto si era ottenuto un “visto si stampi” dalla direzione regionale dei beni culturali e non dalla soprintendenza , chiudeva la motivazione di giudizio con una indicazione impropria : o modificare il progetto secondo le prescrizioni normative oppure per realizzarlo si adattano le norme.

Beh..pare che questo si stia facendo.

Una volta che l’organismo della Conferenza dei servizi avrà esaminato l’accordo ed approvato all’unanimità,  sarà sottoposto al Consiglio comunale. Il neo forse sta che la cosa è stata data per certa in anticipo con questi accordi.

E il consiglio comunale, il ruolo dei consiglieri dove lo mettiamo?


Il complesso monumentale del Sant’Agostino è interamente tutelato come bene culturale, e gli unici interventi concessi dalla normativa di tutela per questi beni sia comunale dei centri storici che quella della legge regionale e poi statale sono solo interventi a carattere di restauro conservativo. Quindi è necessaria questa variante per poter intervenire nel Sant’Agostino, non per risanare e restaurare soltanto come la legge prescrive, ma per abbattere e ricostruire edifici, per ricoprire snaturando il gran cortile della tenaglia settecentesca. 

Non credo che si possono superare così anche i vincoli statali,quelli del codice dei beni culturali, comunque chi vivrà, vedrà. E forse neanche tanto facilmente quelli regionali. Questa l’impressione avuta leggendo più e più volte sia le delibere di giunta e annessi atti di accordo e di procedimento,che il testo della legge regionale n°20/2000 e relativi allegati ,commi e articoli.

 Per assurdo, di questo passo, forse la prossima volta toccherà esaminare accordi e programmi di riqualificazione urbana per una deroga in variante per poter intervenire al Palazzo Ducale. Necessario sarà per i notevoli interessi pubblici realizzare una piazzola d’atterraggio per gli elicottori, quindi all’uopo si spianerà una parte del tetto.

Al tavolo convocato oltre ai tre propononenti ci saranno : l’UNIMORE, la Provincia di Modena, la Soprintendenza per i Beni Archeologici e paesaggistici dell'Emilia e Romagna, l’ASL di Modena, il servizio Affluenti Po della Regione Emilia-Romagna, Arpae, Consorzio della Bonifica Burana, Agenzia per la mobilità, Enac, Ministero Infrastrutture e Trasporti, Vigili del fuoco, Ministero della Difesa, Hera, Enel, Telecom, Agenzia del Demanio, Ferrovie dello Stato.

La saga agostianiana va avanti da più di dieci anni, e la speranza è quella che si concluda presto nel migliore dei modi. Ma vien da chiedersi con tutto il rispetto per tutti gli enti invitati, quale supporto, quale opinione potrà dare su un progetto di Polo culturale della Città, di valenza nazionale e internazionale, inserito nelle Terre Ducate Estensi con la recente riforma del Ministro Franceschini, il rappresentante del servizio Affluenti del Po della Regione ? E quello del Consorzio della Bonifica della Burana ?

Altrettanto dicasi per quello della Telecom? Che dire poi delle Ferrovie dello Stato ?

Quali contributi critici hanno dato in questi anni alla elaborazione del progetto sia sotto l’aspetto culturale, che di quello del recupero scientifico e conservativo architettonico del complesso monumentale , questi enti invitati ?

Cosa potranno dire in merito a una biblioteca storica e di consultazione che si intende dividerla , un pezzo qua e un pezzone resta dove si trova ora ? E sul Museo della figurina ? Che per fargli posto niente di po po di meno si rende necessario abbattere un edificio, lo si ricostruisce con maggiore volumetria, perché accidentaccio scarseggiano i metri quadri al S.Agostino , sono veramenti pochi 22.000 mila metri quadri !

Un progetto così importante, epocale è da definirsi , che volente o nolente sarà quello che caratterizzerà il futuro della città e non per pochi anni,ma per i prossimi secoli,  ed è appunto il futuro della città e dei suoi cittadini che è in ballo , e non della saletta museale che si vuole ricavare all’interno della propria abitazione, vengono chiamati a dare un contributo,a dare pareri soggetti che francamente sembrano così avulsi e fuori luogo per questo consesso, mentre a soggetti portatori di interessi diffusi, che si sono spesi e non poco sul progetto del Sant’Agostino, viene centellinata la partecipazione attraverso audizioni programmate.

Non solo hanno motivato l’assurdità di magazzini librari griffati ,totalmente inutili per una biblioteca storica , di studio e ricerca , che è a corto di personale specializzato,che ha un’utenza giornaliera ridotta al lumicino , tanto che è stata chiusa la sala lettura al piano terra al Palazzo dei Musei,e sono ben altre le azioni da mettere in campo per rivitalizzarla. Oltre ad aver svelato la pochezza culturale del progetto cassato, con una proposta concreta culturale che è stata utilizzata a piene mani per il Piano B., presentato lo scorso aprile.

Occorre ricordare che ci sono dei punti ancora non esplicitati, e altri fattori di cui bisogna tener conto e non sottovalutare sul piano complessivo dell’intero progetto S.Agostino-Estense:

  1. L’intero piano è ancora un work in progress,in affinamento, nulla si è detto in merito al fronte storico museale, e il solo allargarmento degli istituti culturali nel retrostante ex ospedale Estense è senz’altro un buon inizio, ma quella che manca è ancora una proposta di peso, di reale e concreta riformulazione delle raccolte li custodite;
  2. Il Polo culturale S.Agostino – Estense, rientra nel progetto Terre Ducate Estensi, va da sé che è unito con la antica capitale Ferrara, quindi da mettere in campo è una organica ( con variazioni sul tema ) narritava culturale che la unisca a Modena;
  3. Ferrara dal punto di vista turistico ha scelto altri partner snobbando Modena e il legame nelle Terre Ducate, la nostra città non riceverà contributi economici per il settore, e si è ripiegato su Bologna, che con il Progetto Ducato Estense non ha nulla a che fare;
  4. La decisione definitiva del Consiglio di Stato attesa per ottobre sulla faccenda delle nomine dei direttori dei super musei sospesi dal TAR del Lazio, e a noi interessa in particolar modo perché coinvolge anche la direttrice delle Gallerie Estensi;
  5. Un progetto che è ancora alle prime battute, che è solo all’inizio essendo ancora carente di una analisi competitiva, di marketing, di costi benefici ( come prescrive la nuova legge sugli appalti). Che manca anche di forti alleanze e partnership a livello regionale, nazionale ed europeo. Ma ci sarà di sicuro anche tempo per completare un vero e proprio progetto di fattibilità.

Nonostante la speditezza con la quale si va avanti e si dichiara che il progetto culturale c’è, e ora è il momento di tirare una porta, mentre le porte andrebbero spalancate, la sensazione è che il primario obbiettivo rimane sempre la realizzazione di un progetto architettonico, (e parte con dei presupposti che impensieriscono ) che si è ancora fermi sui muri anziché sulle funzioni, nonostante i notevoli passi avanti fatti verso quella direzione!

Siamo così lontani da quel percorso anche consultivo con la comunità modenese messo in atto dai lontani e lungimiranti amministratori: è grazie a loro e ai cittadini modenesi che dissero di sì al mantenimento unitario delle raccolte estensi, e si dissero favorevoli alla compravendita dell’Albergo delle Arti per poterle ospitare creando di fatto il primo e ante litteram Polo culturale della città di cui oggi godiamo e ed ancor di più potremmo godere nel prossimo futuro.

Oggi quella apertura è sparita: manca del tutto quello spirito, quel coinvolgimento pieno tra amministrati e amministratori, come se non si amministrasse un bene pubblico di alto valore iconico , ma come se fosse parte di un bene privato, giustappunto un edifico qualunque.

Franca Giordano

 

 

 


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