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Abbiamo letto della recente riunione dei Fratelli D’Italia. Dove, in modo più o meno ortodosso, il senatore Michele Barcaiuolo avrebbe ottenuto il via libera alla candidatura della moglie, la carpigiana Annalisa Arletti. E abbiamo letto di tutte le conseguenti polemiche. Per un attimo abbiamo creduto che FdI, dopo gli infiltrati di Fanpage, fosse diventata come il Pd: un partito aperto alle scelte collettive e alla trasparenza: un partito dalle pareti di vetro. Ma non è così. Quanto pubblicato deve essere sfuggito a qualcuno dei presenti nella sede di via Prampolini, ma sarebbe dovuto restare segreto. Atteso che il giornalista fa il proprio mestiere e le notizie le deve dare quando le ha, non nasconderle, non ci interessa entrare in queste piccole discussioni e restiamo alla politica.
E la politica è presto detta: secondo Guglielmo Sassi di Maranello Arletti è “l’unica a meritare la candidatura”.
E siamo fortemente d’accordo con Sassi, visto in particolar modo l’esaltante esito delle recenti comunali. La frase non sarebbe però piaciuta a molti dei presenti alla direzione di FdI: alle altre possibili candidate femminili, ma anche a coloro che reputano non opportuna la presenza della moglie del leader regionale in lista. Ma il vero punto politico non è l’opportunità della candidatura della moglie del leader: in FdI sono tutti fratelli. O se proprio mariti, mogli, sorelle, cognati e parenti vari. Il vero punto politico è come farla eleggere una volta in lista, visto che le liste sono da otto candidati ma gli eleggibili sono al massimo due. E qui scatterà la vera strategia. Basata soprattutto sulla forzatura delle preferenze, sull’assenza di altre donne forti in lista e sulla gestione dei “doppioni”.
Cosa sono i doppioni? Sono quei candidati che insistono sullo stesso territorio, sullo stesso bacino elettorale, e per questo smezzano le preferenze. Occorrerà che i candidati maschi più forti abbiano un doppione, ma che la Arletti non ne abbia, lasciandole così la possibilità di sopravanzare tutti.
Perché se è scontata la ricandidatura dell'uscente Luca Cuoghi, dovrà esserlo anche quella di Luca Caselli, in modo da smezzare le preferenze dell’area delle ceramiche. Assieme a Daniele Iseppi è difficile che possa essere candidata Federica Galloni, perché in quanto maschio-femmina potrebbero fare l’accoppiata del Frignano. In lista non ci sarà di certo Federica Carletti di Carpi, che ha preso 500 preferenze alle comunali, così come non ci sarà Federica Boccaletti, che alle ultime regionali in quota Lega aveva superato le 1'500: rischierebbero di indebolire l’Arletti. Ci sarà invece anche Luca Negrini (a meno che non voglia a tutti i costi non essere della partita): perché così su Modena verrebbe smezzata la forza di Ferdinando Pulitanò, presidente provinciale del partito.
Ci sarà poi la polemica sui ticket e sulla forzatura delle preferenze storiche, quelle che controlla direttamente il leader: che invece che essere lasciate nella disponibilità dei singoli, saranno sicuramente fatte convergere sull’accoppiata Arletti-Pulitanò. Ma è su queste che stanno invece lavorando sotto traccia gli esponenti più forti del partito reale: primi fra tutti Caselli e lo stesso Negrini. Che di certo, se correranno, vorranno e potranno investire cifre e risorse molto elevate nella campagna, e non lo faranno per arrivare terzi. C’è poi l’incognita di dove dirotterà le proprie preferenze personali Daniela Dondi. Che dopo il risultato non esaltante delle comunali, dove s’è vista doppiare da Pulitanò (volutamente spinto da Barcaiuolo come da egli stesso confermato), vede in queste regionali l’ultima vera occasione per costruirsi un nuovo percorso interno al partito, nonostante i dissapori con Barcaiuolo stesso, e per essere riconfermata alle prossime politiche. Così come ci sarà da capire quale sia, al di là della facciata, il vero sentore e gradimento del partito stesso per Barcaiuolo.
Ovviamente le nostre sono tutte ipotesi. Quello di cui siamo certi è che l’ultima parola sulle candidature sarà di Galeazzo Bignami, vero leader regionale del partito. Che tiene moltissimo al risultato di queste elezioni. E al quale piace, comunque, avere sempre tutto sotto controllo.
Roberto Benatti - Forza Italia
Redazione Pressa
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